Appunti su 2 études de concert, S.145 di Franz Liszt, informazioni, analisi e interpretazioni

Previsione

I Due studi da concerto, S.145 di Franz Liszt, composti nel 1862-63 e pubblicati nel 1863, sono brani virtuosistici per pianoforte che combinano brillantezza tecnica ed espressività lirica. Questi studi furono scritti durante il periodo di Weimar, una fase in cui Liszt si stava trasformando da compositore-esecutore virtuoso e fiammeggiante in un artista più introspettivo e spirituale. Il set è composto da:

🎵 1. Waldesrauschen (“Mormorii della foresta”) in Re♭ maggiore

Carattere: Impressionistico, sereno e fluente.

Struttura: Delicati arpeggi che imitano il fruscio delle foglie in una foresta, spesso paragonati a sonorità simili a quelle di Debussy, nonostante siano precedenti.

Tecnica:

Arpeggi rapidi e accordi spezzati

Voci di una melodia all’interno della figurazione della mano destra

Controllo del pedale e del colore del tono

Significato musicale: Questo brano è un primo precursore dell’impressionismo per le sue trame scintillanti e le immagini naturali. È un paesaggio sonoro poetico piuttosto che un capolavoro di bravura.

🎵 2. Gnomenreigen (“Danza degli gnomi”) in fa♯ minore

Carattere: Estroso, malizioso, virtuosistico.

Struttura: Inizia con salti staccati e corse con le dita, per arrivare a passaggi energici e frizzanti.

Tecnica:

Note ripetute e salti leggeri e veloci

Diteggiatura precisa per le esecuzioni scalari demoniache.

Controllo ritmico e chiarezza nelle figurazioni complesse.

Significato musicale: Brillante toccata dallo spirito malizioso, “Gnomenreigen” sfida l’esecutore con la sua combinazione di velocità, articolazione e narrazione musicale.

Note generali:

Entrambi gli studi sono stati dedicati a Dionys Pruckner, un’allieva di Liszt.

Sebbene siano meno famosi degli Études Transcendentales o degli Études Paganini, il S.145 è spesso lodato per il suo equilibrio tra sostanza musicale e richiesta tecnica.

Rappresenta la maturità poetica di Liszt, dove il virtuosismo è al servizio dell’espressione piuttosto che della mera esibizione.

Caratteristiche della musica

I Due studi da concerto, S.145, di Franz Liszt sono una coppia di studi per pianoforte molto raffinati che presentano una miscela di brillantezza virtuosistica, immagini poetiche e linguaggio armonico avanzato. Sebbene brevi e più intimi di alcuni grandi studi di Liszt, sono considerati profondi esempi di miniature programmatiche, ognuna delle quali evoca una specifica scena naturale o fantastica. Qui di seguito sono descritte in dettaglio le caratteristiche musicali della raccolta nel suo complesso e di ogni singolo studio:

🎼 Caratteristiche musicali generali di due studi da concerto, S.145

Natura programmatica:

Ogni studio trasmette un’immagine vivida: Waldesrauschen (Mormorii della foresta) evoca i suoni naturali di una foresta, mentre Gnomenreigen (Danza degli gnomi) evoca una scena fantastica di creature capricciose che danzano.

Non si tratta di études in senso accademico, ma di dipinti di tono poetico con uno spirito narrativo.

Virtuosismo con espressione:

La tecnica è al servizio del significato musicale. A differenza dei precedenti lavori di bravura, questi études sono più sottili e d’atmosfera.

Richiedono delicatezza, agilità e controllo tonale, non solo velocità o potenza.

Armonia e colore innovativi:

Uso del cromatismo, della flessibilità modulatoria e di ricche armonie estese.

Ampio uso del pedale per fondere i suoni, soprattutto in Waldesrauschen.

Compattezza strutturale:

Ogni brano è autonomo, con una costruzione formale rigorosa (ad esempio, forme ternarie o simili a variazioni).

Nonostante la loro brevità, creano un’impressione profonda e un viaggio emotivo.

Sfide tecniche:

Entrambi i brani presentano richieste pianistiche avanzate: rapide figurazioni, ampi salti, rapide ripetizioni di note e raffinate vocalità all’interno di trame dense.

🎵 1. Waldesrauschen (Mormorii della foresta) – D♭ maggiore

Caratteristiche musicali:

Trama atmosferica: Arpeggi fluidi e continui creano l’illusione del vento tra le foglie.

Linee melodiche: Le melodie nascoste devono emergere dal centro o dalla cima degli arpeggi con un voicing sottile.

Colore armonico: le modulazioni e le inflessioni cromatiche evocano una complessità naturale.

Controllo dinamico: Richiede un’estrema sensibilità al tocco e al pedale per modellare onde dinamiche e morbidi climax.

Forma: Ternario (ABA), con sezioni esterne liriche e una parte centrale più intensa.

Stato d’animo: delicato, impressionistico, che ricorda la calma e il mistero della natura.

🎵 2. Gnomenreigen (Danza degli Gnomi) – Fa♯ minore

Caratteristiche musicali:

Malizia staccata: Articolazioni rapide e secche e improvvisi cambi di ritmo suggeriscono i movimenti giocosi ed erratici degli gnomi.

Virtuosismo: Presenta rapide scale, salti, incroci di mani e nitide note ripetute.

Contrasto: Alterna una giocosa leggerezza a episodi più lirici, spesso utilizzando dinamiche e articolazioni taglienti per rappresentare il carattere.

Novità armoniche: modulazioni cromatiche, sonorità diminuite e aumentate creano un’atmosfera soprannaturale.

Vitalità ritmica: Raggruppamenti irregolari e sincopi aggiungono un carattere magico e imprevedibile.

Forma: Rapsodica o basata su variazioni, con motivi ricorrenti che si trasformano nel corso del brano.

Stato d’animo: giocoso, capriccioso, impetuoso – quasi uno scherzo in termini di energia e arguzia.

📌 Riassunto: carattere della raccolta

I Due studi da concerto si distinguono nell’opera di Liszt per la loro raffinata poesia e l’immagine sonora. Come insieme, si contrappongono magnificamente l’uno all’altro:

Étude Chiave Stato d’animo Immaginazione Concentrazione tecnica

Waldesrauschen D♭ maggiore Lirico, sereno Foresta, vento, fruscio Arpeggi, colore tonale, voicing
Gnomenreigen F♯ minore Arzillo, inquietante Gnomi danzanti Staccato, velocità, chiarezza, articolazione

Insieme, rappresentano la visione matura di Liszt dell’étude: uno studio tecnico fuso con l’espressione poetica, che esplora non solo i limiti della tecnica, ma anche le profondità dell’immaginazione musicale.

Analisi, tutorial, interpretazione e punti importanti da suonare

Ecco un’analisi completa, un tutorial, una guida all’interpretazione e suggerimenti per l’esecuzione dei due studi da concerto di Franz Liszt, S.145 – Waldesrauschen e Gnomenreigen. Questi études sono avanzati nella tecnica e ricchi nell’espressione, e ciascuno di essi ritrae immagini vivide attraverso il suono.

🎵 Étude No. 1 – Waldesrauschen (Mormorii della foresta) in D♭ maggiore

🔍 ANALISI

Forma: Ternario (ABA’), con una breve coda.

Struttura: Figure prevalentemente arpeggiate con melodia incorporata nelle voci superiori o interne.

Armonia: Armonia lussureggiante e romantica con cromatismi; il brano rimane radicato in D♭ ma scorre attraverso ricche deviazioni modulanti.

Stato d’animo: evoca il delicato fruscio delle foglie e il soffio del vento tra gli alberi. Il colore è impressionistico, quasi alla Debussy.

Ritmo: Utilizza arpeggi fluidi di sedicesimi in metro composto (6/8 e 9/8), generando una trama continua e increspata.

🎹 TUTORIAL TECNICO

Mano destra:

Mantiene arpeggi fluidi e regolari. Privilegiare il movimento fluido del polso e la rotazione libera.

Evidenziare la melodia all’interno degli arpeggi, spesso la nota più alta. Utilizzare il peso delle dita e un fraseggio sottile.

Tenere le dita vicine ai tasti per un controllo rapido; usare un movimento economico.

Mano sinistra:

Agisce sia ritmicamente che armonicamente. Richiede equilibrio: deve sostenere senza sovrastare l’RH.

Le note basse sono spesso sostenute o punteggiate: il tempo del pedale è fondamentale per preservare la chiarezza armonica.

Pedale:

Impiegare il mezzo pedale o il flutter-pedale per evitare l’offuscamento.

Chiarite le armonie soprattutto nei cambi armonici e nelle cadenze.

INTERPRETAZIONE 🎼

Usare un tono pastorale, soprattutto nelle sezioni A. Non abbiate fretta – lasciate che “respiri”.

Dipingere il tono: L’obiettivo è ritrarre il movimento, come la brezza o l’acqua.

Nella sezione centrale (B) si sviluppa un carattere più agitato – approfondire le dinamiche e il fraseggio mantenendo il flusso.

Il ritorno finale (A’) dovrebbe essere più luminoso e riflessivo, portando a una chiusura serena.

🎯 SUGGERIMENTI PER L’ESECUZIONE

Esercitatevi sugli arpeggi di RH lentamente, concentrandovi sull’uniformità e sulla forma della melodia.

Isolate le linee melodiche e praticatele da sole, poi reintegratele.

Siate molto sensibili alle dinamiche – i passaggi in pianissimo hanno bisogno di chiarezza e risonanza.

Trattate il brano come un poema tonale in miniatura, non come un capolavoro tecnico.

🎵 Étude No. 2 – Gnomenreigen (Danza degli Gnomi) in Fa♯ minore

🔍 ANALISI

Forma: Fantasia, con più sezioni contrastanti (ABACDA).

Struttura: Alterna passaggi in staccato e leggiero a intermezzi lirici.

Armonia: Insoliti spostamenti e modulazioni cromatiche ne accrescono la qualità inquietante e maliziosa.

Stato d’animo: arzillo e impetuoso. La musica incarna il movimento rapido e imprevedibile degli gnomi.

🎹 TUTORIAL TECNICO

Mano destra:

Richiede uno staccato preciso, spesso in note ripetute e salti.

Le sezioni successive richiedono scale in terze, esecuzioni rapide e diteggiature complesse.

Evitare la tensione: usare lo staccato del polso e delle dita, non quello del braccio.

