Appunti su Darius Milhaud e le sue opere

Panoramica

Darius Milhaud (1892-1974) è stato un prolifico compositore francese, membro del famoso gruppo Les Six, noto per il suo stile eclettico e l’uso innovativo della politonalità. Originario della Provenza e permeato da influenze diverse, ha incorporato nella sua musica elementi di jazz, musica brasiliana e folklore provenzale.

Caratteristiche musicali

Politonialità: Milhaud sovrappone più tonalità contemporaneamente, dando una tonalità armonica audace.
Influenze jazz e latine: dopo un soggiorno in Brasile come addetto culturale (1917-1918), si ispira ai ritmi brasiliani, in particolare in “Le Bœuf sur le toit”. Scopre anche il jazz negli Stati Uniti e lo integra nelle sue composizioni.
Eclettismo: la sua opera abbraccia tutti i generi: musica sinfonica, musica da camera, opera, musica corale e musica per la scena.

Opere famose

“Le Bœuf sur le toit” (1919) – Fantasia per orchestra, influenzata dalla musica brasiliana.
“La Creazione del mondo“ (1923) – balletto ispirato al jazz, con una strumentazione che ricorda le big band.
“Suite provenzale” (1936) – opera orchestrale con i colori folcloristici della Francia meridionale.
“Saudades do Brasil” (1920-1921) – suite di danze ispirata al suo soggiorno in Brasile.
“Scaramouche“ (1937) – Pezzo virtuoso e allegro per sassofono (o clarinetto) e pianoforte.
“Les Choéphores” (1915-1916) – Dramma musicale basato su Eschilo, che illustra il suo gusto per l’antichità.

Influenza ed eredità

Milhaud ha insegnato a generazioni di compositori negli Stati Uniti (in particolare Dave Brubeck) e ha contribuito a far conoscere la politonalità e il jazz nella musica classica. La sua prolifica opera, che conta più di 400 composizioni, lo rende uno dei compositori più prolifici del XX secolo.

Storia

Darius Milhaud nacque nel 1892 ad Aix-en-Provence, in una famiglia ebrea profondamente legata alla sua regione. Fin dalla più tenera età, fu immerso nella musica e nella cultura provenzale, che ne influenzarono lo stile per tutta la vita. Violinista di formazione, entra presto al Conservatorio di Parigi, dove studia con maestri come Paul Dukas e André Gedalge. È lì che incontra Arthur Honegger e Francis Poulenc, con i quali in seguito formerà il gruppo Les Six, un collettivo di giovani compositori che vogliono rompere con il romanticismo e l’impressionismo.

Ma la vera rivelazione musicale di Milhaud arriva quando nel 1917 parte per il Brasile come segretario del poeta Paul Claudel, allora ambasciatore di Francia. Questo soggiorno segna profondamente la sua immaginazione musicale: scopre i ritmi brasiliani, le percussioni esuberanti e la vitalità della musica popolare locale. Ne trae un’opera emblematica, “Le Bœuf sur le toit”, una fantasia in cui si mescolano melodie brasiliane e spirito parigino.

Tornato in Francia, diventa una delle figure centrali della Parigi degli anni folli. Frequentò Cocteau, Picasso e Stravinsky e si appassionò al jazz, che scoprì nel 1920 durante un viaggio negli Stati Uniti. Affascinato da questa musica, compose il balletto “La Création du monde” nel 1923, un’opera d’avanguardia in cui i ritmi sincopati del jazz si fondono in un’orchestrazione classica.

Nonostante il successo, l’ascesa del nazismo getta il suo mondo nel caos. A causa delle sue origini ebraiche, nel 1940 è costretto a fuggire dalla Francia. Si esilia negli Stati Uniti, dove insegna al Mills College in California. Tra i suoi studenti c’è un certo Dave Brubeck, che diventerà una leggenda del jazz e che testimonierà sempre l’influenza di Milhaud sul suo lavoro.

Dopo la guerra, torna in Francia, ma la malattia lo costringe a una vita più sedentaria: affetto da artrite reumatoide, deve spostarsi in sedia a rotelle. Ciò non gli impedisce di continuare a comporre instancabilmente. Il suo catalogo supera le 400 opere, esplorando tutti i generi, dal balletto alla musica da camera, passando per l’opera e la musica sacra.

