Appunti su Gabriel Pierné e le sue opere

Panoramica

Gabriel Pierné (1863-1937) è stato un compositore, direttore d’orchestra e organista francese, noto per il suo contributo alla musica francese della fine del XIXᵉ e dell’inizio del XXᵉ secolo. Allievo di César Franck e Jules Massenet al Conservatorio di Parigi, si distinse per la grande padronanza tecnica e per uno stile musicale che fondeva romanticismo e impressionismo, con un tocco di inventiva personale.

Come compositore, Pierné è famoso per il Concertstück per arpa e orchestra, la Petite suite per pianoforte e l’Étude de concert per pianoforte. Ha composto anche opere corali, balletti (in particolare Cydalise et le chèvre-pied), musica sinfonica e da camera, esplorando una varietà di generi e lavorando con strutture e colori orchestrali inventivi.

Direttore d’orchestra stimato, Pierné ha guidato molte prime di opere importanti, tra cui Daphnis et Chloé di Maurice Ravel. Fu direttore dei Concerts Colonne, dove contribuì alla diffusione della musica francese contemporanea dell’epoca e di quella di compositori stranieri.

Sebbene il suo nome sia oggi forse meno conosciuto, Pierné ha lasciato un’influenza duratura sulla musica francese, apprezzato per il suo stile elegante, le sue innovazioni discrete e il suo coinvolgimento nella scena musicale del suo tempo.

Storia

Gabriel Pierné nacque a Metz nel 1863 da una famiglia di musicisti. La sua giovinezza fu segnata dagli sconvolgimenti della guerra franco-prussiana del 1870, che costrinse la sua famiglia a lasciare Metz e a stabilirsi a Parigi. Bambino prodigio, Pierné entrò al Conservatorio di Parigi, dove studiò con César Franck e Antoine-François Marmontel. Diventa rapidamente un musicista affermato, vincendo prestigiosi premi in pianoforte, organo e composizione. Nel 1882 vince il Prix de Rome per la sua cantata Edith, un onore che gli permette di trascorrere due anni a Villa Medici in Italia.

Tornato a Parigi, Pierné inizia a comporre mentre ricopre per breve tempo il ruolo di organista alla Basilique Sainte-Clotilde, succedendo al suo maestro César Franck. Tuttavia, presto si dedicò alla direzione d’orchestra, una scelta che avrebbe segnato la sua carriera. Nel 1903, il suo Concertstück per arpa e orchestra viene eseguito con successo, consolidando la sua reputazione di compositore. Poi, nel 1904, divenne direttore dei Concerts Colonne, una delle grandi istituzioni musicali di Parigi. Pierné si impegnò a fondo per promuovere la musica dei suoi contemporanei, dirigendo le opere di giovani talenti come Claude Debussy, Maurice Ravel e persino il giovane Igor Stravinsky, svolgendo un ruolo cruciale nella vita musicale parigina.

Come compositore, Pierné creò opere fondamentali come l’oratorio La Croisade des enfants, ispirato al poema di Marcel Schwob, e il balletto Cydalise et le Chèvre-pied, che fonde eleganza orchestrale e fantasia poetica. Sebbene il suo stile sia rimasto radicato nel Romanticismo e nell’Impressionismo, ha aggiunto tocchi moderni e un raffinato senso del colore orchestrale, distinguendosi per la sua ricca scrittura melodica e armonica.

Al termine della sua carriera, Pierné continuò a comporre, lasciando spazio a una nuova generazione di musicisti. Si ritirò nel 1933, dopo quasi trent’anni alla guida dei Concerts Colonne, lasciando un segno indelebile nel panorama musicale francese. Morì nel 1937 in Bretagna, lasciando dietro di sé un’eredità di composizioni variegate e un contributo essenziale alla diffusione della musica francese di fine secolo. Oggi è riconosciuto come un compositore raffinato e un direttore d’orchestra influente, il cui impegno ha portato allo sviluppo di molte opere importanti della musica francese.

Caratteristiche musicali

Eclettismo stilistico: Pierné non aderì strettamente a un unico movimento musicale. Pur essendo influenzato da maestri come César Franck, ha incorporato elementi romantici e impressionisti, pur mantenendo un tocco personale che lo distingue da contemporanei come Debussy e Ravel.

Padronanza dell’orchestrazione: la sua scrittura orchestrale è raffinata, con particolare attenzione al colore e al timbro orchestrale. La sua orchestra è spesso trasparente e leggera e utilizza combinazioni di strumenti in modo sottile per creare atmosfere e tessiture distinte.

Melodie eleganti: Pierné era rinomato per il suo senso melodico. I suoi temi sono spesso semplici, eleganti e caratterizzati da una certa dolcezza, che si ritrova in opere come il Concertstück per arpa e orchestra, uno dei suoi pezzi più noti.

Uso della danza e di ritmi vivaci: In molte delle sue opere, Pierné introdusse ritmi vivaci ispirati alla danza, come la Marche des petits soldats de plomb. Introdusse anche ritmi asimmetrici e giochi metrici, rendendo la sua musica dinamica e vivace.

Interesse per le forme popolari e folkloristiche: Pierné ha talvolta incorporato elementi della musica popolare o folkloristica francese, conferendo alla sua musica un carattere nazionalista discreto ma presente.

Scrittura armonica sottile: influenzato da Franck, Pierné utilizza modulazioni fluide e un’armonia ricca. Tuttavia, rimane più conservatore di alcuni suoi contemporanei, concentrandosi più su armonie liriche che su sperimentazioni radicali.

Senso dell’espressività: le sue composizioni sono spesso espressive ed emotive, caratterizzate da un lirismo sobrio ma intenso. Sapeva come trasmettere emozioni attraverso una musica a volte introspettiva, a volte gioiosa e leggera.

Gabriel Pierné rimane una figura importante a cavallo tra il XIXᵉ e il XXᵉ secolo in Francia, soprattutto per la sua influenza nel mondo della musica francese e per le sue qualità di direttore d’orchestra, dove ha contribuito alla scoperta e all’esecuzione di opere di giovani compositori come Ravel o Debussy.

Compositore romantico, impressionista o modernista?

Gabriel Pierné è spesso considerato un compositore di transizione tra il Romanticismo e il Modernismo, con influenze impressioniste. Tuttavia, la sua opera non rientra strettamente in una di queste categorie, poiché ha attinto a diverse correnti per creare uno stile tutto suo.

Romanticismo: Pierné fu fortemente influenzato dal Romanticismo, in particolare dal suo maestro César Franck, la cui eredità si avverte nell’uso dell’armonia, della forma e dell’espressività. Il suo lirismo, il senso della melodia e l’interesse per i temi emotivi sono caratteristici della tradizione romantica.

Impressionismo: sebbene non sia stato fortemente influenzato dall’Impressionismo come Debussy o Ravel, alcune opere di Pierné mostrano una particolare attenzione ai colori orchestrali, alle tessiture e alla creazione di atmosfere che ricordano le caratteristiche impressioniste. Le sue scelte strumentali e timbriche dimostrano una sensibilità verso questo movimento, anche se non lo abbracciò mai completamente.

Modernismo moderato: Anche Pierné fu influenzato dalle nuove tendenze musicali dell’inizio del XXᵉ secolo, pur rimanendo relativamente conservatore rispetto ai compositori modernisti radicali del suo tempo. Esplorò ritmi insoliti, armonie più audaci e incorporò elementi di musica popolare, pur senza rompere completamente con le tradizioni classiche.

In breve, Pierné potrebbe essere descritto come un compositore post-romantico con tocchi impressionistici e un’apertura al modernismo, ma senza allontanarsi dalle tradizioni classiche e dalla chiarezza formale.

Relazioni con altri compositori

Gabriel Pierné intrattenne importanti relazioni musicali con diversi compositori del suo tempo, come allievo, collega, esecutore e direttore d’orchestra. Ecco i legami diretti e significativi che ebbe con altri compositori:

César Franck: Pierné studiò con César Franck al Conservatorio di Parigi e Franck esercitò su di lui una profonda influenza, in particolare sulla tecnica armonica e sulla sensibilità. Quando Franck morì nel 1890, Pierné gli succedette come organista alla Basilique Sainte-Clotilde di Parigi. Franck è considerato un mentore per Pierné, che fu influenzato dal suo approccio mistico e ricco all’armonia.