Mano sinistra:

Suona linee di basso e di accompagnamento alternate, spesso saltando.

Ha bisogno di un posizionamento e di un timing precisi per sostenere i ritmi RH.

Passaggi chiave:

Note ripetute (battute 1-16): Utilizzare sostituzioni delle dita (ad esempio, 3-2-1-3) e ruotare leggermente il polso.

Terze cromatiche (sezione centrale): Esercitarsi con le mani separatamente, poi in schemi ritmicamente stabili.

Presto finale: Assicurare il ritmo prima della velocità. Suonare in modo leggero ma preciso.

INTERPRETAZIONE

Enfatizzare il contrasto tra le sezioni di scherzo impetuoso e le digressioni liriche.

Usare il rubato con cautela: la chiarezza ritmica è essenziale per l’umorismo e la sorpresa.

Nelle sezioni liriche, rilassate leggermente il tempo e usate dinamiche espressive e legato.

Evidenziate l’umorismo demoniaco – immaginate piccole creature grottesche che si muovono intorno.

CONSIGLI PER L’ESECUZIONE

Pensate in modo percussivo ma leggero – non suonate troppo.

Esercitatevi su passaggi veloci in raggruppamenti ritmici (lungo-corto o corto-lungo).

Utilizzate la pratica del movimento silenzioso per i salti e gli incroci delle mani per aumentare la precisione.

Fate in modo che il pubblico “veda” i personaggi – gnomi, folletti, perfino i dispetti – attraverso il colore e il tempo.

📘 Conclusione: Suonare i due Études da concerto, S.145

Concentrazione degli Études Sfide interpretative

Waldesrauschen Colore, vocalità, controllo del pedale Melodia interna negli arpeggi, stratificazione tonale Immagini naturali, liriche, serene
Gnomenreigen Leggerezza, articolazione Rapide note ripetute, salti, chiarezza dello staccato Capriccioso, malizioso, scherzoso

Questi studi non sono solo sfide tecniche, ma anche mondi sonori espressivi. Segnano la transizione di Liszt a compositore di musica introspettiva e narrativa e sfidano il pianista a bilanciare il virtuosismo con la sottigliezza.

Storia

I Due studi da concerto, S.145 di Franz Liszt – che comprendono Waldesrauschen (Mormorii della foresta) e Gnomenreigen (Danza degli gnomi) – furono composti nel 1862-63, durante il periodo di maturità del compositore, quando si era in gran parte ritirato dal palcoscenico dei concerti e si era stabilito a Weimar e poi a Roma. A quel punto, Liszt non era più il virtuoso fiammeggiante che abbagliava il pubblico di tutta Europa, ma era diventato un artista più introspettivo, profondamente impegnato nella composizione, nella contemplazione religiosa e nell’insegnamento musicale.

Questi studi non furono scritti per la sua esecuzione, ma piuttosto per la pianista austriaca Dionys Pruckner, una delle allieve e protettrici di Liszt. In effetti, essi riflettono il cambiamento di Liszt nello scopo compositivo: piuttosto che essere dei capolavori per l’esibizione personale, furono realizzati come studi artistici e poetici, dimostrando come la tecnica pianistica potesse servire a fini espressivi e immaginativi.

A differenza dei suoi lavori precedenti, come gli Studi trascendentali, che erano imprese di audace virtuosismo e drammaticità, i Due studi da concerto mostrano Liszt orientato verso l’economia dei mezzi, la raffinatezza tonale e la sottigliezza atmosferica. Waldesrauschen e Gnomenreigen suggeriscono entrambi scene pittoriche o programmatiche – il primo evoca il dolce fruscio della brezza di una foresta, mentre il secondo evoca la danza nervosa di gnomi dispettosi – ma Liszt non ha lasciato programmi dettagliati per loro. I titoli evocativi, tuttavia, lasciano intendere il suo desiderio di fondere narrazione e tecnica, cosa che aveva già esplorato nei suoi poemi sinfonici e nelle parafrasi operistiche.

Gli études furono pubblicati nel 1863 da Schott e guadagnarono rapidamente popolarità, non solo per il loro contenuto fantasioso ma anche per le loro richieste particolari: Waldesrauschen richiede un delicato controllo della voce e del colore, mentre Gnomenreigen è una corda ritmica e tecnica. I pianisti apprezzavano il fatto che questi pezzi mettessero in evidenza la raffinatezza piuttosto che l’ampollosità.

Dal punto di vista storico, essi segnalano anche lo stile di transizione di Liszt, che collega il romanticismo eroico della sua giovinezza con le tendenze mistiche e impressionistiche delle sue opere successive. Alcuni storici della musica considerano addirittura Waldesrauschen come un precursore dello stile impressionista che sarebbe fiorito nelle mani di Debussy decenni dopo. Nel frattempo, Gnomenreigen riecheggia elementi di Scherzo presenti nelle opere di Chopin o Mendelssohn, ma attraverso il linguaggio armonicamente più avventuroso e volatile di Liszt.

In sintesi, i Due studi da concerto riflettono l’evoluzione di Liszt in un compositore dall’intimità fantasiosa. Sono gemme del repertorio pianistico: tecnicamente impegnativi, poeticamente evocativi ed emblematici di un compositore che non aveva più nulla da dimostrare, ma ancora tanto da esprimere.

Popolare pezzo/libro di collezione in quel momento?

I due Studi da concerto, S.145 di Franz Liszt – Waldesrauschen e Gnomenreigen – all’epoca della loro pubblicazione, nel 1863, non erano così conosciuti o sensazionali come le precedenti opere virtuosistiche di Liszt (come gli Studi trascendentali o le Rapsodie ungheresi), ma furono ben accolti nei circoli musicali, soprattutto tra i pianisti e gli studenti della scuola di Liszt.

Popolarità all’epoca

Questi études erano apprezzati più come raffinati pezzi da concerto e da salotto che come grandiosi capolavori virtuosistici. La loro brillantezza tecnica unita all’immaginazione poetica li rendeva particolarmente attraenti per i pianisti professionisti e dilettanti avanzati. Tuttavia, non si trattava di composizioni in grado di suscitare un grande clamore nel mondo musicale in generale. Non divennero “successi” popolari come le parafrasi di Liszt su temi d’opera o i Liebesträume.

Liszt si stava già allontanando dalle esecuzioni pubbliche e componeva per le sensazioni; questi pezzi rappresentano una direzione più intima e artistica della sua produzione. Fanno parte dello sforzo di Liszt di elevare il valore artistico e poetico degli studi, allineandosi alla sua filosofia successiva secondo cui la tecnica deve essere al servizio dell’espressione.

Vendite e circolazione degli spartiti

Sebbene i dati di vendita dettagliati del XIX secolo siano rari, sappiamo che gli études furono pubblicati dal grande editore Schott, che aveva una forte rete di distribuzione in tutta Europa. Poiché queste opere furono scritte e dedicate a Dionys Pruckner, una nota allieva di Liszt che si esibiva e insegnava attivamente, i brani circolarono bene nelle comunità pianistiche accademiche e professionali. Non si trattava di bestseller in senso commerciale, ma si vendevano discretamente bene, soprattutto tra i pianisti seri, i conservatori e gli studi di insegnamento.

Nel corso del tempo, Gnomenreigen in particolare ha guadagnato popolarità come pezzo virtuoso da bis o da recital, mentre Waldesrauschen è stato ammirato per il suo colore tonale e il suo lirismo. Oggi, entrambi gli studi sono punti fermi del repertorio pianistico romantico avanzato, particolarmente apprezzati per la loro espressività musicale unita alle sfide tecniche.

In sintesi:

I due studi da concerto non sono stati dei veri e propri blockbuster al momento dell’uscita, ma sono stati rispettati e ammirati nei circoli musicali e pedagogici più seri.

Furono venduti modestamente da Schott, soprattutto a pianisti di livello avanzato e ai conservatori.

La loro influenza e popolarità a lungo termine crebbe con l’apprezzamento dello stile maturo di Liszt nel XX secolo e oltre.

Episodi e curiosità

Ecco alcuni episodi degni di nota e curiosità riguardanti i Due studi da concerto, S.145 (Waldesrauschen e Gnomenreigen) di Franz Liszt – opere che riflettono sia la personalità del compositore sia il mondo artistico della musica per pianoforte della metà del XIX secolo:

🎹 1. Composto per un allievo preferito

Entrambi gli studi furono composti per Dionys Pruckner, una delle talentuose allieve di Liszt. Pruckner non era solo un’abile pianista, ma anche una stretta seguace degli ideali artistici di Liszt. Liszt adattò questi brani allo stile di Pruckner: una miscela di tecnica, eleganza ed espressione di carattere. Questi études non erano pensati per l’esecuzione pubblica di Liszt, ma piuttosto per sviluppare e mostrare l’abilità artistica dei suoi studenti.

🌲 2. Natura e immaginazione al di sopra del virtuosismo

Liszt diede a questi studi titoli programmatici (Waldesrauschen = “Mormorii della foresta”, Gnomenreigen = “Danza degli gnomi”), ma senza allegare note descrittive dettagliate. Ciò segue la tendenza di Liszt a suggerire immagini senza prescrivere una narrazione, permettendo ai pianisti e al pubblico di immaginare le proprie storie.

Questi titoli mostrano anche il crescente interesse poetico e filosofico di Liszt: Waldesrauschen riflette il misticismo romantico della natura, mentre Gnomenreigen può evocare il soprannaturale e il grottesco – un fascino condiviso con altri romantici come E.T.A. Hoffmann.

👻 3. L’amore di Liszt per il fantastico

L’energia stravagante e imprevedibile di Gnomenreigen riflette il fascino di Liszt per il folklore, gli spiriti e il macabro. Questo era un tema ricorrente nelle sue opere, dalla Totentanz ai Mephisto Waltzes. Alcuni studiosi considerano Gnomenreigen uno studio in miniatura di forze demoniache o ludiche, in linea con il più ampio interesse di Liszt per il soprannaturale.

🎼 4. Anticipano l’impressionismo

Waldesrauschen è stato spesso citato da critici e pianisti come anticipatore dello stile di Debussy e Ravel. I suoi arpeggi liquidi, le trame trasparenti e le immagini naturali suggeriscono un’estetica proto-impressionista. Ciò lo rende un’importante tappa storica tra il Romanticismo e il primo Modernismo.