Fino alla fine della sua vita, Milhaud rimase un uomo curioso, sempre alla ricerca di nuove sonorità e profondamente legato alle sue radici provenzali. Morì nel 1974, lasciando dietro di sé un’opera prolifica, caratterizzata dall’amore per il ritmo, il colore e la diversità musicale.

Cronologia

1892 – Nascita ad Aix-en-Provence
Darius Milhaud nasce il 4 settembre 1892 in una famiglia ebrea provenzale che vive nella regione da secoli.

1902-1909 – I primi passi nella musica
Inizia a suonare il violino fin da bambino, ma si appassiona rapidamente alla composizione.

1909-1914 – Studi al Conservatorio di Parigi
Entra al Conservatorio di Parigi, dove studia con Paul Dukas, Charles-Marie Widor e Vincent d’Indy. Qui incontra Arthur Honegger e Germaine Tailleferre, futuri membri dei Six.

1917-1918 – Soggiorno in Brasile
Viene inviato a Rio de Janeiro come addetto di Paul Claudel, allora ambasciatore di Francia. Scopre la musica brasiliana, che influenzerà profondamente le sue opere successive, in particolare “Le Bœuf sur le toit”.

1919 – Ritorno in Francia e inizio della celebrità
Al suo ritorno, compone “Le Bœuf sur le toit”, un’opera esuberante ispirata al Brasile, che diventa un simbolo degli anni folli a Parigi.

1920 – Creazione del gruppo dei Sei
Insieme a Francis Poulenc, Arthur Honegger, Georges Auric, Germaine Tailleferre e Louis Durey, forma Les Six, un gruppo di compositori che promuove una musica nuova, leggera e antiromantica.

1923 – Influenza del jazz e “La Creazione del mondo”
Dopo un viaggio negli Stati Uniti, scopre il jazz, che lo ispira per La Création du monde, un balletto dallo stile innovativo.

1930-1939 – Successo internazionale e riconoscimento
Compone opere, sinfonie e musica da camera viaggiando in Europa e negli Stati Uniti. Insegna al Conservatorio di Parigi e ottiene il riconoscimento internazionale.

1940 – Esilio negli Stati Uniti
A causa dell’occupazione nazista e delle sue origini ebraiche, Milhaud fugge dalla Francia e si trasferisce in California, dove insegna al Mills College. Tra i suoi studenti c’è Dave Brubeck, che sarà influenzato dalla sua musica.

1947 – Ritorno in Francia
Dopo la guerra, torna in Francia, continuando a insegnare e a comporre negli Stati Uniti.

1950-1960 – Ultimi grandi lavori
Nonostante la salute fragile e i forti dolori reumatici, continua a comporre in modo prolifico, raggiungendo un totale di oltre 400 opere.

1974 – Morte a Ginevra
Darius Milhaud muore il 22 giugno 1974 a Ginevra, lasciando dietro di sé un’opera immensa e un’importante eredità musicale.

Caratteristiche della musica

La musica di Darius Milhaud è caratterizzata da uno stile eclettico, audace e colorato, in cui si mescolano molteplici influenze, dalla folklore provenzale al jazz, passando per la musica brasiliana e l’antichità. Ecco le caratteristiche principali del suo linguaggio musicale:

1. Politonalità e armonia innovativa

Una delle caratteristiche di Milhaud è l’uso della politonalità, ovvero la sovrapposizione di più tonalità contemporaneamente. Questa tecnica conferisce alla sua musica una ricchezza armonica unica, a volte percepita come dissonante, ma sempre fluida ed espressiva. Ne troviamo esempi significativi in “Saudades do Brasil” o “La Création du monde”.

2. Influenza del jazz

Milhaud è uno dei primi compositori classici a integrare il jazz nella sua musica, dopo aver scoperto questa estetica durante un viaggio negli Stati Uniti nel 1920. Adotta sincopi, ritmi trascinanti, timbri tipici delle big band e una grande libertà nella frase melodica. Il balletto “La Création du monde” (1923) ne è un perfetto esempio, con un’orchestrazione che imita i gruppi jazz dell’epoca.

3. Ritmi brasiliani e musica popolare

Il suo soggiorno in Brasile (1917-1918) influenzò profondamente la sua musica. Si ispira ai balli popolari e alle percussioni brasiliane, come in “Le Bœuf sur le toit” (1919), una fantasia esuberante basata su melodie brasiliane, o in “Saudades do Brasil”, una serie di brani ispirati ai ritmi di samba e maxixe.