Camille Saint-Saëns: Pierné ebbe un rapporto professionale rispettoso con Saint-Saëns, che era una figura influente nella musica francese dell’epoca. Saint-Saëns sostenne la carriera dei giovani compositori e, sebbene fosse più conservatore di altre figure di quella generazione, Pierné ammirava il suo senso della melodia e della forma.

Claude Debussy: Pierné diresse diverse opere di Debussy, contribuendo a promuovere la sua musica. Pur non condividendo tutte le innovazioni impressioniste di Debussy, ne riconobbe il talento e la crescente influenza nella musica francese. Pierné diresse la prima dell’opera Le Martyre de saint Sébastien di Debussy nel 1911, dimostrando il suo sostegno alle nuove estetiche.

Maurice Ravel: Pierné sostenne anche Maurice Ravel dirigendo alcune delle sue opere. Nel 1908 diresse la prima di Rapsodie espagnole, che contribuì a creare la reputazione di Ravel. Pierné ammirava l’originalità e la sofisticata scrittura orchestrale di Ravel, sebbene non si avventurasse personalmente in un territorio così avanguardistico.

Vincent d’Indy: Pierné aveva un rapporto un po’ ambivalente con d’Indy. Entrambi furono influenzati da César Franck, ma d’Indy era più rigido nella sua adesione alla scuola franckista e alle idee nazionaliste in musica, mentre Pierné rimase più aperto e meno dogmatico. Ciononostante, i due lavorarono insieme in diverse istituzioni musicali.

Paul Dukas: Pierné e Dukas condividevano un’ammirazione reciproca e un rispetto professionale. Pierné diresse diverse opere di Dukas, tra cui L’Apprenti sorcier, contribuendo a rendere popolare questa famosa opera orchestrale. Sebbene Dukas fosse più riservato e meticoloso nella sua produzione, i due hanno goduto di uno stretto cameratismo.

André Messager: Messager e Pierné ebbero un rapporto amichevole e professionale, essendo Messager anche direttore d’orchestra e compositore. Entrambi sostenevano la musica francese e promuovevano nuovi talenti. Messager aveva uno stile più leggero, orientato all’operetta, ma la loro collaborazione arricchì la scena musicale dell’epoca.

Florent Schmitt: Pierné incoraggiò il giovane Florent Schmitt e i due lavorarono insieme nei circoli musicali parigini. Schmitt, pur sperimentando più liberamente con l’armonia e la forma, beneficiò dell’incoraggiamento di Pierné.

Come direttore d’orchestra, Pierné fu essenziale nel pubblicizzare le opere dei suoi colleghi e nel promuovere composizioni innovative, contribuendo così alla diversità della scena musicale francese all’inizio del XXᵉ secolo.

Relazione tra Koechlin e Pierné

Gabriel Pierné e Charles Koechlin ebbero un rapporto prevalentemente professionale e di rispetto. Sebbene non fossero molto vicini personalmente, condividevano interessi comuni per la musica francese ed erano attivi negli stessi circoli musicali parigini della fine del XIXᵉ e dell’inizio del XXᵉ secolo. Ecco alcuni punti di collegamento tra loro:

Promozione della musica francese: Pierné, come direttore d’orchestra, sosteneva molti compositori francesi e, sebbene non dirigesse molte opere di Koechlin, contribuiva indirettamente alla visibilità dei compositori della sua generazione, tra cui Koechlin. Pierné era una figura rispettata nel mondo della musica e Koechlin godeva del sostegno di musicisti affini nella promozione della musica francese.

César Franck e l’influenza del Franckismo: entrambi furono influenzati da César Franck, sebbene Koechlin avesse studiato con Massenet e Fauré al Conservatorio di Parigi e avesse un approccio musicale più libero ed esplorativo. L’influenza di Franck ha tuttavia fornito loro un terreno comune, soprattutto in termini di armonia e struttura musicale, anche se Koechlin si è gradualmente orientato verso una sperimentazione più audace.

Société Musicale Indépendante (SMI): Koechlin era un membro attivo della Société Musicale Indépendante, un’organizzazione fondata per promuovere una musica indipendente dal rigido accademismo. Sebbene Pierné non fosse un membro della SMI, aveva legami con compositori attivi in essa, come Ravel e Schmitt, e condivideva con loro un certo interesse per l’innovazione musicale.

Intersezioni nel repertorio: Pierné fu occasionalmente in grado di eseguire opere moderne o contemporanee dell’epoca, anche se il suo repertorio si concentrava maggiormente su opere di compositori più tradizionali o impressionisti. Koechlin, invece, si fece conoscere per i suoi esperimenti armonici e per la sua esplorazione della musica orchestrale e vocale, che Pierné rispettava, pur non adottando egli stesso questi stili.

In breve, Pierné e Koechlin ebbero un rapporto indiretto segnato dal rispetto professionale e dall’interesse comune per la musica francese, ma i loro percorsi artistici erano ben distinti. Koechlin, più sperimentale e teorico, e Pierné, più radicato nel tardo romanticismo e nell’impressionismo, contribuirono ciascuno a suo modo ad arricchire il panorama musicale francese.

Compositori simili

César Franck – Pierné fu allievo di Franck al Conservatorio di Parigi e Franck esercitò una notevole influenza sul suo stile, soprattutto in termini di profondità armonica e struttura formale. Pierné ha ereditato da Franck una certa ricchezza armonica e intensità emotiva.

Camille Saint-Saëns – Saint-Saëns, contemporaneo di Pierné e talvolta suo mentore, condivideva la propensione per un’orchestrazione accurata e linee melodiche chiare. Entrambi i compositori avevano uno stile di ispirazione romantica, anche se Pierné si orientò in seguito verso elementi più moderni.

Paul Dukas – Noto soprattutto per L’Apprenti sorcier, Dukas condivide con Pierné il senso del colore orchestrale e della scrittura raffinata. Entrambi furono anche influenzati dal nascente Impressionismo, pur rimanendo fedeli alle strutture classiche.

Jules Massenet – Massenet, con il suo gusto per la melodia e l’eleganza, era vicino a Pierné nello stile. Condividono un approccio delicato ed espressivo, soprattutto nelle opere vocali e orchestrali.

Florent Schmitt – Anche Schmitt, sebbene un po’ più audace dal punto di vista armonico, ha uno stile colorato ed espressivo. Come Pierné, si ispira al linguaggio dell’Impressionismo pur conservando elementi del Romanticismo.

Albert Roussel – La musica di Roussel, sebbene più modernista, condivide la precisione dell’orchestrazione e la ricchezza dell’armonia di Pierné. Roussel si è talvolta ispirato a temi mitologici e impressionisti simili a quelli esplorati da Pierné.

Reynaldo Hahn – Elegante e melodioso, Hahn condivide l’estetica raffinata e il sottile lirismo di Pierné. Entrambi i compositori sono noti per la loro capacità di creare atmosfere delicate ed evocative.

André Messager – Messager, come Pierné, ha un’affinità con il lirismo melodico e l’eleganza. Entrambi componevano per il teatro e combinavano la vivacità francese con temi romantici.

Questi compositori, pur con le loro peculiarità, condividono con Gabriel Pierné il gusto per l’orchestrazione raffinata, una certa espressività melodica e un equilibrio tra tradizione e innovazione.

Cronologia

Infanzia e formazione

16 agosto 1863: Gabriel Pierné nasce a Metz, in Francia.
1871: dopo la guerra franco-prussiana, la sua famiglia si trasferisce a Parigi, dove inizia gli studi musicali.
1871-1882: studia al Conservatorio di Parigi, dove prende lezioni di pianoforte con Antoine-François Marmontel e di organo con César Franck, la cui influenza avrà un effetto profondo sulla sua musica.
1879: vince il primo premio di pianoforte al Conservatorio di Parigi.
1882: vince il Primo Premio per l’organo e la composizione al Conservatorio di Parigi.
1882: vince il Prix de Rome con la cantata Edith, che gli permette di trascorrere due anni a Villa Medici a Roma per perfezionare la sua arte.