📜 5. Furono composte a Roma, non a Weimar

A differenza di molte delle opere precedenti di Liszt, nate durante il suo periodo a Weimar, i Due studi da concerto furono composti mentre Liszt viveva a Roma (1862-63). Lì Liszt si stava orientando sempre più verso la contemplazione religiosa e la composizione di musica sacra – eppure questi études si distinguono come pezzi laici, poetici e giocosi in quel contesto.

🔥 6. Non erano presenti in nessuna delle sue precedenti raccolte di études

Nonostante Liszt abbia scritto diverse celebri raccolte di studi (Trascendentale, Paganini, Anni di pellegrinaggio), i Due studi da concerto sono opere completamente separate, non revisioni o aggiunte a set precedenti. Ciò conferisce loro un’identità unica e indipendente all’interno della sua produzione pianistica.

🎤 7. Popolare tra i virtuosi del XX secolo

Entrambi gli studi divennero sempre più popolari nel XX secolo, soprattutto tra i pianisti che apprezzavano la sottigliezza di Liszt più che la sua appariscenza. Tra i pianisti che li hanno sostenuti ricordiamo:

Claudio Arrau, che ha dato profondità poetica a Waldesrauschen.

Vladimir Horowitz, che ha enfatizzato il fascino demoniaco di Gnomenreigen.

György Cziffra, che ha dato esecuzioni elettrizzanti di entrambi.

🎶 8. Una sorpresa preferita dai compositori

Maurice Ravel e Claude Debussy avrebbero ammirato Waldesrauschen per la sua ingegnosità coloristica. Sebbene non esistano lettere concrete o registrazioni di loro analisi formali, molti pianisti e studiosi la considerano un’influenza sulle trame atmosferiche della musica pianistica impressionista francese.

Composizioni simili / Testi / Collezioni

I Due studi da concerto, S.145 (Waldesrauschen e Gnomenreigen) di Franz Liszt sono unici per la loro combinazione di virtuosismo, lirismo e suggestione programmatica, ma appartengono a una più ampia tradizione di studi di carattere, opere tecnicamente impegnative che evocano un’immagine poetica o drammatica. Se state cercando composizioni, raccolte o suite simili, ecco alcuni forti parallelismi raggruppati per contesto e scopo:

🎹 Opere simili di Liszt

1. Tre studi da concerto, S.144 (1845-49)

Titoli: Il lamento, La leggierezza, Un sospiro

Come il S.145, questi sono espressivi studi da concerto, ciascuno con un chiaro umore poetico. Un sospiro, ad esempio, esplora l’incrocio delle mani e la sonorità, come Waldesrauschen fa con la tessitura e il flusso.

2. Grandes Études de Paganini, S.141

Questi trasformano i fuochi d’artificio violinistici di Paganini in linguaggio pianistico. Sebbene siano più apertamente virtuosistici di S.145, condividono il fascino di Liszt per la tecnica come espressione – in particolare La Campanella (No. 3), che ha un carattere malizioso simile a Gnomenreigen.

3. Studi trascendentali, S.139

Anche se generalmente più monumentali ed estremi, singoli études come Feux follets (n. 5) o Paysage (n. 3) evocano la natura e l’immaginario soprannaturale, proprio come Waldesrauschen e Gnomenreigen.

🇫🇷 Studi impressionisti e poetici francesi

4. Claude Debussy – Studi (1915)

Debussy ammirava Liszt ed estese le sue tecniche coloristiche e atmosferiche. I suoi études (ad esempio, Pour les arpèges composés, Pour les octaves) superano i limiti tecnici, ma sono anche ricchi dal punto di vista sonoro e pittorico, nello spirito di Waldesrauschen.

5. Maurice Ravel – Jeux d’eau (1901)

Ispirato a Liszt e in particolare a Waldesrauschen, questo studio acquatico per pianoforte discende dallo stile pittorico di Liszt, enfatizzando la consistenza, il flusso e il colore impressionistico.

🧙‍♂️ Studi stravaganti o soprannaturali

6. Alexander Scriabin – Studi, Op. 8 e Op. 42

Alcuni études di queste serie hanno qualità frenetiche, misteriose o simili a quelle di uno gnomo – in particolare l’Op. 8 n. 9 o l’Op. 42 n. 5. Combinano una tecnica estrema con una carica psicologica o mistica come lo Gnomenreigen.

7. Leopold Godowsky – Studi dopo Chopin

Queste rivisitazioni altamente virtuosistiche degli études di Chopin hanno una grandezza e una sperimentazione lisztiana con il colore e la tecnica, anche se spesso sono più dense nella struttura.

Études romantici e di carattere di altri autori

8. Stephen Heller – 25 Studi, Op. 45 / Op. 47

Meno intensi tecnicamente, ma ricchi di emozioni. Alcuni hanno qualità programmatiche o fiabesche, che li rendono un cugino più modesto degli études poetici di Liszt.

9. Moszkowski – 15 Études de Virtuosité, Op. 72

Moszkowski ereditò l’etica di Liszt di lirismo e brillantezza. Diversi studi, come il n. 6 o il n. 11, mettono in evidenza il carattere e l’immaginazione musicale.

10. César Cui – Caleidoscopio, Op. 50

Un insieme di 24 miniature, molte delle quali con titoli descrittivi. Pur essendo meno formidabili dal punto di vista tecnico, condividono l’umore estroso e fantastico di Gnomenreigen.

🌍 Tributi moderni o contemporanei

11. György Ligeti – Studi, Libro I-III (1985-2001)

Ligeti ha citato Liszt come una delle sue principali influenze. I suoi études sono ritmicamente complessi, innovativi e spesso ispirati alla natura o al movimento, come Fanfares o Der Zauberlehrling (“L’apprendista stregone”).

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Appunti su 3 Grandes études de concert , S.144 di -, informazioni, analisi e interpretazioni

Previsione

I Tre studi da concerto di Franz Liszt, Trois études de concert, S.144, composti tra il 1845 e il 1849, sono un insieme di brani pianistici altamente espressivi e tecnicamente impegnativi. Queste opere non sono state scritte solo per l’esibizione virtuosistica, ma incarnano anche lo stile lirico, poetico e drammatico di Liszt: ogni studio ha un carattere distinto e un’essenza programmatica. Sono spesso studiati ed eseguiti come pietre miliari del repertorio pianistico romantico.

🔹 Panoramica dell’insieme:

Titolo: Trois Études de concert (Tre studi da concerto)

Numero Searle: S.144

Data di composizione: 1845-1849

Dedica: Agli studenti di Liszt (e, in un caso, all’amante di Liszt Marie d’Agoult)

Scopo: scritti come studi da concerto, studi tecnici destinati all’esecuzione pubblica.

Livello: Da avanzato a virtuosistico (LRSM/FRSM o oltre)

🎵 I tre studi:

1. “Il lamento” (n. 1 in la bemolle maggiore)

Traduzione: “Il lamento”

Stato d’animo: dolore poetico, struggimento e malinconia introspettiva.

Caratteristiche:

Arpeggi fluidi e linee liriche

Armonie cromatiche e rubato espressivo

Richiede un tono cantilenante e una tecnica di pedale raffinata

Sfide: Voci espressive, equilibrio tra melodia e struttura, ampie campate arpeggiate.

Questo studio riflette l’anima poetica di Liszt, con una miscela di introspezione ed eleganza emotiva. Spesso sembra un tranquillo soliloquio.

2. “La leggierezza” (n. 2 in fa minore)

Traduzione: “Leggerezza”

Stato d’animo: arioso, brillante e giocoso.

Caratteristiche:

Corse cromatiche rapide e delicate e un leggero gioco di dita.

Fraseggio aggraziato, estrema agilità

Richiede un controllo eccezionale del tocco e del polso

Sfide: Chiarezza della diteggiatura, uniformità nel cromatismo, leggerezza senza fretta.

Uno degli studi più amati di Liszt, che mette in mostra un virtuosismo etereo e richiede una tecnica fluttuante e senza sforzo.

3. “Un sospiro” (n. 3 in re bemolle maggiore)

Traduzione: “Un sospiro”

Stato d’animo: romantico, lirico e trascendente.

Caratteristiche:

Accompagnamento arpeggiato continuo

La melodia si alterna tra le mani, richiedendo una coordinazione trasversale.

Ricca tavolozza armonica con trame fluttuanti

Sfide: Voci incrociate tra le mani, legato fluido, equilibrio e controllo tonale.

“Un sospiro” è probabilmente il più famoso dei tre, ammirato per la sua ampia bellezza e il delicato gioco tra le mani.

Importanza musicale e tecnica:

Questi studi combinano virtuosismo ed espressione poetica, riflettendo la maturazione dello stile di Liszt alla fine degli anni Quaranta del XIX secolo.

Essi fungono da ponte tra gli études poetici di Chopin e la successiva scrittura pianistica di Liszt, più trascendentale.

Ideale per i pianisti che si avvicinano al repertorio concertistico avanzato e che desiderano esplorare il pianismo romantico, il colore e la finezza tecnica.

Caratteristiche della musica

I Tre studi da concerto, S.144 di Franz Liszt formano un insieme unitario ma contrastante di pezzi di carattere che fondono la raffinatezza tecnica con l’espressività romantica. Sebbene ogni studio sia a sé stante come una dichiarazione musicale completa, essi condividono caratteristiche musicali e idiomatiche comuni che rendono la raccolta un contributo coeso alla letteratura pianistica concertistica e pedagogica.

🎼 CARATTERISTICHE MUSICALI DELLA RACCOLTA

Tre studi da concerto, S.144 (1845-1849)

1. Lirismo virtuosistico

A differenza degli études puramente meccanici (ad esempio, Czerny), i pezzi S.144 di Liszt sono études poetici: sviluppano la tecnica attraverso il contenuto espressivo. Ogni dispositivo tecnico è al servizio dell’espressività musicale:

Gli arpeggi ad ampio raggio sono utilizzati per generare linee melodiche ampie.

I passaggi rapidi sono integrati con fraseggi lirici o drammatici.

Il virtuosismo esalta lo stato d’animo, non solo la brillantezza.

2. Carattere programmatico e titoli poetici

Ogni studio ha un titolo (Il lamento, La leggierezza, Un sospiro) che riflette il suo obiettivo espressivo. Gli studi sono più che altro poesie per pianoforte, ognuna delle quali evoca il dolore e la nostalgia (Il lamento, La leggierezza, Un sospiro):

dolore e nostalgia (Il lamento)

Leggerezza e grazia (La leggierezza)

Sospiro e trascendenza (Un sospiro).