4. Chiarezza e semplicità melodica

Sebbene la sua scrittura sia talvolta complessa dal punto di vista armonico, Milhaud cerca sempre la chiarezza melodica. I suoi temi sono spesso semplici, cantabili, persino ingenui, influenzati dal folklore provenzale, la sua regione natale. Questa semplicità melodica si ritrova nella Suite provenzale (1936).

5. Esuberanza e spirito giocoso

A differenza dell’impressionismo di Debussy o della serietà del romanticismo, Milhaud adotta spesso un tono leggero e umoristico. Molte delle sue opere, come “Scaramouche” (1937) o “Divertissement” (1929), giocano su uno spirito malizioso e spensierato.

6. Gusto per l’antichità e l’eredità ebraica

Proveniente da una famiglia ebrea provenzale, Milhaud compose diverse opere ispirate alla tradizione ebraica, come “Service sacré” (1947) per coro e orchestra. Era anche affascinato dall’antichità greca e latina, come testimoniano le sue opere ispirate a Eschilo, in particolare “Les Choéphores” (1916).

7. Una produzione abbondante e varia

Milhaud ha composto più di 400 opere che coprono tutti i generi: musica sinfonica, musica da camera, opera, balletto, musica corale… Il suo stile rimane coerente nonostante questa diversità, sempre sostenuto da un’energia ritmica e da un gusto per l’innovazione.

In sintesi, Milhaud è un compositore moderno e accessibile, un esploratore del suono che mescola culture e stili con totale libertà. La sua opera, abbondante e inclassificabile, riflette una gioia di vivere contagiosa e un profondo attaccamento alle sue radici.

Relazioni

Darius Milhaud, figura centrale della musica del XX secolo, ha intrattenuto numerose relazioni con compositori, interpreti, scrittori, artisti e istituzioni culturali. I suoi scambi riflettono il suo eclettismo e la sua apertura alle correnti artistiche del suo tempo.

1. Relazioni con altri compositori

I Sei (gruppo di compositori francesi)

Milhaud faceva parte del Gruppo dei Sei, insieme a Francis Poulenc, Arthur Honegger, Georges Auric, Germaine Tailleferre e Louis Durey. Questo gruppo, influenzato da Jean Cocteau ed Erik Satie, sosteneva una musica leggera, spontanea e lontana dal romanticismo e dall’impressionismo. Milhaud era tuttavia più aperto agli influssi esterni (jazz, musiche del mondo) rispetto ad alcuni suoi colleghi.

Igor Stravinsky

Milhaud ammirava profondamente Stravinsky e fu influenzato da “L’Histoire du soldat” (1918), che prefigurava l’uso del jazz nella musica classica. Stravinsky, in cambio, rispettava Milhaud, anche se a volte criticava il suo approccio politonale.

Paul Hindemith

Milhaud condivideva con Hindemith un’affinità per la scrittura contrappuntistica e un certo gusto per la musica neoclassica. Entrambi furono figure importanti della musica moderna europea.

Olivier Messiaen

Sebbene i loro stili fossero molto diversi, Milhaud e Messiaen ebbero rapporti cordiali. Messiaen apprezzava l’apertura di Milhaud alle musiche non europee.

2. Rapporti con interpreti e orchestre

I direttori d’orchestra Serge Koussevitzky e Leopold Stokowski

Koussevitzky e Stokowski, due influenti direttori d’orchestra del XX secolo, hanno spesso programmato opere di Milhaud negli Stati Uniti. Koussevitzky ha diretto diverse prime esecuzioni delle sue opere, contribuendo alla sua fama internazionale.

Jascha Heifetz (violinista)

Il famoso violinista Jascha Heifetz ha commissionato e suonato alcune opere di Milhaud.

Marcel Mule (sassofonista)

Milhaud ha dedicato il suo “Scaramouche” e il suo “Concertino da camera” a Marcel Mule, pioniere del sassofono classico.

Marguerite Long (pianista)

È stata una delle prime interpreti del Concerto per pianoforte n. 1 di Milhaud e ha sostenuto la sua musica nel repertorio pianistico francese.