Inizio carriera e prime opere

1885: torna a Parigi, dove inizia la sua carriera di compositore e organista.
1890: succede a César Franck come organista alla Basilique Sainte-Clotilde di Parigi, incarico che ricopre per breve tempo prima di dedicarsi maggiormente alla composizione e alla direzione d’orchestra.
1894: sposa Henriette Tirman, che sarà un importante sostegno nella sua carriera.

Carriera come direttore d’orchestra e successo come compositore

1903: Prima del suo Concertstück per arpa e orchestra, che diventa una delle sue opere più popolari.
1904: viene nominato direttore dei Concerts Colonne di Parigi, dove succede a Édouard Colonne. Dirige opere di compositori contemporanei come Debussy, Ravel e Stravinsky, contribuendo alla loro fama.
1908: dirige la prima della Rapsodie espagnole di Maurice Ravel, rafforzando il suo ruolo di promotore della musica contemporanea.
1910: crea l’oratorio La crociata dei bambini, una delle sue opere più ambiziose e famose.
1911: dirige la prima dell’opera Le Martyre de saint Sébastien di Claude Debussy.

Riconoscimento e ultime composizioni

1917: composizione del Quintetto per pianoforte e archi op. 41, considerato un capolavoro della musica da camera francese.
1923: Presentazione del balletto Cydalise et le Chèvre-pied, accolto con favore per gli elementi poetici e l’orchestrazione brillante.
1927: composizione di Fantaisie basque, ispirata alla musica popolare basca.
1932: creazione del Divertissement sur un thème pastoral, un’opera orchestrale leggera ed elegante.

Fine della carriera e morte

1933: Pierné si ritira come direttore dei Concerts Colonne dopo quasi tre decenni di attività. La sua carriera di direttore d’orchestra è stata caratterizzata dalla costante promozione della musica francese e dei nuovi talenti.
1935: Ultime composizioni e attività musicali.
17 luglio 1937: Gabriel Pierné muore a Ploujean, vicino a Morlaix, in Bretagna. Viene sepolto nel cimitero Père-Lachaise di Parigi.

Gabriel Pierné è oggi riconosciuto per il suo eclettismo stilistico e per il suo contributo alla musica francese, sia come compositore che come direttore d’orchestra che ha promosso compositori contemporanei. La sua carriera ha attraversato la fine del Romanticismo e gli inizi dell’Impressionismo, ed è stato in grado di integrare queste influenze mantenendo una voce musicale unica.

Famose opere per pianoforte solo

Gabriel Pierné ha composto diverse opere per pianoforte solo, anche se non è questo l’ambito per cui è più conosciuto. Il suo stile pianistico, sebbene meno avanguardistico di quello di alcuni suoi contemporanei, mostra il suo senso dell’eleganza melodica e della sottigliezza armonica. Ecco alcune delle sue celebri opere per pianoforte solo:

Étude de concert, Op. 13: un pezzo virtuosistico e tecnico che mette in mostra le capacità del pianista, pur rimanendo melodico ed espressivo. Viene spesso suonato per la sua bellezza lirica e le sue esigenze tecniche.

Prélude, Op. 29: questo preludio è un brano breve ma affascinante, tipico dello stile impressionista dell’epoca, con un’atmosfera delicata e poetica.

Album pour mes petits amis, Op. 14: questa suite è composta da diverse miniature per pianoforte, destinate a un pubblico giovane o di livello intermedio. I brani di questa raccolta sono semplici e melodiosi, pensati per essere accessibili e allo stesso tempo per offrire un piacere musicale.

Marches des petits soldats de plomb, Op. 14 No. 6: tratta dall’Album pour mes petits amis, questa marcia spensierata è uno dei pezzi per pianoforte più popolari di Pierné. Rappresenta i soldati di stagno con una melodia affascinante e un ritmo vivace.

Impromptu-caprice, Op. 9: un’opera piena di virtuosismo e carattere, che mescola elementi di danza e variazioni ritmiche. È un pezzo brillante ed espressivo che illustra il talento di Pierné per la melodia e il colore.

Fantaisie-ballet: sebbene oggi meno eseguita, quest’opera esplora trame orchestrali e ritmi danzanti, tipici del gusto di Pierné per le combinazioni strumentali e gli effetti colorati.

Queste opere per pianoforte di Gabriel Pierné sono apprezzate per il loro carattere melodico e la loro accessibilità, riflettendo al contempo il suo stile eclettico che incorpora elementi del Romanticismo e dell’Impressionismo.

Le opere famose

Gabriel Pierné è noto soprattutto per le sue opere orchestrali, vocali e di musica da camera, che testimoniano il suo senso della melodia, il colore orchestrale e lo stile elegante e raffinato. Ecco alcune delle sue opere più famose:

1. Concertstück per arpa e orchestra, Op. 39 (1903)

È probabilmente una delle opere più conosciute di Pierné, spesso eseguita dagli arpisti. Mette in evidenza le possibilità espressive dell’arpa in un contesto orchestrale ricco e lirico.

2. Oratorio La Croisade des enfants, Op. 37 (1902)

Questo oratorio è basato sull’omonimo poema di Marcel Schwob. È un’opera ambiziosa che combina cori, solisti e orchestra per rappresentare la storia della Crociata dei bambini. Pierné dimostra il suo talento per le tessiture corali e orchestrali.

3. Balletto Cydalise e il piedipiatti (1923)

Questo balletto-pantomima è un ottimo esempio dell’estetica impressionista e neoclassica di Pierné, con un’orchestrazione brillante e temi evocativi. L’opera, leggera e piena di fascino, è ancora oggi suonata e registrata.

4. Marches des petits soldats de plomb, Op. 14 No. 6

Questo piccolo brano fa parte dell’Album pour mes petits amis e viene spesso eseguito in versione per pianoforte solo. A volte viene anche arrangiato per orchestra ed è popolare per la sua giocosità e i suoi ritmi forti.

5. Fantasia basca (1927)

Quest’opera per pianoforte e orchestra è influenzata dalla musica tradizionale basca. Pierné esplora melodie e ritmi ispirati alla cultura regionale, con un uso creativo delle percussioni e dei colori orchestrali.

6. Suite pittoresca in tre movimenti (1889)

Una suite per orchestra che dimostra il gusto di Pierné per le immagini e le atmosfere musicali. I movimenti evocano con eleganza scene diverse e ogni parte offre un colore particolare.

7. Konzertstück per organo e orchestra, Op. 33 (1900)

Composto per il suo strumento preferito, questo pezzo virtuoso per organo è accompagnato da un’orchestra e mostra l’influenza di Franck su Pierné, con temi maestosi e ricche armonie.

8. Quintetto per pianoforte e archi, op. 41 (1917)

Questo lavoro di musica da camera è una parte importante del repertorio per quintetto. È altamente espressivo e mette in evidenza il senso della melodia di Pierné, nonché la sua padronanza della forma e della struttura.

9. Improvviso-capriccio per pianoforte, Op. 9

Un pezzo virtuoso per pianoforte solo che rimane popolare per il suo stile brillante e i suoi temi accattivanti. Illustra il fascino e la finezza di Pierné nella scrittura pianistica.

10. Divertissement sur un thème pastoral, Op. 49 (1932)

Un’opera orchestrale leggera e allegra, caratterizzata da un’orchestrazione colorata. Si ispira a melodie pastorali e mostra il lato più giocoso di Pierné.

Queste opere riflettono bene l’arte di Gabriel Pierné: egli combina elementi tradizionali con tocchi di modernità, evidenziando il suo senso del colore e il suo talento nel creare stati d’animo variegati.

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Appunti su Charles Koechlin e le sue opere

Panoramica

Charles Koechlin (1867-1950) è stato un compositore e teorico francese, spesso associato all’Impressionismo, sebbene il suo stile sia particolarmente originale e difficile da classificare. Allievo di Gabriel Fauré, si ispirò alla natura, alla mitologia e alla letteratura, in particolare a Rudyard Kipling e Jean de La Fontaine. È noto anche per la sua ammirazione per le attrici cinematografiche del suo tempo, come Lilian Harvey, che celebrò nelle sue composizioni.