La scelta di Liszt di titoli italiani sottolinea anche la loro sensibilità lirica ed emotiva.

3. Unità tematica attraverso il contrasto

Sebbene ogni studio sia distinto per tonalità, struttura e tecnica, è unificato da:

Gesti lirici e drammatici simili.

Una struttura condivisa: forme in un unico movimento (spesso A-B-A o ternario), che culminano verso la fine.

Il linguaggio armonico romantico: cromatismo, modulazioni e dissonanza espressiva.

L’insieme crea un arco emotivo naturale: dal dolore, alla giocosità, alla bellezza redentrice.

4. Uso avanzato della tessitura e del pedale

Liszt esplora un’ampia gamma di tessiture pianistiche:

Il lamento e Un sospiro utilizzano accordi spezzati e sonorità stratificate.

La leggierezza utilizza un’articolazione leggera e distaccata e una voce interna veloce.

Gli études richiedono un uso magistrale del pedale per:

fondere le armonie (soprattutto in Un sospiro)

Evidenziare le linee melodiche sugli arpeggi

Sostenere frasi di ampio respiro

5. Tecniche trasversali e di indipendenza delle mani

Liszt sfrutta la coreografia spaziale:

Un sospiro è famoso per l’esecuzione a mani incrociate, con la melodia che salta da una mano all’altra attraverso arpeggi fluidi.

Il lamento e La leggierezza richiedono una delicata indipendenza delle voci tra le dita interne ed esterne.

Questi elementi tecnici sono tanto visivi e teatrali quanto musicali.

6. Il linguaggio armonico romantico

Liszt impiega:

modulazioni cromatiche e spostamenti enarmonici

dissonanze irrisolte per creare tensione emotiva

Accordi estesi (specialmente di nona e undicesima) per approfondire la sonorità.

L’esplorazione armonica in questi studi anticipa le ultime opere di Liszt e prefigura persino l’Impressionismo.

7. Libertà di ritmo e rubato

Gli studi favoriscono la flessibilità del fraseggio, del rubato e della forma espressiva:

Il lamento e Un sospiro richiedono libertà lirica, con flussi e riflussi.

La leggierezza, pur essendo veloce, richiede un tempo rubato aggraziato all’interno della pulsazione.

Liszt tratta il ritmo in modo espressivo, non rigido.

🎯 Sintesi delle caratteristiche musicali principali

Caratteristica Descrizione

Stile Romanticismo poetico, virtuosismo da concerto
Forma Forma libera ternaria o ad arco (A-B-A, con coda)
Armonia Cromatismo, modulazione enarmonica, ricchezza di sonorità
Tessitura Arpeggi, melodie stratificate, mano incrociata, pedaliera coloristica
Tecnica Destrezza avanzata delle dita, vocalità lirica, indipendenza delle mani incrociate
Carattere Emotivo, espressivo e pittoresco (doloroso, giocoso, trascendente)

Questi studi rappresentano il punto di svolta di Liszt: dalla bravura giovanile alla trascendenza poetica. Si tratta di un’opera di immaginazione ed espressione tanto quanto di abilità tecnica.

Analisi, Tutorial, Interpretazione e Punti Importanti da Suonare

Ecco una descrizione completa dei Tre studi da concerto, S.144 di Franz Liszt, con analisi, tutorial, interpretazione e suggerimenti per l’esecuzione di ciascun brano:

🎵 1. “Il lamento” in A♭ maggiore

🔍 Analisi:
Forma: Ternario (A-B-A’ con coda)

Struttura della chiave: A♭ maggiore → Do minore → Modulazioni → A♭ maggiore

Materiale motivico: Costruito su figure di sospiro discendenti, voci interne cromatiche e sospensioni armoniche espressive

Stato d’animo: Elegiaco, struggente e intensamente lirico

Armonia: Ricca di cromatismi, modulazione enarmonica, accordi napoletani e di sesta aumentata

🎹 Tutorial e focus tecnico:
Voicing: Controllo della melodia all’interno di trame dense (specialmente tra le voci superiori e centrali).

Fase di legatura: Utilizzare la tecnica della sovrapposizione delle dita e una sottile fusione dei pedali.

Arpeggi: Accordi spezzati eseguiti in modo fluido su ampie campate (richiede flessibilità della mano e rotazione dell’avambraccio).

Pedalare: Mezzo pedale o pedale sincopato necessario per evitare sfocature nei passaggi cromatici.

🎭 Interpretazione:
Pensate a questo brano come a un soliloquio romantico: non affrettate mai il fraseggio.

Usate il rubato per respirare e modellare le linee, specialmente quando si sale verso i climax.

Enfatizzate i contrasti tra le sezioni (dal lamento alla speranza).

Suggerimenti per l’esecuzione:
Modellare le dinamiche come in un recitativo vocale.

Bilanciate con cura le voci interne senza lasciare che la tessitura si intorbidisca.

Esercitatevi sulla melodia separatamente per rafforzare il suo fraseggio sopra l’accompagnamento.

🎵 2. “La leggierezza” in fa minore

🔍 Analisi:
Forma: Ternario modificato con transizioni di tipo cadenzale.

Struttura della chiave: Fa minore → A♭ maggiore → Fa minore

Struttura: Corse cromatiche veloci, figure staccate, leggeri accordi spezzati

Stato d’animo: elfico, mercuriale, malizioso, ma aggraziato

Armonia: Uso di colori diminuiti e interi, in particolare nella frizzante cadenza.

🎹 Tutorial e tecnica:
Tecnica cromatica delle dita: Scale leggere e rapide con sostituzione delle dita e articolazione precisa.

Controllo dello staccato: Richiede un movimento elastico del polso e una pressione minima delle dita.

Cadenza: Deve essere libera ma ritmicamente consapevole; esercitarsi a mani separate e poi accelerare gradualmente.

Ornamentazione: Note di grazia e mordenti veloci: manteneteli eleganti e non affrettati.

🎭 Interpretazione:
Immaginate una danza di fate con un tocco giocoso e delicato.

Variare l’articolazione per ottenere sfumature musicali.

Lasciate che i silenzi e le pause aumentino il fascino.

Consigli per l’esecuzione:
Mantenete i polsi e le dita rilassati: la tensione uccide l’agilità.

Usate il raggruppamento ritmico quando vi esercitate sulle linee cromatiche veloci.

Suonate in pianissimo quando potete: aumenta il senso di leggerezza e di controllo.

🎵 3. “Un sospiro” in Re♭ maggiore

🔍 Analisi:
Forma: Ternario (A-B-A’ + coda)

Struttura: Arpeggi fluidi con melodia passata tra le mani

Struttura della chiave: D♭ maggiore → C♯ minore → D♭ maggiore

Stato d’animo: Trascendente, tenero, sospiro romantico

Armonia: Altamente cromatica, con cambi enarmonici e colori armonici impressionistici

🎹 Tutorial e tecnica:
Tecnica dell’incrocio delle mani: Attraversamento fluido senza disturbare il fraseggio; la melodia deve sempre cantare

Arpeggi: uniformi, collegati e ritmicamente stabili (richiedono una rotazione controllata del polso e l’equilibrio del braccio)

Pedalare: Utilizzare pedali sovrapposti e sincopati per mantenere il legato e sostenere le armonie senza offuscare la melodia.

Controllo della melodia: Deve emergere senza soluzione di continuità, nonostante il frequente cambio di mano.

Interpretazione:
Pensate alla melodia come a un’unica voce che fluttua sulle onde: le mani possono cambiare, ma la linea deve rimanere continua.

Il tempo deve scorrere come un sospiro, spingendo e rilassando delicatamente.

Suggerimenti per l’esecuzione:
Esercitarsi con gli arpeggi lentamente, prestando attenzione alla voce.

Imparare la melodia da sola e aggiungere l’accompagnamento in un secondo momento.

Sedersi leggermente più in alto del solito per aiutare i movimenti trasversali delle mani.

Usare il pedale della corda nei passaggi morbidi per controllare il colore.

🧠 Filosofia interpretativa generale dell’insieme:
Ogni studio ha un’identità basata sul carattere:

Il lamento = luttuoso ed espressivo

La leggierezza = brillantezza giocosa

Un sospiro = trascendenza lirica

Nonostante le esigenze tecniche, l’espressività regna sovrana.

Trattateli come poemi tonali in miniatura, ognuno con il proprio arco drammatico.

📝 Strategia pratica:
Isolare le voci: Esercitate la melodia e l’accompagnamento separatamente.

Mani separate: Specialmente nelle sezioni a mani incrociate o nelle esecuzioni cromatiche.

Padronanza del tempo lento: Mantenere intatta la musicalità anche a bassa velocità.

Registratevi: Ascoltate il voicing, il rubato, la chiarezza del pedale.

Pratica mentale: Visualizzare il movimento delle mani e il suono lontano dal pianoforte.

Storia

I Tre studi da concerto, S.144 di Franz Liszt, composti tra il 1845 e il 1849, sono emersi durante un periodo cruciale della vita del compositore, sia dal punto di vista artistico che personale. Era un periodo in cui Liszt, il virtuoso fiammeggiante degli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, cominciava a evolversi in un artista più introspettivo e spiritualmente incline. Dopo essersi ampiamente ritirato dal palcoscenico dei concerti pubblici a metà degli anni Quaranta del XIX secolo, Liszt spostò la sua attenzione verso la composizione, l’insegnamento e il perfezionamento artistico. I Tre studi da concerto nacquero in questo clima di cambiamento e maturità creativa.

Sebbene questi studi siano chiamati “da concerto” – un’etichetta che suggerisce un virtuosismo sfolgorante – sono più che dei capolavori. Essi rivelano il desiderio di Liszt di creare opere che fondano la brillantezza tecnica con una profonda espressione poetica. In effetti, segnano un significativo allontanamento dai suoi precedenti studi pieni di fuochi d’artificio, come gli Studi trascendentali degli anni Trenta del XIX secolo. I Tre studi da concerto non sono incentrati sulla potenza fine a se stessa, ma piuttosto sulla profondità espressiva incanalata attraverso un pianismo raffinato.