3. Rapporti con scrittori e artisti

Paul Claudel (scrittore e diplomatico)

L’incontro con Paul Claudel nel 1913 fu determinante. Milhaud divenne il suo segretario quando era ambasciatore in Brasile (1917-1918). Collaborarono a diverse opere, in particolare all’opera “Cristoforo Colombo” e alla musica di scena per “Protée”.

Jean Cocteau (poeta e artista)

Vicino al Gruppo dei Sei, Cocteau ha influenzato Milhaud con la sua estetica e il suo gusto per l’arte multidisciplinare. Ha svolto un ruolo chiave nella creazione di “Le Bœuf sur le toit”, originariamente concepito come musica per un film burlesco.

Fernand Léger (pittore cubista)

Milhaud collabora con Fernand Léger per il balletto “La Création du monde” (1923). Léger realizza le scenografie e i costumi, dando un tocco cubista a quest’opera influenzata dal jazz.

4. Rapporti con personalità politiche e intellettuali

Paul Valéry (scrittore e poeta)

Valéry e Milhaud nutrono una reciproca ammirazione. Il compositore mette in musica alcuni dei suoi testi.

André Malraux (ministro e scrittore)

Malraux sostiene Milhaud al suo ritorno in Francia dopo la seconda guerra mondiale e favorisce il riconoscimento della sua opera.

5. Rapporti con istituzioni e studenti

Mills College (California, USA)

Quando nel 1940 fuggì dalla Francia a causa dell’occupazione nazista, Milhaud trovò rifugio al Mills College, dove insegnò composizione. Ha influenzato una generazione di compositori americani.

Dave Brubeck (pianista jazz, allievo di Milhaud)

Uno dei suoi allievi più famosi è il jazzista Dave Brubeck, che in seguito dirà che Milhaud lo incoraggiò a integrare elementi classici nel jazz e a esplorare la politonalità.

Pierre Boulez (compositore, allievo di Milhaud)

Milhaud ha insegnato anche a Pierre Boulez, ma quest’ultimo si è poi opposto al suo stile, che ha giudicato troppo conservatore rispetto alle avanguardie di Darmstadt.

Conclusione

Darius Milhaud ha tessuto una vasta rete di relazioni nella musica e nell’arte del XX secolo. La sua apertura a varie influenze e il suo spirito collaborativo lo hanno portato a frequentare compositori, interpreti, scrittori e intellettuali di fama. La sua capacità di integrare diverse culture musicali lo rende una figura unica e cosmopolita del secolo scorso.

Compositori simili

Essendo un compositore eclettico, Darius Milhaud condivide affinità con diversi musicisti di stili diversi. Ecco alcuni compositori la cui musica presenta somiglianze con quella di Milhaud, sia per l’uso della politonalità, l’interesse per il jazz, il fascino per la musica del mondo, sia per il carattere giocoso ed esuberante della loro scrittura.

1. Francis Poulenc (1899-1963) – Spirito dei Sei e melodie cantabili

Francis Poulenc, membro del Gruppo dei Sei, condivide con Milhaud il gusto per la chiarezza melodica, una certa leggerezza e un tocco di umorismo nella sua musica. Come Milhaud, compone sia per il concerto che per la scena ed esplora vari generi. Tuttavia, Poulenc è spesso più lirico e tenero, mentre Milhaud è più audace nell’armonia.

🔹 Opere da ascoltare:

Concert champêtre (1928) – per clavicembalo e orchestra
Les Biches (1923) – balletto frizzante e spensierato
Concerto per due pianoforti (1932) – influenzato dal jazz, come alcuni lavori di Milhaud

2. Igor Stravinsky (1882-1971) – Ritmo, modernità e jazz

Stravinsky e Milhaud condividono un approccio ritmico molto marcato e una curiosità per la musica popolare. La Storia del soldato (1918) di Stravinsky prefigura l’uso del jazz nella musica colta, un approccio che Milhaud porterà ancora più avanti in La Creazione del mondo. Entrambi si cimentano in orchestrazioni vivaci e percussive, e talvolta adottano un tono ironico.

🔹 Opere da ascoltare:

L’Histoire du soldat (1918) – fusione tra musica popolare e classica
Ragtime (1918) – Stravinsky esplora il jazz come fa Milhaud
Pulcinella (1920) – una reinterpretazione neoclassica della musica barocca

3. Manuel de Falla (1876-1946) – Colori mediterranei e ritmi ispanici

Come Milhaud con la Provenza, Manuel de Falla è profondamente legato alla musica della sua regione natale, la Spagna. In entrambi si ritrova la stessa volontà di integrare elementi popolari in una scrittura colta e una tavolozza orchestrale brillante.