Koechlin fu un orchestratore di talento e contribuì molto alla teoria musicale, pubblicando trattati di armonia, contrappunto e orchestrazione che continuano a influenzare i musicisti di oggi. La sua musica è caratterizzata da una grande varietà di tessiture e colori orchestrali. Tra le sue opere più note ricordiamo Les Heures persanes, ispirata a un viaggio immaginario in Persia, e Le Livre de la jungle, una serie di brani orchestrali ispirati alle fiabe di Kipling.

Nonostante il suo talento, Koechlin rimane meno conosciuto rispetto a contemporanei come Debussy e Ravel, forse a causa del suo approccio eclettico e talvolta audacemente sperimentale.

Storia

Charles Koechlin, nato a Parigi nel 1867 da una famiglia borghese e colta, è stato un compositore francese che ha attraversato le correnti musicali della fine del XIX e della metà del XX secolo seguendo un percorso profondamente personale e indipendente. Inizialmente destinato alla carriera di ingegnere, abbandonò questa strada per problemi di salute e si dedicò alla musica, trovando la sua vocazione al Conservatorio di Parigi, dove studiò con maestri come Gabriel Fauré, con il quale strinse una forte amicizia. Fauré, mentore e amico, incoraggiò Koechlin a esplorare il proprio linguaggio, alimentato dalla curiosità intellettuale e dal gusto per l’esplorazione sonora.

Koechlin si distinse rapidamente per il suo gusto per l’esotismo, la natura e il misticismo. Ispirato dalle sue letture, in particolare da Il libro della giungla di Rudyard Kipling e dalla letteratura persiana, compose opere ambiziose che evocavano mondi immaginari e paesaggi lontani. Les Heures persanes e Il libro della giungla ne sono esempi eclatanti, caratterizzati da armonie ammalianti e orchestrazione sottile, che riflettono il suo interesse per le atmosfere sfumate. Allo stesso tempo, divenne un influente teorico, scrivendo trattati sull’orchestrazione che avrebbero ispirato generazioni di compositori.

Koechlin fu sempre ai margini delle tendenze dominanti, come l’impressionismo di Debussy o il neoclassicismo di Ravel e Stravinsky. Pur condividendo il gusto di Debussy per le armonie audaci e le atmosfere misteriose, ha evitato le etichette, preferendo esplorare le proprie intuizioni musicali. Si impegnò anche per la libertà creativa, contribuendo a fondare la Société musicale indépendante per sostenere giovani compositori e opere moderne.

Negli anni Trenta, Koechlin espresse la sua ammirazione per il cinema hollywoodiano scrivendo brani dedicati ad attrici come Lilian Harvey e Jean Harlow. Questa fascinazione per la cultura popolare testimonia il suo spirito libero e la sua curiosità per una varietà di espressioni artistiche. La Seconda guerra mondiale, che visse senza lasciare la Francia, rafforzò la sua filosofia pacifista e la sua convinzione che l’arte dovesse rimanere un atto di resistenza intellettuale.

Nonostante la sua creatività e il suo importante contributo teorico, Koechlin rimase spesso nell’ombra, considerato un compositore marginale. Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1950, la sua opera è stata riscoperta. Oggi è acclamato per la sua indipendenza di spirito, le sue innovazioni armoniche e il suo talento nel creare paesaggi sonori di rara profondità poetica. La sua eredità rimane quella di un creatore straordinario, la cui musica continua ad affascinare con la sua audacia e libertà.

Caratteristiche musicali

La musica di Charles Koechlin è caratterizzata da diverse caratteristiche di rilievo:

Atmosfera e colore orchestrale: Koechlin possedeva un profondo senso dell’orchestrazione. Ha creato atmosfere suggestive, spesso utilizzando ricche tessiture e sottili colori orchestrali. Padroneggiava l’arte dell’orchestra per generare atmosfere oniriche, misteriose o esotiche.

Influenza impressionista e post-impressionista: sebbene sia stato un contemporaneo di Debussy e Ravel, il suo linguaggio è meno armonioso e delicato dell’impressionismo puro. Tende a un’atmosfera più sognante e a una libertà armonica che talvolta sfiora il simbolismo musicale.

Uso di modi e melodie modali: Koechlin amava esplorare scale e modi esotici, spesso derivati dalla musica orientale, che conferivano alle sue opere una qualità e un colore modali unici. Ciò è particolarmente evidente in Les Heures persanes, che esplora sfumature orientali e modalità persiane.

Polifonia e contrappunto complessi: influenzato dai maestri del Barocco, ha spesso incorporato sofisticate tecniche contrappuntistiche nelle sue opere. La sua polifonia è elaborata ma sottile e aggiunge profondità armonica senza sacrificare la chiarezza.

Interesse per la natura e la narrativa: Koechlin amava tradurre in musica scene della natura e racconti letterari. Questa passione per le impressioni visive e narrative è evidente in Le Livre de la jungle e Les Chants de Nectaire. La sua musica è evocativa e invita l’ascoltatore a intraprendere viaggi immaginari.

Sperimentazione armonica e libertà strutturale: la musica di Koechlin può essere imprevedibile, con modulazioni inaspettate e una struttura spesso libera. Esplora armonie audaci e mette da parte le convenzioni più rigide, il che rende la sua musica altamente espressiva, a volte misteriosa, persino fantastica.

Enfasi sull’immaginario cinematografico: affascinato dal cinema, ha spesso composto opere ispirate a film e attrici dell’epoca, cercando di catturarne il fascino o di suggerire scene cinematografiche in musica.

Koechlin rimane una figura unica, un po’ ai margini del mainstream, ma ricca di inventiva e originalità, con una musica che continua a incuriosire per la profondità e la sottigliezza del suono.

Compositore romantico, impressionista o modernista?

Charles Koechlin è spesso difficile da classificare, poiché il suo stile incorpora elementi del Romanticismo, dell’Impressionismo e del Modernismo, pur mantenendo una voce unica e personale. Tuttavia, è giusto dire che si trova principalmente all’incrocio tra Impressionismo e Modernismo, con alcune influenze romantiche nelle sue opere più liriche.

Impressionismo: Koechlin è spesso associato all’Impressionismo, poiché condivide con compositori come Debussy e Ravel l’interesse per le atmosfere, le trame sottili e le armonie esotiche. Le sue opere, come Les Heures persanes, esplorano i colori armonici e i paesaggi sonori evocativi caratteristici dell’Impressionismo.

Modernismo: a differenza di Debussy e Ravel, Koechlin non cercò sempre di mantenere un’estetica chiara o armoniosa ed esplorò linguaggi armonici talvolta audaci e sperimentali, avvicinandosi al Modernismo. Le sue opere, come Il libro della giungla, utilizzano tecniche polifoniche e orchestrali che rompono con le convenzioni, e il suo Trattato sull’orchestrazione mostra il suo interesse per nuovi suoni e combinazioni strumentali innovative.

Influenze romantiche: sebbene non fosse un compositore romantico in senso stretto, Koechlin conservò una certa sensibilità romantica nelle sue opere, in particolare nel suo gusto per la natura, la mitologia e i sentimenti nostalgici. Pezzi come L’Ancienne Maison de campagne esprimono una dolce malinconia e una profondità emotiva che ricordano la tradizione romantica.

In breve, Koechlin è soprattutto un compositore post-impressionista con tendenze moderniste, il cui stile riflette un’indipendenza di spirito. Ha preso in prestito dalle correnti impressioniste e moderniste, forgiando un linguaggio che rimane inclassificabile, ricco di tessiture e sfumature, testimoniando un vero spirito di libertà artistica.