Ogni étude dell’insieme è stato concepito con un forte carattere poetico, sottolineato dai titoli italiani: Il lamento, La leggerezza e Un sospiro. Questi titoli sono stati probabilmente aggiunti in seguito, forse da Liszt stesso o dagli editori, ma riflettono il mondo emotivo che Liszt stava esplorando: dolore, grazia e trascendenza. Il linguaggio emotivo di questi brani si allinea strettamente con il fascino romantico per l’umore, il colore e gli stati interiori dell’essere, piuttosto che per la semplice visualizzazione esterna.

Storicamente, le opere furono probabilmente composte a Weimar, dove Liszt iniziò il suo lungo incarico di Kapellmeister nel 1848. La sua posizione gli diede il tempo e le risorse per dedicarsi alla composizione seria. Cominciò anche a raccogliere intorno a sé un gruppo di allievi che sarebbero diventati il nucleo della sua cosiddetta “master class”. Questi études sono tra le molte opere che Liszt scrisse con finalità sia pedagogiche che concertistiche, un duplice obiettivo che diventerà un tratto distintivo della sua produzione matura.

In particolare, Un sospiro divenne il più famoso dei tre, spesso eseguito per la sua magica struttura e l’innovativa tecnica a mani incrociate. Tuttavia, tutte e tre le opere furono ammirate nel loro tempo per la loro miscela di esigenze tecniche e sfumature espressive. In questo modo, rappresentano un cambiamento filosofico nel concetto stesso di étude: da esercizio meccanico a opera d’arte.

Così, i Tre studi da concerto riflettono un momento in cui Liszt, non avendo più bisogno di dimostrare le sue abilità alla tastiera, utilizzò la sua formidabile tecnica al servizio della bellezza, dell’introspezione e della verità emotiva. Questi brani, modesti nel numero ma ricchi nella sostanza, esemplificano la trasformazione di Liszt virtuoso in Liszt compositore visionario.

Impatto e influenze

I Tre studi da concerto, S.144-Il lamento, La leggierezza e Un sospiro di Franz Liszt hanno avuto un impatto profondo e duraturo sull’evoluzione della musica per pianoforte. Queste opere hanno contribuito a rimodellare il modo in cui compositori, pianisti e pubblico hanno compreso la funzione e il potenziale dell’étude. Di seguito un’esplorazione mirata del loro impatto e delle loro influenze:

🎹 1. Reimmaginare l’étude come arte poetica

Prima di Liszt, la maggior parte degli études (ad esempio, Czerny, Clementi) erano concepiti principalmente per lo sviluppo tecnico. Liszt ridefinì il genere con S.144, combinando la padronanza tecnica con la profondità emotiva e il contenuto lirico. I suoi études divennero opere da concerto, destinate non solo alla sala prove ma anche al palcoscenico.

Impatto:

Elevò l’étude a forma legittima di musica da concerto espressiva.

Ispirò i compositori successivi a infondere agli études atmosfera, colore e narrazione.

🎼 2. Influenza sui compositori romantici e post-romantici

Il linguaggio armonico di Liszt, le innovazioni pianistiche e la libertà strutturale di S.144 influenzarono molti importanti compositori:

Claude Debussy fu attratto dall’armonia coloristica e dagli effetti di pedale di Liszt (soprattutto in Un sospiro).

Maurice Ravel ammirava il trattamento della tessitura e dell’atmosfera di Liszt.

Alexander Scriabin si basò sul cromatismo e sulla risonanza spirituale di Liszt, soprattutto in opere emotivamente intense come Il lamento.

Sergei Rachmaninoff seguì il modello di Liszt scrivendo études carichi di emozioni che combinavano il virtuosismo con un profondo lirismo (Études-Tableaux).

Impatto:

Ispirò gli impressionisti francesi e i mistici russi.

Creò le basi per l’idea del “poema tonale per pianoforte”, influenzando non solo gli études ma anche i preludi e le fantasie.

🎹 3. Impatto pedagogico

Questi études divennero un repertorio essenziale per i pianisti seri, funzionando come:

Studi tecnici avanzati su voicing, arpeggi e cross-hand playing.

Studi di rubato, sfumature dinamiche e controllo del colore.

Impatto:

Costituisce una parte fondamentale della pedagogia pianistica di livello da intermedio ad avanzato.

Ha introdotto tecniche raffinate (ad esempio, cromatismo espressivo, melodia fluttuante) che i pianisti devono padroneggiare.

🎶 4. Innovazioni nella tecnica e nella tessitura pianistica

In questi studi Liszt è stato il pioniere di diverse tecniche che sono diventate standard nella scrittura pianistica romantica e del XX secolo:

La modellazione della melodia a mani incrociate in Un sospiro, che anticipa le trame di Ravel e Godowsky.

La figurazione cromatica e rapida de La leggierezza, poi ripresa da Scriabin e Debussy.

Movimento espressivo della voce interna ne Il lamento, che diventa un modello per la drammatizzazione delle linee melodiche interne.

Impatto:

Ha aperto nuove possibilità nella sonorità del pianoforte e nelle tessiture stratificate.

Ha fatto progredire l’uso del pedale e della voce come strumenti espressivi.

Eredità culturale e artistica

I Tre studi da concerto di Liszt contribuirono a:

Cementare il suo ruolo non solo come virtuoso, ma come compositore-filosofo, un visionario che cercava una profondità spirituale e poetica nella musica.

incoraggiare una generazione di compositori ed esecutori a perseguire una musica che richiede sia abilità tecnica che maturità interpretativa.

In sintesi, i Three Concert Études, S.144 hanno avuto un’influenza di vasta portata:

Hanno ridefinito l’étude come opera da concerto.

Hanno aperto la strada a nuove possibilità espressive e tecniche.

Sono diventati modelli di scrittura pianistica romantica per generazioni di compositori ed esecutori.

Continuano a plasmare il modo in cui i pianisti studiano, eseguono e comprendono il potenziale espressivo del pianoforte oggi.

Popolare pezzo/libro di collezione all’epoca?

Sì, i Tre studi da concerto, S.144 di Liszt godettero di una notevole popolarità e influenza poco dopo la loro pubblicazione a metà del XIX secolo, soprattutto tra i pianisti esperti e gli studenti del repertorio romantico. Anche se non furono immediatamente sensazionali come le opere più folgoranti di Liszt, come gli Studi trascendentali, i Tre studi da concerto furono riconosciuti per la loro raffinata bellezza poetica, la profondità espressiva e l’innovazione pianistica, e circolarono ampiamente in forma stampata.

Popolarità e vendite degli spartiti 📚

Gli Études furono pubblicati nel 1849 e vennero rapidamente accolti sia da pianisti professionisti che da dilettanti seri.

Liszt era già uno dei musicisti più famosi d’Europa e il suo nome garantiva l’interesse commerciale per le sue pubblicazioni.

Questi studi si inseriscono nel crescente “boom della letteratura pianistica” del XIX secolo, quando gli editori (come Breitkopf & Härtel, Schott o Kistner) producevano grandi volumi di musica per pianoforte per soddisfare la domanda dei conservatori e dei salotti domestici.

La natura più lirica e intima di questi études, in particolare Un sospiro, li rendeva più accessibili al pubblico amatoriale istruito, aumentandone la popolarità e le vendite.

🎶 Popolarità delle esecuzioni

Un sospiro è diventato rapidamente uno dei preferiti nei programmi dei recital, grazie alla sua tecnica unica a mani incrociate e all’atmosfera eterea. È tuttora una delle opere brevi di Liszt più frequentemente eseguite.

La leggierezza, con la sua delicata brillantezza, piaceva soprattutto ai pianisti che volevano mettere in mostra il loro tocco e la loro agilità senza eccedere nella bravura.

Il lamento, leggermente più introspettivo, si rivolgeva a coloro che apprezzavano la profondità emotiva e le sfumature armoniche.

Appello didattico

Poiché questi studi combinavano sfide tecniche e sostanza musicale, erano spesso raccomandati dagli insegnanti di pianoforte, soprattutto nei conservatori come quelli di Parigi, Lipsia e successivamente di Vienna.

Alla fine del XIX secolo entrarono a far parte del repertorio standard degli studi avanzati, insieme a opere di Chopin e successivamente di Scriabin.

📈 Sintesi della ricezione all’epoca:

✅ Ben accolti dai pianisti per la loro natura lirica ed espressiva.

✅ Gli spartiti si vendono con regolarità, soprattutto tra la borghesia colta.

✅ Un sospiro ottenne una rapida popolarità in ambito concertistico.

✅ Il loro successo artistico rafforzò la reputazione di Liszt come compositore non solo virtuoso, ma anche poetico e di spessore.

Episodi e curiosità

Ecco alcuni episodi e curiosità affascinanti sui Tre studi da concerto, S.144 di Franz Liszt, un insieme che, pur essendo compatto nella forma, è ricco di storia, ispirazione poetica e leggenda pianistica.

🎭 1. I titoli italiani: Non sono originari di Liszt?

Anche se gli études sono notoriamente conosciuti come:

Il lamento

La leggierezza (“Leggerezza”)

Un sospiro

… si ritiene che questi titoli non siano stati assegnati da Liszt stesso, almeno non al momento della composizione. È probabile che siano stati aggiunti dai curatori o dagli editori, forse per rendere le opere più evocative e commerciabili, pratica comune nell’epoca romantica. Tuttavia, i titoli sono appropriati e sono diventati inseparabili dall’identità della musica.

🎹 2. L’illusione ottica di Un sospiro

L’étude più famoso, Un sospiro, utilizza l’esecuzione a mani incrociate in modo tale che la melodia “galleggi” sopra un accompagnamento arpeggiato. Osservato dal pubblico, il frequente incrocio delle mani appare come un movimento elegante e ballettistico, quasi come se il pianista stesse evocando la musica dal nulla.

Questa coreografia fisica divenne uno degli effetti visivi preferiti da Liszt, che spesso sfruttava il gesto per ottenere un impatto teatrale ed emotivo.

📜 3. Uno studio ispirato alla sofferenza?

Il lamento potrebbe essere stato ispirato da un dolore personale o spirituale, forse la morte del padre di Liszt nel 1827 o la crisi esistenziale di Liszt stesso negli anni ’40 del XIX secolo, quando iniziò a ritirarsi dal palcoscenico. Anche se si tratta di ipotesi, il ricco cromatismo e le frasi sospirate dell’étude suggeriscono un profondo senso di lutto e di trasformazione emotiva.