🔹 Opere da ascoltare:

El sombrero de tres picos (1919) – balletto dai colori vivaci e dai ritmi danzanti
Concerto per clavicembalo (1926) – originale e ispirato alla musica antica
Notti nei giardini di Spagna (1915) – colori impressionisti e influenze popolari

4. Paul Hindemith (1895-1963) – Contrappunto rigoroso ed energia ritmica

Milhaud e Hindemith condividono un approccio politonale e un gusto per il contrappunto energico. La loro musica può a volte sembrare meccanica o volutamente spigolosa, ma sempre piena di vitalità.

🔹 Opere da ascoltare:

Mathis der Maler (1934) – grande affresco orchestrale
Suite “1922” – ispirata ai balli popolari, una parallela con Milhaud e il jazz
Kammermusik – serie di opere di musica da camera con originali combinazioni strumentali

5. Heitor Villa-Lobos (1887-1959) – Fusione di culture ed esuberanza orchestrale

Proprio come Milhaud integra elementi della tradizione popolare provenzale e del jazz, Villa-Lobos fonde musica classica e ritmi brasiliani. Il loro approccio all’orchestra è spesso colorato ed esuberante.

🔹 Opere da ascoltare:

Bachianas Brasileiras (1930-1945) – un mix di Bach e musica brasiliana
Choros n°10 – un’esplorazione dei ritmi popolari brasiliani
Rudepoema – una scrittura pianistica vicina alla ritmica impetuosa di Milhaud

6. Kurt Weill (1900-1950) – Teatro musicale e jazz

Sia Weill che Milhaud hanno integrato elementi di cabaret, jazz e musica popolare nelle loro opere. Weill, noto per le sue collaborazioni con Bertolt Brecht (L’Opera da tre soldi), condivide con Milhaud un approccio spesso ironico ed energico alla musica.

🔹 Opere da ascoltare:

L’opera da quattro soldi (1928) – teatro musicale influenzato dal jazz
Mahagonny Songspiel (1927) – una brillante e ritmica orchestrazione
Sinfonia n. 2 (1933) – al crocevia tra jazz e musica orchestrale europea

7. Bohuslav Martinů (1890-1959) – politonalità e influenze popolari

Questo compositore ceco condivide con Milhaud un approccio politonale, una scrittura ritmica energica e una curiosità per la musica popolare.

🔹 Opere da ascoltare:

Concerto per clavicembalo – una dinamica simile alle opere di Milhaud
Sinfonietta La Jolla (1950) – opera commissionata negli Stati Uniti, con una leggerezza simile allo stile di Milhaud
Divertimento – vicino allo stile leggero e spiritoso del Groupe des Six

Conclusione

Darius Milhaud si colloca al crocevia di diverse realtà musicali: neoclassica, politonale, influenzata dal jazz e dalla musica popolare, ma anche profondamente mediterranea nella sua ispirazione. I compositori citati condividono con lui questi tratti distintivi, ma ognuno a modo suo. Milhaud rimane tuttavia unico per la varietà delle sue influenze e la diversità della sua produzione, che spazia dalla musica da camera ai grandi affreschi orchestrali.

Opere famose per pianoforte solo

Darius Milhaud ha composto numerose opere per pianoforte solo, che riflettono il suo stile eclettico e colorato. Ecco alcuni dei suoi pezzi più noti per questo strumento:

1. Saudades do Brasil (1920)

Suite di 12 danze ispirate ai ritmi brasiliani, scritta dopo il suo soggiorno in Brasile. Ogni brano porta il nome di un quartiere di Rio de Janeiro e incorpora elementi di politonalità e sincopi jazz.

2. Le Bœuf sur le toit (1919) – Trascrizione per pianoforte

In origine una fantasia per orchestra ispirata alle melodie brasiliane, Milhaud ne ha realizzato una versione per pianoforte solo, mantenendone il carattere esuberante e ritmico.

3. Printemps (1915)

Un’opera giovanile in cui si percepisce già una scrittura fresca e libera, con armonie audaci e grande vivacità.

4. Trois Rag-Caprices (1922)

Brani influenzati dal jazz e dal ragtime, che dimostrano l’interesse di Milhaud per i ritmi sincopati e la sperimentazione armonica.