Charles Koechlin come pianista

Charles Koechlin non era particolarmente rinomato come pianista, né cercava di brillare come esecutore. Suonava il pianoforte soprattutto come strumento compositivo e per sperimentare le sue idee armoniche e contrappuntistiche. A differenza di compositori come Ravel e Debussy, che erano anche eccellenti pianisti e avevano una conoscenza intima delle sottigliezze dello strumento, l’approccio di Koechlin al pianoforte era più utilitaristico e teorico.

Koechlin usava il pianoforte per esplorare tessiture e atmosfere sonore, ma preferiva lavorare direttamente allo scrittoio, dove poteva dare libero sfogo alla sua immaginazione orchestrale. Le sue opere per pianoforte solo, pur essendo poetiche e inventive, riflettono il suo fascino per il colore armonico e gli stati d’animo impressionistici piuttosto che il virtuosismo pianistico.

In breve, Koechlin vedeva il pianoforte come un mezzo per sviluppare le sue idee musicali, ma non cercava di essere un virtuoso o un artista da palcoscenico. Il suo approccio al pianoforte era introspettivo e intellettuale, al servizio del suo processo creativo più che della sua ambizione di esibirsi.

Relazioni con altri compositori

Charles Koechlin ebbe vari rapporti con altri compositori, sia come allievo che come collaboratore e amico. Ecco una panoramica dei suoi rapporti più importanti:

Gabriel Fauré: Koechlin fu un allievo rispettato e fedele di Fauré, di cui studiò la composizione al Conservatorio di Parigi. I due condividevano un’ammirazione reciproca e Koechlin sviluppò una grande amicizia per Fauré. Il rispetto per il suo maestro si riflette nel suo linguaggio musicale e nell’importanza che egli attribuisce alle emozioni sottili e all’espressione poetica.

Claude Debussy: sebbene i loro approcci musicali differissero, Koechlin ammirava Debussy, in particolare per il suo uso del colore armonico e per la sua atmosfera musicale innovativa. I due non sembravano avere un rapporto molto stretto, ma Koechlin rispettava profondamente le innovazioni di Debussy. In cambio, Debussy riconobbe in Koechlin un compositore importante, anche se i loro stili rimasero distinti.

Maurice Ravel: Koechlin e Ravel ebbero un rapporto di amicizia, anche se Ravel era più un collega che un amico intimo. Condividevano l’interesse per l’orchestrazione e l’esplorazione di nuove forme musicali. Koechlin apprezzava lo stile elegante di Ravel e, come Ravel, si ispirava a una varietà di forme musicali senza seguire le tendenze dominanti.

André Caplet e Albert Roussel: Koechlin faceva parte di una cerchia di compositori post-impressionisti che comprendeva Roussel e Caplet. Avevano scambi regolari e partecipavano insieme a concerti e discussioni musicali. Koechlin apprezzava le loro innovazioni e si sostenevano a vicenda nei loro progetti artistici.

Darius Milhaud e Les Six: sebbene Koechlin non facesse parte dei Les Six, condivideva con alcuni membri, in particolare con Milhaud, il gusto per l’innovazione. Koechlin sostenne i giovani compositori e incoraggiò la loro libertà di espressione musicale, senza cercare di imporre le proprie idee. Milhaud e altri membri dei Sei rispettavano Koechlin per la sua libertà artistica e la sua indipendenza di spirito.

Arnold Schoenberg: Koechlin era interessato alle tecniche di Schoenberg, in particolare all’atonalità, anche se non le perseguiva nel suo stile. Non si conobbero personalmente, ma Koechlin seguì i progressi di Schoenberg e apprezzò la sua ricerca musicale. Nei suoi scritti, Koechlin riconosce l’importanza della Scuola di Vienna nello sviluppo della musica moderna.

Ernest Chausson e Vincent d’Indy: Koechlin ebbe a che fare con d’Indy e con altri compositori più conservatori come Chausson, anche se non sempre aderì alle loro concezioni musicali. D’Indy, ad esempio, rappresentava una scuola più rigida e conservatrice, ma Koechlin rispettava la tradizione che incarnava pur perseguendo le proprie sperimentazioni.

Koechlin fu quindi un compositore rispettato nei circoli musicali, aperto all’innovazione pur rimanendo fedele al proprio linguaggio musicale. La sua indipendenza e il suo spirito libero gli permisero di instaurare rapporti di amicizia senza confondersi con il mainstream, diventando una voce singolare per i suoi coetanei e una figura di mentore per alcuni giovani compositori.

Relazione tra Koechlin e Ravel

Charles Koechlin e Maurice Ravel condivisero un rapporto amichevole e professionale improntato al rispetto reciproco, pur avendo approcci musicali ed estetici distinti. Entrambi erano influenzati dall’Impressionismo e cercavano forme innovative di espressione, ma rimasero indipendenti senza essere profondamente influenzati dalle correnti musicali dell’epoca.

Koechlin apprezzava la raffinatezza di Ravel, soprattutto nell’orchestrazione, campo in cui entrambi eccellevano. Ravel, da parte sua, riconosceva la profondità intellettuale di Koechlin e il suo impegno nella musica, anche se Koechlin era talvolta percepito come un compositore più ai margini del grande pubblico. I due frequentavano gli stessi ambienti artistici e occasionalmente collaboravano a progetti comuni. Ad esempio, erano entrambi membri della Independent Musical Society, un’organizzazione fondata per promuovere opere innovative e moderne al di fuori dei tradizionali circoli accademici.

Nonostante queste affinità e l’amicizia professionale, ognuno di loro seguì un percorso molto personale: Ravel si concentrò sulla chiarezza, sulla precisione e su una certa perfezione formale, mentre Koechlin privilegiò un’esplorazione più libera, mistica ed evocativa dell’orchestra e dell’atmosfera. Koechlin rispettava Ravel per il suo perfezionismo e la sua innovazione formale e Ravel, allo stesso modo, vedeva in Koechlin un artista di rara integrità e creatività, anche se le sue opere non furono sempre celebrate durante la sua vita.

Cronologia

27 novembre 1867: Charles Koechlin nasce a Parigi in una famiglia della borghesia colta.

1889-1890: dopo l’interruzione degli studi di ingegneria a causa di una malattia polmonare, decide di dedicarsi alla musica ed entra al Conservatorio di Parigi.

1890-1898: studia al Conservatorio di Parigi. Studia armonia con Antoine Taudou, contrappunto con André Gedalge, composizione con Jules Massenet e poi con Gabriel Fauré, di cui diventa allievo e amico devoto.

1898: compone la sua prima opera importante, Étude pour piano en fa dièse mineur, influenzato dall’insegnamento di Fauré.

1903: incontra Claude Debussy, che influenza il suo approccio all’armonia e ai colori orchestrali.

1910: compone La Forêt, un poema sinfonico che inizia a mostrare il suo interesse per le atmosfere mistiche e la natura.

1914-1918: durante la Prima guerra mondiale presta servizio come ufficiale di artiglieria, un’esperienza che rafforza il suo pacifismo. Dopo la guerra, si impegna attivamente nella Società Musicale Indipendente.

1919-1920: Koechlin compone diversi brani ispirati a Il libro della giungla di Rudyard Kipling, che in seguito svilupperà in una serie di opere orchestrali.

1923-1929: compone Les Heures persanes, un ciclo per pianoforte e orchestra ispirato alla letteratura persiana, all’Oriente e al suo gusto per la musica esotica.

Anni ’30: Koechlin inizia a comporre brani in omaggio alle attrici cinematografiche, in particolare a Lilian Harvey, mostrando il suo fascino per il cinema e la cultura popolare dell’epoca.

1933-1937: pubblica i suoi trattati di orchestrazione, armonia e contrappunto, tra cui Traité de l’orchestration (1933), che sono diventati dei riferimenti per musicisti e compositori.

1940: rifiutandosi di lasciare la Francia nonostante l’occupazione tedesca, continua a comporre e scrivere, adottando una posizione di resistenza intellettuale al regime di Vichy.

1948: completa Le Chant de Nectaire, un’opera per flauto solo che riflette la sua maturità musicale e il suo amore per le atmosfere meditative e mistiche.

31 dicembre 1950: Charles Koechlin muore all’età di 83 anni a Canadel, nel Var, lasciando un’opera vasta ma poco conosciuta.