🎼 4. La leggierezza quasi non sopravviveva

Per un certo periodo, La leggierezza è stata oscurata da Un sospiro nella popolarità delle esecuzioni e quasi dimenticata. Tuttavia, il XX secolo ha portato una rinascita dell’interesse grazie a pianisti come Cziffra e Horowitz, che ne hanno enfatizzato la brillantezza e l’arguzia. I suoi intricati ornamenti e le sue linee delicate sono oggi considerati un primo esempio del virtuosismo di Liszt “dal tocco di piuma”.

🧠 5. L’eredità didattica di Liszt: Gli studi come strumenti di espressione

Liszt non si limitò a comporre questi études, ma li insegnò. Durante i suoi leggendari corsi di perfezionamento a Weimar, Liszt usava brani come i Tre studi da concerto per guidare gli studenti oltre la tecnica e verso la narrazione artistica. Insisteva sul fatto che Un sospiro non dovesse suonare difficile, ma fluire in modo naturale come la respirazione.

📽️ 6. Cinema e cultura pop

Un sospiro è stato utilizzato in diversi film, documentari e partiture di balletti, in particolare per scene di romanticismo, desiderio o riflessione. Il suo carattere ipnotico e la sua eleganza senza tempo lo rendono uno dei preferiti per le scene di grande impatto emotivo.

È apparsa anche negli anime moderni, nei film d’arte e nella cultura pianistica di YouTube, spesso come simbolo di gusto raffinato o di espressione spirituale.

💬 7. Commenti di grandi pianisti

Claudio Arrau ha definito Un sospiro “uno studio sulla trascendenza”.

Vladimir Horowitz ha eseguito La leggierezza con una velocità abbagliante, ma ha anche sottolineato la sua “pericolosa leggerezza”, lasciando intendere che è più difficile di quanto sembri.

Composizioni simili / Suite / Collezioni

Ecco diverse suite, raccolte e singole composizioni simili per spirito, stile o scopo ai Tre studi da concerto, S.144 di Franz Liszt. Questi lavori combinano brillantezza tecnica e profondità espressiva, proprio come l’insieme di Liszt. Si va dagli études romantici ai pezzi poetici da concerto, con obiettivi e capacità artistiche paragonabili.

🎼 Di Liszt stesso

1. Studi trascendentali, S.139

Sono più ampi e virtuosistici di S.144, ma alcuni (ad esempio Harmonies du soir, Ricordanza) condividono il lato poetico e lirico di Un sospiro o Il lamento.

Mostra una tecnica estrema abbinata a una pittura d’atmosfera.

2. Grandes Études de Paganini, S.141

Studi virtuosistici basati sui capricci per violino di Paganini.

Condividono la bravura e la magia delle mani incrociate de La leggierezza.

3. Années de pèlerinage (Anni di pellegrinaggio), in particolare Deuxième année: Italie, S.161
Queste suite ispirate al viaggio (ad esempio, Sposalizio, Sonetti di Petrarca) esplorano una scrittura profondamente lirica ed espressiva per pianoforte solo.

Ideale se si ammira Un sospiro per le sue qualità spirituali e poetiche.

🎹 Di altri compositori romantici

4. Chopin – Studi, Op. 10 e Op. 25

Come gli études di Liszt, combinano poesia e tecnica.

Ad esempio, l’Op. 10 n. 3 (lirico come Il lamento) o l’Op. 25 n. 1 (struttura arpeggiata come Un sospiro).

5. Stephen Heller – 25 Studi, Op. 45

Più accessibile, ma ricco di fascino romantico e di intenti poetici.

Heller è stato uno dei primi a collegare la tecnica con il carattere e il lirismo degli studi.

6. Alexander Scriabin – Studi, Op. 8 e Op. 42

Altamente espressivi, spesso armonicamente ricchi ed emotivamente intensi come Il lamento.

Scriabin fu profondamente influenzato dal cromatismo e dalla tessitura pianistica di Liszt.

7. Claude Debussy – Études (1915)

Molto più tardi nello stile, ma allo stesso modo trasforma le sfide tecniche in esperienze musicali.

Particolarmente rilevanti se siete interessati al colore, agli effetti del pedale e all’atmosfera.

🌌 Pezzi da concerto poetici e non studiosi

8. Rachmaninoff – Études-Tableaux, Op. 33 e Op. 39

Si tratta di poemi tonali sotto forma di études, che riprendono il modello di Liszt.

Evocano stati d’animo, paesaggi o immagini con un pianismo potente.

9. Charles-Valentin Alkan – Studi in chiave minore, op. 39

Monumentale e drammatico, spesso spiritualmente intenso.

Il n. 2: En rythme molossique o il n. 12: Le Festin d’Ésope mostrano come gli études possano essere epici.

10. Mily Balakirev – Islamey: Fantasia orientale

Un pezzo da concerto con esotismo, virtuosismo e carattere espressivo, molto simile a una rapsodia o a un étude lisztiano.

✨ Sommario: Collezioni simili da esplorare

Compositore Opera/Collezione simile a (S.144)

Liszt Transcendental Études, S.139 Controparte più ampia e virtuosistica
Chopin Études, Op. 10 e 25 Lirismo romantico + tecnica
Studi di Scriabin, op. 8 e 42 Intensità armonica/spirituale
Debussy Études (1915) Trasformazione impressionistica degli études
Rachmaninoff Études-Tableaux, Op. 33 & 39 Études programmatici con virtuosismo
Heller Études, Op. 45 Accessibile ma poetico
Alkan Études, Op. 39 Monumentali studi romantici
Balakirev Islamey Carattere abbagliante ed esotico

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Appunti su Étude en douze exercices, S.136 di Franz Liszt, informazioni, analisi e interpretazioni

Previsione

Gli Études en douze exercices, S.136 (1826) di Franz Liszt sono un’opera formativa nell’evoluzione dell’étude pianistico e un’importante pietra miliare nello sviluppo di Liszt stesso come compositore e virtuoso. Di seguito una panoramica del suo contesto, del suo contenuto e del suo significato:

🎼 Panoramica: Études en douze exercices, S.136 (1826)

Compositore: Franz Liszt
Anno di composizione: 1826 (pubblicato nel 1826 a Vienna)
Numero di catalogo: S.136
Età del compositore: 15 anni
Numero di pezzi: 12 studi
Dedica: Carl Czerny (insegnante di Liszt)

🧠 Contesto e finalità

Questa prima serie di études fu composta quando Liszt era un adolescente prodigio sotto la tutela di Carl Czerny, anch’egli allievo di Beethoven e maestro pedagogo.

Gli Études en douze exercices sono studi tecnici, modellati sugli esercizi di Czerny, con chiari obiettivi pedagogici: allenare l’agilità, l’indipendenza delle dita e la coordinazione tecnica di base.

Non sono ancora gli études lisztiani maturi e sfolgoranti che associamo a opere come gli Études Transcendentales o i Grandes Études.

Tuttavia, prefigurano il successivo virtuosismo, l’audacia armonica e l’interesse per la trasformazione tematica di Liszt.

🎹 Caratteristiche musicali

Tecnica: schemi di base delle dita, passaggi, accordi spezzati, scale, note ripetute, ecc.

Stile: Chiara influenza classica (soprattutto da Czerny e dal primo Beethoven), ma con accenni alla voce personale di Liszt.

Tonalità: Per lo più convenzionale, spesso diatonica, radicata nell’armonia classica.

Struttura: Breve e concisa; gli études non sono “pezzi da concerto” ma hanno un intento didattico.

Evoluzione dell’opera

Liszt rielaborò questo insieme due volte:

1837 – Douze Grandes Études, S.137

Questi sono stati rielaborati e ampliati in modo massiccio, richiedendo un virtuosismo estremo.

Considerati quasi inascoltabili dalla maggior parte dei pianisti dell’epoca.

1851 – Studi trascendentali, S.139

La versione finale, una condensazione e un perfezionamento della versione del 1837.

Si tratta di studi da concerto maturi, ciascuno con un titolo programmatico (ad esempio, “Mazeppa”, “Feux follets”).

Rappresenta Liszt all’apice della sua innovazione pianistica.

🎯 Perché S.136 è ancora importante

Offre uno sguardo alla prima formazione di Liszt e al modo in cui digerì il linguaggio tecnico di Czerny.

È un raro esempio di Liszt nella fase di “studente compositore”, prima che la sua piena identità artistica prendesse forma.

Studenti e studiosi li studiano per tracciare l’evoluzione del suo stile pianistico e la trasformazione del materiale tecnico in arte.

Caratteristiche della musica

Gli Études en douze exercices, S.136 di Franz Liszt (1826), sono musicalmente modesti ma importanti per gettare le basi del suo successivo stile virtuoso. Composti quando Liszt aveva solo 15 anni, questi pezzi sono essenzialmente studi per studenti ispirati alle opere pedagogiche di Carl Czerny, e le loro caratteristiche musicali riflettono sia il loro scopo didattico che i primi segni della voce creativa di Liszt.

🎼 Caratteristiche musicali della raccolta (S.136)

1. Scopo e funzionalità

Gli studi sono destinati allo sviluppo tecnico piuttosto che all’esecuzione concertistica.

Si rivolgono a tecniche specifiche delle dita, mirando alla destrezza, all’uniformità e alla forza.

Ogni esercizio si concentra su una particolare sfida meccanica, come scale, arpeggi, accordi spezzati, note ripetute o indipendenza della mano.

2. Forma e struttura

Generalmente brevi e sezionali, con chiare forme binarie o ternarie.

Le frasi sono costruite in periodi equilibrati in stile classico (spesso 4 o 8 misure).

C’è poco sviluppo tematico: l’attenzione è rivolta alla figurazione piuttosto che alla trasformazione motivazionale.

3. Tonalità e armonia

La tonalità è convenzionale e diatonica, con scale maggiori e minori semplici.

Le progressioni degli accordi sono prevedibili e da manuale, con relazioni di base tra tonica e dominante.

Compaiono i primi cromatismi e le prime modulazioni, che alludono alla futura libertà armonica di Liszt.

4. Trama e figurazione

Trame prevalentemente omofoniche con passaggi della mano destra su un accompagnamento della mano sinistra.