5. Scaramouche (1937) – Trascrizione per pianoforte solo

Originariamente scritto per due pianoforti, questo insieme di tre brani leggeri e festosi è stato trascritto da Milhaud per pianoforte solo. Il famoso ultimo brano, “Brazileira”, è particolarmente virtuoso e giocoso.

6. L’Album di Madame Bovary (1933)

Suite di brevi brani scritti per accompagnare il film muto Madame Bovary. La scrittura è evocativa e poetica, con un tocco impressionista.

7. Suite provenzale (1936) – Trascrizione per pianoforte

Basata su melodie popolari provenzali, questa suite colorata e trascinante è un omaggio alla sua regione natale.

8. Sonatina per pianoforte (1937)

Opera concisa e raffinata, che illustra l’influenza del neoclassicismo con chiarezza di scrittura e grande espressività.

9. Suite francese (1945) – Versione per pianoforte

Scritta inizialmente per orchestra, questa suite è stata adattata per pianoforte solo. Utilizza melodie popolari francesi in uno stile semplice ma efficace.

10. Cinéma-fantaisie su “Le Bœuf sur le toit” (1919)

Versione sviluppata del famoso balletto, che integra gli elementi festosi e politonali dell’opera originale.

Queste opere coprono un’ampia gamma stilistica, che va dalla polifonia audace agli influssi folk e jazz. Illustrano perfettamente l’inventiva e la diversità di Milhaud nella scrittura per pianoforte.

Opere famose

Darius Milhaud ha composto un gran numero di opere in vari generi. Ecco una selezione delle sue opere più famose al di fuori del pianoforte solista:

1. Musica orchestrale

Le Bœuf sur le toit, op. 58 (1919) – Fantasia ispirata a melodie brasiliane, piena di energia e colori.
Suite provençale, op. 152b (1936) – Basata su temi popolari della Provenza, leggera e solare.
La Création du monde, op. 81a (1923) – Balletto influenzato dal jazz e dalla musica africana, scritto per piccola orchestra.
Concerto per percussioni e piccola orchestra, op. 109 (1930) – Uno dei primi concerti che mette in risalto le percussioni da sole.
Sinfonie n. 1-12 (1940-1961) – Serie di dodici sinfonie spesso brevi e molto diverse nello stile.

2. Musica da camera

Scaramouche, op. 165b (1937) – Famosa suite per due pianoforti, trascritta anche per sassofono e orchestra.
Sonatina per flauto e pianoforte, op. 76 (1922) – Opera delicata e piena di fascino.
Suite per violino, clarinetto e pianoforte, op. 157b (1936) – Piccolo pezzo allegro e pieno di umorismo.
Quintetto per pianoforte e archi, op. 81b (1922) – Opera ricca di colori e armonie audaci.
Quartetti per archi n. 1-18 (1912-1950) – Serie impressionante di quartetti, che mostrano la sua evoluzione stilistica.

3. Balletti

Boeuf sur le toit, op. 58 (1919) – Anche questo concepito come un balletto burlesco su musica brasiliana.
La creazione del mondo, op. 81 (1923) – Ispirato al jazz e alla mitologia africana.
L’uomo e il suo desiderio, op. 48 (1917-1918) – Balletto esotico influenzato dal suo soggiorno in Brasile.

4. Musica vocale e opere

Cristoforo Colombo, op. 102 (1928) – Opera su libretto di Paul Claudel, che mette in evidenza l’incontro tra l’Europa e la Nuova Mondo.
Le Coéfore, op. 24 (1915-1916) – Tragedia musicale basata su Eschilo, con cori e una potente orchestrazione.
Medea, op. 191 (1939) – Opera drammatica sul mito di Medea.
Cantata della pace, op. 417 (1973) – Opera corale impegnata.

5. Musica concertante

Concerto per violino n. 1, op. 93 (1927) – Opera virtuosistica ed espressiva.
Concerto per clarinetto, op. 230 (1941) – Pezzo dinamico e melodico.
Concerto per marimba, vibrafono e orchestra, op. 278 (1947) – Uno dei primi concerti per questi strumenti.

Queste opere testimoniano l’immensa diversità di Milhaud, che spazia dalla tradizione provenzale alle influenze brasiliane e al jazz, esplorando al contempo la modernità armonica e la politonalità.