La vita di Koechlin è stata segnata dall’indipendenza artistica e intellettuale, ed egli è rimasto fedele alla sua visione musicale unica, esplorando una varietà di stili senza cercare la fama. Le sue opere, gradualmente riscoperte, continuano ad affascinare per la loro originalità e potenza evocativa.

Famose opere per pianoforte solo

Le opere per pianoforte solo di Charles Koechlin non sono famose come quelle di alcuni suoi contemporanei, come Debussy o Ravel, ma offrono un’affascinante visione del suo linguaggio armonico e della sua immaginazione musicale. Ecco alcune delle sue opere più importanti per pianoforte solo:

Les Heures persanes, Op. 65 (1913-1919): È probabilmente la sua opera più famosa ed eseguita per pianoforte solo. Questo ciclo di 16 pezzi si ispira all’esotismo e all’immaginario orientale, evocando un viaggio in Persia. Ogni brano esplora una varietà di stati d’animo, dai paesaggi desertici alle scene notturne mistiche, con armonie audaci e tessiture sottili.

Paysages et Marines, Op. 63 (1916-1923): questa raccolta di brani per pianoforte è un omaggio alla natura, un tema ricorrente per Koechlin. Ogni brano è uno schizzo musicale ispirato al mare e alla natura, con grande sensibilità per i colori armonici e le atmosfere.

L’Ancienne Maison de campagne, Op. 124 (1933-1939): questo ciclo, sottotitolato Images du passé, è una serie di brani evocativi che sembrano catturare la nostalgia di una vecchia casa di campagna. L’opera esplora armonie e melodie dolci e spesso malinconiche.

Études antiques, Op. 46 (1914): Questi brevi ma espressivi pezzi sono ispirati alla musica dell’antichità e rivelano l’interesse di Koechlin per i modi e le sonorità antiche. Sono studi che combinano tecnicità ed espressività.

Épitaphe de Jean Harlow, Op. 164 (1937): questo brano è un toccante omaggio all’attrice americana Jean Harlow. Riflette l’attrazione di Koechlin per il cinema e per la figura dell’attrice in particolare. L’opera è intrisa di dolcezza e nostalgia.

Les Méditations de la Vierge, Op. 149 (1935): si tratta di una serie di brani meditativi e spirituali in cui Koechlin esplora sottili armonie e tessiture sonore che evocano pietà e introspezione.

Questi brani dimostrano la ricchezza e la diversità del linguaggio pianistico di Koechlin, fatto di complesse sfumature armoniche, esplorazioni modali e tessiture evocative. Sebbene siano meno conosciuti, sono apprezzati dai pianisti alla ricerca di un repertorio unico e poetico, a testimonianza della sensibilità e dell’originalità di Koechlin.

Le opere famose

Le opere di Charles Koechlin coprono un’ampia gamma di generi e, sebbene le sue composizioni siano talvolta meno note al grande pubblico, alcune sono considerate dei capolavori per la loro originalità e forza evocativa. Ecco alcune delle sue opere più famose:

Les Heures persanes, Op. 65 (1913-1919): Questo ciclo, composto per pianoforte (e successivamente orchestrato da Koechlin), è una serie di 16 pezzi ispirati all’esotismo orientale. I brani evocano un viaggio immaginario in Persia, con atmosfere diverse che vanno da paesaggi desertici a misteriose scene notturne.

Il libro della giungla, Op. 175, Op. 176, Op. 177, Op. 186, Op. 208 (1899-1940): ispirato alle fiabe di Rudyard Kipling, questo ciclo di brani orchestrali e vocali è una delle opere più ambiziose di Koechlin. Ogni brano esplora un aspetto diverso della giungla e dei suoi personaggi, con un’orchestrazione colorata e un’atmosfera narrativa. Tra le sezioni più famose ricordiamo La meditazione di Purun Bhagat e La legge della giungla.

Les Chants de Nectaire, Op. 198-200 (1944): una serie di tre raccolte per flauto solo, composte come omaggio al personaggio di Nectaire ne La Révolte des Anges di Anatole France. Queste opere esprimono grande profondità spirituale e semplicità poetica, invitando alla meditazione.

Offrande musicale sur le nom de Bach, Op. 187 (1942): Quest’opera per orchestra di fiati è ispirata a Johann Sebastian Bach e rende omaggio al contrappunto e al rigore di questo maestro barocco. L’opera è complessa, con una costruzione polifonica e variazioni armoniche basate sulle lettere del nome di Bach.

Epitaffi, Op. 164 (1937): composti come omaggio a diverse figure culturali, tra cui l’attrice americana Jean Harlow, questi brani orchestrali esprimono sentimenti di ammirazione e malinconia. Épitaphe de Jean Harlow è particolarmente famoso per la sua tenerezza e bellezza.

Vers la voûte étoilée, Op. 129 (1933): poema sinfonico che evoca la ricerca dell’infinito e la contemplazione del cosmo. Quest’opera per orchestra riflette il lato mistico e contemplativo di Koechlin, con un’orchestrazione che cerca di rappresentare la profondità dello spazio e l’immensità dell’universo.

Paysages et Marines, Op. 63 (1916-1923): questa raccolta per pianoforte, che raffigura paesaggi e scene marine, testimonia l’amore di Koechlin per la natura. Ogni brano cattura uno stato d’animo particolare, influenzato dalle trame impressioniste e dall’immaginazione poetica del compositore.

Sept Chansons pour Gladys, Op. 151 (1935): questa suite di canzoni per voce e pianoforte è dedicata all’attrice americana Gladys Swarthout, una delle tante figure cinematografiche che hanno ispirato Koechlin. Questi brani fondono il lirismo romantico con un’armonia inventiva.

Queste opere mostrano l’ampiezza degli interessi di Koechlin, che spazia dalla musica da camera alla grande orchestra, dalle influenze poetiche ai temi esotici, spirituali o cinematografici. Il suo stile eclettico e le sue originali tessiture orchestrali lo rendono un compositore unico e molto apprezzato da coloro che oggi stanno riscoprendo la sua opera.

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Recensione musica | Pat Metheny opere soliste e in collaborazione

Profilo

Pat Metheny (1954 – ) è un chitarrista americano di Jazz Fusion. Le caratteristiche del suo modo di suonare la chitarra sono ortodosse, inoltre non ha il tono blu e fumoso del Jazz, e il tono è morbido e bello perché usa quasi solo il pickup anteriore della chitarra elettrica Jazz a corpo cavo. All’inizio suonava la Gibson ES-175, mentre dalla metà degli anni ’80 suona il suo modello preferito, l’Ibanez PM250. Anche la sua composizione non ha il sapore blu e fumoso del jazz, ma è meravigliosa e mistica, che associa alle foreste, alle strade, alle città e alle scene degli Stati Uniti meridionali e centrali.

Un’altra caratteristica è che, contrariamente al gruppo Pat Metheny, i suoi lavori da solista non hanno il tipico gusto americano della Fusion. Ogni lavoro solista di Pat ha i propri concetti, sistemi di produzione, membri, composizioni e arrangiamenti. Quindi ogni suo lavoro da solista ha gusti, umori e strutture musicali diversi, anche per l’atmosfera meravigliosa e mistica della musica di Pat.

Bright Size Life (ECM, 1976)

“Bright Size Life” è l’album di debutto di Pat Metheny. Si tratta di un album di trio di chitarre jazz del fantastico trio composto da Pat, Jaco Pastorius (basso elettrico) e Bob Moses (batteria).

Il primo brano, quello che dà il titolo all’album, “Bright Size Life”, è una canzone ad alto tempo, brillante, rinfrescante e aggressiva, con l’eccellente combinazione del trio.

“Sirabhorn” è una composizione meravigliosa e mistica che associa i boschi e la natura del sud degli Stati Uniti e le sue scene rurali.

“Unity Village” è una canzone dolorosa e nostalgica che associa le scene delle piccole città del sud e del centro degli Stati Uniti.

“Missouri Uncompromised” è una canzone a tempo alto e più dura con un’atmosfera neutra, vaga e ordinaria. Pat suona vari assoli, Moses suona duro e Jaco suona in modo swingante e libero.