Le trame variano tra:

Passaggi scalari in esecuzione

Schemi di accordi spezzati

Accompagnamenti di tipo albertiano

Semplice supporto accordale

Alcuni études accennano all’indipendenza contrappuntistica a due mani, un’abilità che Liszt avrebbe acquisito in seguito.

5. Scrittura melodica

Le melodie sono spesso implicite piuttosto che liriche, inserite in schemi tecnici.

Alcuni études offrono accenni tematici, ma il materiale è generalmente leggero e costruito su frammenti di scala o arpeggi.

6. Virtuosismo

Per gli standard successivi di Liszt, questi non sono virtuosi.

Tuttavia, per un compositore quindicenne, sono tecnicamente sofisticati e precursori della sua futura brillantezza.

Ci sono segni rudimentali dei successivi gesti lisztiani: ampi salti, rapide ripetizioni di note e slancio ritmico.

7. Influenze stilistiche

Forte influenza di Czerny, sia nella forma che nel contenuto.

Occasionali echi del primo Beethoven e di Hummel, in particolare nel ritmo armonico e nel fraseggio.

Più conservatore e sobrio rispetto alle prime fantasie e trascrizioni pubblicate di Liszt.

Caratteristiche generali della suite

Sebbene Liszt non abbia assegnato titoli programmatici o un arco narrativo, gli études possono essere visti come una suite progressiva:

Gli studi 1-6 si concentrano sulla tecnica di base delle dita e sul movimento scalare.

Gli studi 7-9 esplorano accordi spezzati, trame arpeggiate e movimenti più ampi della mano.

Gli studi 10-12 iniziano a mostrare una maggiore ambizione nel ritmo, nella struttura e nella varietà armonica.

🔍 Sommario

Categoria Caratteristiche

Scopo Pedagogico; studi tecnici fondamentali
Tonalità Classica, diatonica, per lo più maggiore/minore
Struttura Omofonica, con occasionali suggestioni polifoniche
Virtuosismo Da lieve a moderato; non si tratta di études da concerto
Forma Binario/ternario; fraseggio classico
Influenze Czerny, primo Beethoven, Hummel
Tratti lisztiani Primi segni: arpeggi, ottave spezzate, esecuzioni scalari

Analisi, tutorial, interpretazione e punti importanti da suonare

Di seguito è riportata una guida completa che comprende l’analisi, il tutorial, l’interpretazione e i suggerimenti per l’esecuzione al pianoforte di ciascuno dei dodici études di Études en douze exercices, S.136 di Franz Liszt.

🎼 Études en douze exercices, S.136 – Guida completa

Scopo generale dell’insieme:
Servire come esercizi tecnici di base

Introdurre gli aspetti chiave dell’indipendenza delle dita, dell’articolazione e del movimento.

Struttura pedagogica dell’inizio del XIX secolo, influenzata da Czerny.

🎹 Studio n. 1 in do maggiore

Focus: Movimento a cinque dita e scala della mano destra
Forma: Ternario (A-B-A), fraseggio semplice
Suggerimenti per l’esercitazione:

Esercitarsi con pattern lenti e legati a cinque dita.

Lavorare su un’articolazione precisa delle dita ed evitare di usare eccessivamente il peso del braccio.
Interpretazione:

Mantenere un tono uniforme e pulito.

Dare forma musicale a ogni frase, nonostante la concentrazione tecnica.

🎹 Studio n. 2 in la minore

Focus: Accordi spezzati e figurazione melodica
Forma: Forma a due parti con ripetizione ritmica
Suggerimenti per l’esercitazione:

Isolare gli arpeggi della mano destra ed esercitarsi per ottenere l’uniformità.

Mantenere l’accompagnamento accordale della mano sinistra morbido e controllato.
Interpretazione:

Enfatizzare la qualità canora della melodia nascosta nella figurazione.

Mantenere il fraseggio sulla ripetizione del pattern.

🎹 Studio n. 3 in Mi Maggiore

Focus: Scale e arpeggi rapidi di sedicesimi di nota
Forma: Binario con materiale contrastante
Suggerimenti per l’esercitazione:

Utilizzare gruppi ritmici per esercitarsi (ad esempio, in 3 o 4).

Applicare una leggera rotazione del polso nei pattern ascendenti/discendenti.
Interpretazione:

Rendere le linee fluenti liriche e ininterrotte.

Leggere oscillazioni dinamiche aiutano a dare forma alle frasi lunghe.

🎹 Studio n. 4 in do diesis minore

Focus: Cromatismo e agilità delle dita
Forma: Binario con contrasto centrale
Suggerimenti per l’esercitazione:

Diteggiatura della scala cromatica: evitare la tensione mantenendo flessibili i polpastrelli.

Esercitarsi lentamente, aumentando gradualmente il tempo.
Interpretazione:

Far risaltare il contrasto tra cromatismo e passaggi diatonici.

Usare un rubato sottile per aumentare la drammaticità.

🎹 Studio n. 5 in si bemolle maggiore

Focus: Note ripetute e precisione dello staccato
Forma: Marcia, con chiarezza ritmica
Suggerimenti per l’esercitazione:

Usare lo staccato con le dita senza irrigidire il polso.

Praticare accenti su battute diverse per stabilizzare il ritmo.
Interpretazione:

Mantenere un carattere giocoso o da marcia.

Utilizzare le dinamiche per il contrasto del fraseggio.

🎹 Studio n. 6 in sol minore

Focus: Spostamento di ottava e contrasti ritmici
Forma: Drammatico con sezione centrale sincopata
Suggerimenti per l’esercitazione:

Esercitare le mani separatamente per gestire i salti.

Usare il movimento delle braccia per ottenere spostamenti di ottava più ampi.
Interpretazione:

Enfatizzare la spinta ritmica e la sincope.

Trasmettere un carattere più scuro e drammatico.

🎹 Studio n. 7 in Re maggiore

Focus: Arpeggi in entrambe le mani
Forma: Texture arpeggiata fluida
Suggerimenti per l’esercitazione:

Coordinare gli incroci delle mani e mantenere transizioni fluide.

Suddividere gli arpeggi di grandi dimensioni in zone di posizione delle mani.
Interpretazione:

Mantenere una sonorità fluida e simile a quella dell’arpa.

Enfatizzare la risonanza e il controllo del pedale.

🎹 Studio n. 8 in Fa diesis minore

Focus: Seste e terze spezzate
Forma: Struttura ABA
Suggerimenti per l’esercitazione:

Esercitarsi sugli intervalli lentamente per sviluppare la forma e la precisione della mano.

Utilizzare la sostituzione delle dita per ottenere un legato fluido.
Interpretazione:

Puntate a una malinconia lirica; lasciate che le voci interiori cantino.

Usare il pedale in modo sottile per fondere le voci.

🎹 Studio n. 9 in Mi Maggiore

Focus: Ampi salti e agilità della mano destra
Forma: Figurazione virtuosistica su un LH stabile
Suggerimenti didattici:

Utilizzare la rotazione del polso per salti veloci.

Mantenere il ritmo del basso sinistro stabile e non invadente.
Interpretazione:

Dare al RH un carattere “frizzante”.

Frase RH come una melodia leggera e vorticosa.

🎹 Studio n. 10 in do minore

Focus: Alternanza rapida di accordi e controllo delle dita
Forma: Struttura binaria e compatta
Suggerimenti per l’esercitazione:

Praticare lentamente gli accordi bloccati, quindi introdurre il ritmo.

Sviluppare la forza delle dita 3-4-5 per la chiarezza degli accordi interni.
Interpretazione:

Creare uno stato d’animo intenso e tempestoso.

Utilizzare accenti e dinamiche per scolpire le frasi.

🎹 Studio n. 11 in la bemolle maggiore

Focus: Esecuzioni della mano destra e forme liriche
Forma: Fluida, quasi improvvisata
Suggerimenti per l’esercitazione:

Esercitarsi separatamente con la destra per dare forma musicale alle esecuzioni.

Suonare con un polso leggero ed elevato per ottenere una maggiore brillantezza.
Interpretazione:

Lasciare che le linee melodiche si dispieghino con grazia dalla struttura.

Considerare l’aggiunta di rubato per evidenziare il fascino romantico.

🎹 Studio n. 12 in fa minore

Focus: Coordinazione e costruzione della tensione
Forma: Ampio respiro, prefigura lo stile successivo di Liszt
Suggerimenti per l’esercitazione:

Esercitarsi a sezioni, concentrandosi sui passaggi difficili in modo isolato.

Allineare i flutti di destra con le armonie di sinistra.
Interpretazione:

Trasmettere drammaticità e intensità: questo è il brano più maturo dell’insieme.

Modellare il climax con attenzione; evitare la fretta.

Conclusione: Punti importanti dell’esecuzione

L’articolazione è fondamentale: Ogni esercizio sviluppa il tocco-legato, lo staccato, il fraseggio spezzato.

Bilanciare le mani: La destra spesso domina con la figurazione, ma la sinistra deve sempre sostenere musicalmente.

Equilibrio > Velocità: La precisione e l’uniformità del tono sono più importanti in questa fase.

Frasi di forma: Anche gli études più semplici devono avere un fraseggio e una dinamica musicali.

Pedalare con parsimonia: Si tratta di opere del primo romanticismo: usate il pedale per dare colore, non per coprire gli errori.

Osservare la forma: Identificare la struttura per migliorare il ritmo e la respirazione negli studi più lunghi.

Storia

Gli Études en douze exercices, S.136, occupano un posto unico nel percorso artistico di Franz Liszt: non si tratta infatti di capolavori abbaglianti come gli études successivi, ma piuttosto di studi seri, composti durante l’adolescenza, che prefigurano il genio tecnico ed espressivo che sarebbe diventato.

Liszt scrisse questa raccolta intorno al 1826, quando aveva appena 15 anni, mentre studiava a Parigi sotto la tutela di Carl Czerny, allievo di Beethoven e celebre pedagogo. L’influenza di Czerny si sente fortemente in queste opere: esse sono profondamente radicate nella tradizione pedagogica, concentrandosi sulla destrezza, sull’indipendenza delle dita e sulla tecnica fondamentale. Tuttavia, mostrano anche barlumi della personalità emergente di Liszt, tra cui audaci incroci di mani, sottili cromatismi e trame ambiziose.

All’epoca Liszt si sforzava non solo di padroneggiare il pianoforte, ma anche di farsi riconoscere come compositore serio. Come molti giovani virtuosi dell’inizio del XIX secolo, iniziò a scrivere studi, non semplici esercizi, ma pezzi che avrebbero allenato sia le mani che l’immaginazione. Gli Études en douze exercices furono la sua prima serie completa di studi e, sebbene non siano stati ampiamente pubblicati o eseguiti durante la sua vita, costituiscono il primo strato di quella che sarebbe diventata una catena evolutiva di opere sempre più complesse.

In seguito Liszt rivisitò e trasformò questi dodici studi in forme più virtuosistiche e artisticamente mature. Nel 1837 li rielaborò nei Douze Grandes Études, S.137, che ampliarono notevolmente la portata, la difficoltà e la musicalità degli originali. Poi, nel 1851, ne rielaborò ancora sei per produrre i leggendari Études Transcendental, S.139, opere di tale ambizione tecnica e poetica che rimangono tuttora pietre miliari del repertorio concertistico.

Gli Études en douze exercices, S.136, rappresentano quindi il primo passo di una metamorfosi in tre fasi. Essi rivelano la tecnica fondamentale di Liszt e la sua precoce padronanza della forma, del fraseggio e della scrittura per tastiera. Sebbene di difficoltà e portata modeste rispetto alle opere successive, sono storicamente essenziali: la crisalide prima della farfalla, una finestra sulla mente giovanile di Liszt e una testimonianza di come anche un prodigio debba iniziare con i mattoni fondamentali.

Popolare pezzo/libro di collezione in quel periodo?

No, gli Études en douze exercices, S.136 di Liszt non ebbero grande popolarità o successo commerciale al momento della loro composizione o pubblicazione. Infatti, questa prima raccolta di études rimase relativamente oscura per gran parte del XIX secolo e fu rapidamente eclissata dalle opere successive e più mature di Liszt.

Contesto storico e accoglienza

Composti nel 1826, quando Liszt aveva appena 15 anni, gli Études en douze exercices furono probabilmente concepiti più come materiale pedagogico privato che come pezzi da concerto o commerciali.

Non furono pubblicati durante la giovinezza di Liszt in nessuna edizione di larga diffusione e non circolarono tanto quanto le opere del suo maestro Carl Czerny, che all’epoca dominava il repertorio didattico.

Gli études mancavano di quel tocco drammatico e di quella tecnica innovativa che in seguito resero famoso Liszt, quindi non si distinguevano in un mercato competitivo di études per pianoforte, dove compositori come Czerny, Cramer e Hummel si erano già assicurati una reputazione.

Non esistono prove storiche certe che questi studi siano stati un libro popolare o uno spartito più venduto negli anni Venti o Trenta dell’Ottocento.

Il punto di vista di Liszt stesso

Liszt non tornò mai a promuovere o pubblicare questa prima versione (S.136) nella sua carriera matura.

Si concentrò invece sulla rielaborazione del materiale nei Douze Grandes Études (1837) e infine nei Transcendental Études (1851), molto più significativi dal punto di vista artistico e commerciale.

Queste ultime versioni sono diventate quelle associate alla sua eredità e al suo genio, in particolare la serie S.139, ammirata ed eseguita da pianisti di spicco come Hans von Bülow e Ferruccio Busoni.

📉 In sintesi

Gli studi S.136 non erano popolari, ampiamente eseguiti o di successo finanziario al momento della loro pubblicazione.

Hanno acquisito interesse retrospettivo solo per il loro ruolo di precursori degli studi maturi di Liszt.

Oggi sono studiati soprattutto da storici, studiosi e pianisti interessati allo sviluppo artistico di Liszt, non per la loro popolarità nel XIX secolo.

Episodi e curiosità

Ecco alcuni episodi interessanti e curiosità relative a Études en douze exercices, S.136 di Franz Liszt, un’opera giovanile meno conosciuta ma storicamente affascinante del futuro virtuoso:

🎹 1. Liszt li scrisse da adolescente, ma già con grandi ambizioni

Nel 1826, a soli 15 anni, Liszt compose gli Études en douze exercices mentre viveva ancora a Parigi e studiava con Carl Czerny. Sebbene Czerny fosse noto per gli esercizi di tecnica funzionale, Liszt stava già sperimentando modi per elevare gli Études ad arte, anche a quella giovane età. Questa ambizione avrebbe definito la sua carriera successiva.

📝 Curiosità: all’epoca in cui compose questi studi, Liszt era già un personaggio di spicco nei salotti, anche se si definiva ancora umilmente “un petit compositeur”.

🧠 2. Gli études sono un “antenato” nascosto degli Études Transcendentali

Ogni études del S.136 corrisponde esattamente, in numero e chiave, ai successivi Études Transcendental, S.139. Ciò significa che:

Lo studio n. 1 in do maggiore (S.136) → diventa “Preludio” (S.139).

Lo Studio n. 4 in C♯ minore → diventa “Mazeppa”.

🎭 Curiosità: “Mazeppa”, uno degli études più drammatici e famosi di Liszt, nacque come esercizio di base per le dita degli studenti in S.136. La forma originale è quasi irriconoscibile accanto alla versione finale.

📉 3. Liszt non li eseguì mai in pubblico

A differenza dei suoi studi successivi, che erano dei punti fermi nei concerti, Liszt non incluse mai i pezzi del S.136 nel suo repertorio esecutivo. Probabilmente li considerava troppo semplici o non abbastanza maturi per il palcoscenico pubblico.

🎹 Curiosità: quando Liszt divenne una superstar in tournée negli anni Trenta dell’Ottocento, aveva già abbandonato il repertorio dei S.136 per dedicarsi a pezzi più elaborati ed espressivi.

📚 4. Erano essenzialmente “perduti” fino a quando le edizioni moderne li hanno fatti rivivere.

Poiché Liszt non fece mai pressioni per la loro pubblicazione durante la sua vita, e poiché furono messi in ombra dalle versioni successive (S.137 e S.139), gli études S.136 rimasero in gran parte sconosciuti fino al XX secolo. Sono diventati interessanti solo per i musicologi e i pianisti che hanno seguito l’evoluzione di Liszt.

📖 Curiosità: oggi, edizioni critiche come la Neue Liszt-Ausgabe li includono integralmente, accanto alle versioni rivedute, consentendo un confronto fianco a fianco del suo sviluppo compositivo.

🧬 5. Mostrano l’influenza di Czerny ma accennano alla ribellione

Molti degli schemi delle dita, degli accordi spezzati e delle esecuzioni scalari ricordano gli esercizi di Czerny, ma qua e là Liszt aggiunge inaspettate svolte armoniche o intervalli drammatici. Sono piccoli scorci della voce innovativa che in seguito avrebbe sconvolto il mondo.

🧨 Curiosità: alcune frasi del S.136 utilizzano la modulazione enarmonica o i salti espansi, caratteristiche che non si trovano tipicamente negli études più conservatori di Czerny.

🧒 6. Erano in parte destinati a disciplinare la sua tecnica

Liszt, anche in giovane età, era consapevole del rischio di sviluppare una tecnica appariscente ma non uniforme. Questi études erano probabilmente parte del suo auto-allenamento per stabilizzare l’indipendenza delle dita e l’equilibrio della mano, non solo per comporre materiale appariscente.

🛠 Curiosità: il padre di Liszt, Adam Liszt, che gestì la prima carriera di Franz, era molto attento a una corretta formazione tecnica e incoraggiava la pratica dello stile Czerny accanto alla composizione.

Composizioni simili / Abiti / Collezioni

Ecco diverse composizioni o raccolte simili agli Études en douze exercices di Franz Liszt, S.136 – studi tecnici iniziali o opere pedagogiche composte da compositori giovani o in via di sviluppo, in particolare quelle che furono poi trasformate in opere più mature, proprio come gli études di Liszt:

🎹 1. Carl Czerny – La scuola della velocità, op. 299

Perché è simile: Czerny fu insegnante di Liszt e questa raccolta si concentra sulla velocità delle dita, sull’indipendenza e sull’articolazione, molti degli stessi obiettivi degli études S.136 di Liszt.

Curiosità: Liszt avrebbe in seguito superato di gran lunga Czerny in termini di profondità musicale, ma questi esercizi hanno gettato le sue basi tecniche.

🎼 2. Frédéric Chopin – Studi, op. 10

Perché è simile: Anch’essi scritti da un giovane compositore ventenne, gli Études op. 10 di Chopin combinano la sfida tecnica con la bellezza artistica, un modello che Liszt seguirà in seguito nei suoi Études Transcendental.

Curiosità: Liszt lodò gli études di Chopin e probabilmente li vide come una sfida per elevare i suoi primi studi.

🧒 3. Felix Mendelssohn – Sei preludi e fughe, op. 35

Perché è simile: Composti quando Mendelssohn era ancora adolescente, questi lavori fondono la disciplina contrappuntistica con l’espressione romantica, in modo simile a come S.136 mostra la voce in via di sviluppo di Liszt all’interno di un guscio classico.

✍️ 4. Franz Liszt – Douze Grandes Études, S.137

Perché è simile: questa è la revisione diretta di S.136 fatta nel 1837. È molto più difficile ed espressivo e colma il divario tra l’esercizio a secco e l’étude da concerto.

🌟 5. Robert Schumann – Études symphoniques, Op. 13

Perché è simile: pur non essendo esercizi per studenti, queste variazioni funzionano come études sotto mentite spoglie, concentrandosi su diverse tessiture e stati d’animo. Come Liszt, Schumann trasformò l’étude in una forma poetica e strutturale.

🎻 6. Niccolò Paganini – 24 Capricci, Op. 1 (per violino solo)

Perché è simile: si tratta di studi virtuosistici scritti da un giovane Paganini per superare i limiti tecnici. Liszt li ammirò e in seguito ne trascrisse alcuni per pianoforte, applicando idee simili alla scrittura per tastiera.

🎵 7. Johannes Brahms – Esercizi per pianoforte (51 Übungen e altri)

Perché è simile: anche se scritti più tardi, gli esercizi per pianoforte di Brahms sono altamente sistematici e mirano a risolvere problemi tecnici in modo musicalmente consapevole, proprio come gli studi giovanili di Liszt.

🎼 8. Sergei Rachmaninoff – Études-Tableaux, op. 33 e 39

Perché è simile: Anche se scritti molto più tardi, questi studi mostrano una versione matura di ciò che Liszt aveva accennato in S.136: la fusione della tecnica pianistica con immagini ed espressioni vivaci.

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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