“Midwestern Nights Dream” è una bella composizione triste e malinconica con riff di chitarra e melodie impressionanti, che ricordano viaggi e luoghi lontani.

“Omaha Celebration” è una canzone dal sapore country, brillante e affascinante.

Questo album è senza dubbio un album di jazz, ma non c’è il tono o l’eco del tipico jazz. C’è l’atmosfera iconica e l’eco di Pat Metheny che associa boschi, foreste, città e paesaggi naturali degli Stati Uniti meridionali e centrali. L’eccellente album jazz non ha l’atmosfera blues, fumosa e urbana del jazz, per cui è chiamato “Musica della foresta”.

Watercolors (ECM, 1977)

“Watercolors” è il secondo album di Pat Metheny.

Il titolo e la prima traccia, “Watarcolors”, è una meravigliosa e luminosa canzone fusion di chitarra e un trio di pianoforte, che segue il primo album.

“Ice Fire” è un brano di chitarra solista dolorosa di Pat.

“Oasis” è una canzone dall’atmosfera spagnola o latina e malinconica, con arpeggio di chitarra acustica e accompagnamento di accordi di sintetizzatore.

“Lakes” è un brano fusion luminoso e rinfrescante degli ultimi anni ’70, come “James” del Pat Metheny Group.

“River Quay” è una dolce e delicata canzone fusion dal sapore country e folk eseguita da un trio di chitarre e pianoforte.

“Sea Song” è una canzone trasparente e rilassante con chitarra, trio di piano e sintetizzatore che si alternano in accordi.

In continuità con il primo album, questo disco ha lo stile iconico e il gusto di Pat come Jazz, senza l’atmosfera fumosa e blues, la “Musica della foresta”. Ma ci sono più stili diversi nella composizione e nelle formazioni.

New Chautauqua (ECM, 1978)

“New Chautauqua” è il primo album “solista” di Pat Metheny (non come leader di un combo). L’album è composto da doppiaggi di chitarre elettriche a 6 e 12 corde, chitarra acustica, chitarra arpa a 15 corde e basso elettrico suonati esclusivamente da Pat.

“New Chautauqua” è una brillante e rinfrescante canzone dal sapore Country Fusion con assolo di chitarra elettrica e accompagnamento di accordi di chitarra acustica.

“Country Poem” è un brano unico dal sapore country. È ricca di chitarre acustiche che fungono da chitarra solista, chitarra arpeggiata e chitarra di accompagnamento.

“Hermitage” è una canzone dall’atmosfera ennui con arpeggi di chitarra acustica e basso. E presenta il fluente e meraviglioso assolo di chitarra iconica di Pat.

“Sueño con Mexico” è una Fusion rinfrescante e sentimentale dal sapore latino. Inizia con un arpeggio di chitarra acustica, seguito da un assolo di chitarra elettrica. Un’altra chitarra acustica suona gli armonici. Un’altra chitarra suona un altro arpeggio e il basso segue, così il suono diventa audace. Poi Pat suona un bellissimo e delicato assolo di chitarra acustica.

L’ultima traccia “Daybreak” è una canzone malinconica e luminosa. È composto da un meraviglioso assolo di chitarra elettrica e da un tono di Pat con 2 o 3 chitarre acustiche di supporto.

L’album Fusion, dallo stile unico e dai sapori country e latini, è composto da chitarre elettriche e acustiche e dal solo basso elettrico. Non ci sono batterie e percussioni, ma non c’è il senso di incongruenza. Perché le chitarre e il basso mantengono il ritmo e la base del suono.

80/81 (ECM, 1980)

“80/81” è un doppio album di Pat Metheny pubblicato nel 1980 dalla ECM. Le canzoni di questo album sono il repertorio per il tour europeo del 1981. Il trio è composto da Pat, Charlie Haden e Jack DeJohnette. In alcuni brani sono presenti i sassofonisti Dewey Redman e Michael Brecker.

“Two Folk Songs” è un completo di due canzoni della durata di 20 minuti. La prima parte è una canzone acustica dal gusto rinfrescante e fusion, con l’assolo di Michael Brecker, mentre Pat suona solo gli accordi di sottofondo. La parte successiva è una canzone lenta composta da Charlie Haden e presenta l’assolo di basso di Haden, alla fine Pat segue con un assolo di chitarra acustica.

“80/81” è un middle-tempo Fusion brillante con un tema di grande effetto. Nella parte successiva il sassofono tenore di Michael Brecker partecipa e suona da solo.

“Turn Around” è un brano Jazz caratterizzato dallo splendido assolo di chitarra di Pat.

“Open” è un brano Jazz ad alta velocità della durata di 14 minuti, come una jam session.

“Everyday” è una lenta ballata Fusion. Ma nella parte successiva il tempo si alza e la performance della band diventa dinamica.

L’ultimo brano “Goin’ Ahead” è una lenta canzone sentimentale dal sapore Folk e Country. Consiste nel doppiaggio delle chitarre acustiche di Pat.

Un buon album è fatto di strumenti acustici.

As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls (Pat Metheny & Lyle Mays, ECM, 1981)

“As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls” è un album di duetti con il tastierista e pianista Lyle Mays, membro principale del Pat Metheny Group.

Il primo brano, che dà il titolo all’album, “As Falls Wichita, So Falls Wichita Falls”, della durata di 20 minuti, ha un sapore New Age e un’atmosfera vaga. Questo brano potrebbe essere un collage di alcune parti, realizzato con un registratore digitale o un Synclavier. Il brano è caratterizzato dal mistico e meraviglioso sintetizzatore di Mays, dai pad setosi e dalle sequenze di percussioni della rhythm machine.

“Ozark” è una brillante e rinfrescante canzone high-tempo contemporanea dal sapore anche folk. Metheny suona la chitarra acustica, Mays il pianoforte con campioni di percussioni programmate.

“September Fifteenth” è una canzone lenta, rilassante e sentimentale. Pat suona la chitarra elettrica e acustica, Mays il pianoforte e un pad di sintetizzatore.

“It’s For You” è un brano Fusion dal sapore New Age degli anni ’80, con la bella voce solista di Mays e i suoi fraseggi, mentre Pat suona esclusivamente l’arpeggio della chitarra acustica a 12 corde e gli accordi di sottofondo.

“Estupenda Graça” è una canzone tradizionale e dal sapore latino, lenta e delicata, con voce e voci.

Questo album non è il tipico album Fusion del Pat Metheny Group. È un’esclusiva Fusion dal sapore New Age Folk che combina strumenti acustici, strumenti elettronici e tecnologia di registrazione digitale.

Questione e risposta (Geffen, 1990)

“Question and Answer” è un album per trio di chitarre acustiche di Pat Metheny, e tratta alcuni brani di composizioni jazz di altri. Il trio è composto dal bassista Dave Holland, dal leggendario batterista Roy Haynes e da Pat.

Il primo brano, “Solar”, è una composizione di Miles Davis. Un brano in stile New Main Stream molto improvvisato con un gioco dinamico e sincronizzato del trio.

La title track “Question and Answer” è una composizione lirica di Pat. L’assolo di Pat è meraviglioso e fine e il gioco poliritmico di Hayden è dinamico e cambia liberamente.

“Never Too Far Away” è la canzone sentimentale di Pat dallo stile iconico Folk e dal gusto New Age come “Unity Village”.

“Change of Heart” è una luminosa e meravigliosa composizione iconica di Pat.

L’ultima traccia, “Three Flights Up”, è una canzone ad alto ritmo come una jam session con accompagnamenti di accordi al Synclavier pad suonati da Pat.

La metà di questo album è costituita dallo stile unico di Pat, mentre il resto è costituito da canzoni Hard-bop o New Main Stream Jazz ortodosse.

I Can See Your House from Here (John Scofield & Pat Metheny, Blue Note, 1994)

“I Can See Your House from Here” è un album dallo stile unico che vede protagonisti i due chitarristi Pat Metheny e John Scofield. Gli altri membri della band sono il bassista elettrico Steve Swallow e il batterista Bill Stewart. L’esecuzione di Pat è pannata sul canale destro e quella di Scofield sul canale sinistro.

“I Can See Your House from Here” e “Red One” sono canzoni che presentano due chitarre overdrive, come in una jam session.

“No Matter What” è un brano in stile Be-Bop, lento e improvvisato da due chitarre elettriche pulite.

“Everybody’s Party” è un brano in stile Hard-bop con due chitarre overdrive.

“Message to My Friend” è una splendida canzone dal sapore folk e dall’atmosfera sentimentale di Pat. Entrambi suonano la chitarra acustica.

“Say the Brother’s Name” è una canzone iconica di Pat dal sapore Folk e Country, entrambi suonano chitarre acustiche e chitarre elettriche pulite, uno suona la parte principale e l’altro quella di accompagnamento, utilizzandosi a vicenda.

“Quiet Rising” è una lenta e tranquilla composizione Fusion di Pat. Le chitarre elettriche sono eccellenti e dolci.

“One Way to Be” è un brano dinamico in stile Hard-bop. Il call and response tra Pat e Scofield è molto emozionante.

“You Speak My Language” è un brano mid-tempo umoristico in stile Be-bop con improvvisazioni così libere di due chitarre elettriche.

Questo album è una buona combinazione di due eccellenti chitarristi Jazz Fusion di oggi. Metà delle canzoni sono jam session in stile Be-bop o Hard-bop. Il resto delle canzoni sono icone Folk e/o Country dal sapore meraviglioso e mistico composte da Pat.

Una notte tranquilla (Warner Brothers, 2003)

“One Quiet Night” è l’album che presenta un progetto speciale di chitarra baritona solista.

La prima traccia, “One Quiet Night”, è l’iconica composizione di Pat “Music of Forest”, e anche il suono della chitarra ha l’iconica e meravigliosa atmosfera di Pat.

“Song for the Boys” è un brano ad alta velocità, rinfrescante e fresco, con accordi dinamici di chitarra e arpeggio che includono melodie e frasi. La migliore canzone di questo album.

“Another Chance” è un brano middle-tempo neutro e apatico.

“Time Goes On” è una canzone meravigliosa e sentimentale.

“Over on 4th Street” è una canzone dal sapore folk, brillante e dinamica. Il gioco di accordi con Melodie è eccellente e sapiente. La seconda migliore canzone di questo album.

“North to South, East to West” è una canzone mid-tempo sentimentale e mistica. L’interpretazione di Pat è come quella di un trio composto da una sola persona.

“Last Train Home” è una canzone mid-tempo basata sull’arpeggio con vari stati d’animo.

“In All We See” è la canzone dal tipico gusto mistico e sentimentale di Pat. Suona la parte di basso, l’arpeggio e la melodia solo da lui. È abile e musicalmente valido.

Raccomando questo album a chi ama la musica New Age e Post-classica per pianoforte solo, e la musica classica per chitarra, anche a chi suona la chitarra acustica.

Metheny Mehldau (Nonesuch, 2006)

“Metheny Mehldau” è un album di duetti tra Pat Metheny e il pianista Brad Mehldau. La batteria e la base elettrica partecipano ad alcuni brani.

“Unrequited” è un brano mid-tempo di vaga improvvisazione, simile a una session. La chitarra di Pat e il pianoforte di Mehldau sono uguali e altamente sincronizzati. E non si può dividere tra assolo e accompagnamento.

“Ahmid-6” è una rinfrescante canzone a tempo medio-alto di gusto Fusion di Pat.

“Ring of Life”, a cui partecipano batteria e basso elettrico, è un brano dinamico ad alto tempo di gusto Fusion con eccellenti improvvisazioni. Nella parte successiva, Pat suona a fatica il sintetizzatore della chitarra.

“Legend” è una canzone malinconica e meravigliosa.

“Find Me in Your Dreams” è un brano di Mehldau dal sapore doloroso e romantico, ma anche una ballata contemporanea.

“Say the Brother’s Name”, a cui partecipano anche batteria e basso. Una canzone dal sapore un po’ latino con un arrangiamento sofisticato, e grandi performance e la combinazione della band.

“Annie’s Bittersweet Cake” è una canzone mistica e meravigliosa. Mehldau suona un bell’accompagnamento di accordi. E Pat suona il suo stile unico, brillante e rinfrescante, con un assolo di chitarra.

“Make Peace” è una canzone dal sapore folk, rinfrescante e dall’umore apatico, che possiede una sensazione di sentimento. Pat suona la chitarra acustica.

Un buon album di duetti di artisti rappresentativi del jazz attuale, la loro musica è meravigliosa, luminosa e rinfrescante, e non è il tipico jazz fumoso.

Day Trip (Nonesuch, 2008)

“Day Trip” è l’album del trio chitarristico di Pat Metheny con il bassista (contrabbasso) Christian McBride e il batterista Antonio Sanchez. Pat suona anche la sua iconica chitarra elettrica hollow body firmata Fernandez, il sintetizzatore per chitarra e la chitarra acustica.

“Son of Thirteen” è un brano simbolico di Pat che rinfresca l’umore con una combinazione dinamica e il gioco del trio.

“At Last You’re Here” è la solita canzone a tempo medio di Pat.

“Let’s Move” è un brano ad alta velocità dal sapore Hard-Bop. La chitarra di Pat è eccellente e ricorda Wes Montgomery.

“Snova” è una canzone mid-tempo dal sapore latino.

“Is This America? (Katrina 2005)” è una canzone lenta, dolce e nostalgica, con chitarra acustica.

“Whatnot” è una canzone in stile Bebop e dal sapore più improvvisato e free form.

“When We Were Free” è una rara canzone jazz blu e fumosa come Pat. Ma, nella parte successiva, Pat suona la chitarra sintetizzatore.

“Dreaming Trees” è una canzone dolce e sentimentale con chitarra acustica.

“Day Trip” è una canzone dal gusto Hard-bop aggressivo e dinamico che associa “S. O. S.” di Wes Montgomery.

Un bell’album di Pat Metheny che ha un sapore jazzistico e hard-bop più intenso del solito.

Orchestrion (Nonesuch, 2010)

“Orchestrion” è un album solista di Pat Metheny pubblicato nel 2010, caratterizzato dall’orchestrionica. L’insieme di orchestre comprende pianoforti, marimba, vibrafono, bassi elettrici, GuitarBots, batteria e percussioni.

Il primo brano, che dà il titolo all’album, “Orchestrion”, dura 16 minuti ed è ad alta velocità, stimolante e rigenerante, con un arrangiamento molto complesso e una perfetta sincronizzazione degli strumenti. Particolarmente belli sono gli appoggi di marimba e vibrafono e l’assolo di chitarra di Pat li attraversa. La composizione ha l’iconico e meraviglioso stato d’animo di Pat, e presenta elementi di ensemble di Minimal Music di Steve Reich e Philip Glass e opere orchestrali New Age.

“Entry Point” è una canzone lenta e malinconica con un assolo di chitarra lirico di Pat.

“Expansion” è un brano mid-tempo mistico, meraviglioso ed etnico dall’umore neutro.

“Soul Search” è una canzone dall’umore solitario molto lento con un arrangiamento delicato, la chitarra di Pat si sincronizza meravigliosamente e cavalca l’accompagnamento, facendone buon uso.

“Spirit of the Air” è una canzone dal sapore latino con eccellenti sviluppi musicali come il Pat Metheny Group.

Un progetto e un album molto buono e unico, e Pat ha creato musica può essere fatto solo da questo metodo e il suo gioco di chitarra. È una musica originale, complessa e profonda, ma anche meravigliosa e lirica, che ha elementi di (o è simile a) opere di ensemble di musica minimale di Reich e Glass, opere orchestrali New Age, Fusion orchestrale e Easy Listening. E uno dei più grandi progetti di produzione musicale, ma ci sono tocchi artificiali, innaturali e sbilanciati.

Risorse e collegamenti

Pat Metheny : Home

Pat Metheny – ECM Records

Pat Metheny – Modern Recordings

Wikipedia (EN)

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