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(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Apuntes sobre Darius Milhaud y sus obras

Resumen

Darius Milhaud (1892-1974) fue un prolífico compositor francés, miembro del famoso grupo Les Six, conocido por su estilo ecléctico y su innovador uso de la politonalidad. Originario de Provenza e impregnado de diversas influencias, incorporó en su música elementos del jazz, la música brasileña y la folclórica provenzal.

Características musicales

Politonalidad: Milhaud superpone varias tonalidades simultáneamente, lo que le da un color armónico atrevido.
Influencias del jazz y la música latina: Después de una estancia en Brasil como agregado cultural (1917-1918), se inspira en los ritmos brasileños, especialmente en «Le Bœuf sur le toit». También descubre el jazz en Estados Unidos y lo integra en sus composiciones.
Ecléctico: Su obra abarca todos los géneros: música sinfónica, música de cámara, ópera, música coral y música escénica.

Obras famosas

«El buey en la azotea» (1919): Fantasía para orquesta, influenciada por la música brasileña.
«La Création du monde» (1923): ballet inspirado en el jazz, con una instrumentación que recuerda a las big bands.
«Suite provençale» (1936): obra orquestal con los colores folclóricos del sur de Francia.
«Saudades do Brasil» (1920-1921): suite de danzas inspirada en su estancia en Brasil.
«Scaramouche» (1937): pieza virtuosa y alegre para saxofón (o clarinete) y piano.
«Les Choéphores» (1915-1916): drama musical basado en Esquilo, que ilustra su gusto por la Antigüedad.

Influencia y legado

Milhaud enseñó a generaciones de compositores en Estados Unidos (en particular a Dave Brubeck) y contribuyó a dar a conocer la politonalidad y el jazz en la música clásica. Su prolífica obra, que cuenta con más de 400 composiciones, lo convierte en uno de los compositores más prolíficos del siglo XX.

Historia

Darius Milhaud nació en 1892 en Aix-en-Provence, en el seno de una familia judía profundamente arraigada en su región. Desde muy joven, se sumergió en la música y la cultura provenzales, que marcarían su estilo a lo largo de su vida. Violinista de formación, ingresó rápidamente en el Conservatorio de París, donde estudió con maestros como Paul Dukas y André Gedalge. Allí conoció a Arthur Honegger y Francis Poulenc, con quienes más tarde formaría el grupo Les Six, un colectivo de jóvenes compositores que querían romper con el romanticismo y el impresionismo.

Pero la verdadera revelación musical de Milhaud se produce cuando se va a Brasil en 1917 como secretario del poeta Paul Claudel, entonces embajador de Francia. Este viaje marcó profundamente su imaginación musical: descubrió los ritmos brasileños, la exuberante percusión y la vitalidad de la música popular local. De allí trajo una obra emblemática, «Le Bœuf sur le toit», una fantasía en la que se mezclan melodías brasileñas y espíritu parisino.

De vuelta en Francia, se convirtió en una de las figuras centrales del París de los locos años veinte. Frecuentó a Cocteau, Picasso y Stravinsky, y se entusiasmó con el jazz, que descubrió en 1920 durante un viaje a Estados Unidos. Fascinado por esta música, compuso el ballet La Création du monde en 1923, una obra vanguardista en la que los ritmos sincopados del jazz se funden con una orquestación clásica.

A pesar del éxito, el auge del nazismo sumió su vida en el caos. Debido a su origen judío, se vio obligado a huir de Francia en 1940. Se exilió en Estados Unidos, donde enseñó en la Universidad de Mills College en California. Entre sus alumnos se encontraba un tal Dave Brubeck, que se convertiría en una leyenda del jazz y siempre daría testimonio del influjo de Milhaud en su trabajo.

Después de la guerra, regresó a Francia, pero la enfermedad lo obligó a llevar una vida más sedentaria: afectado de poliartritis reumatoide, tuvo que desplazarse en silla de ruedas. Esto no le impidió seguir componiendo incansablemente. Su catálogo supera las 400 obras, explorando todos los géneros, desde el ballet hasta la música de cámara, pasando por la ópera y la música sacra.

Hasta el final de su vida, Milhaud siguió siendo un hombre curioso, siempre en busca de nuevos sonidos y profundamente apegado a sus raíces provenzales. Murió en 1974, dejando tras de sí una obra prolífica, marcada por el amor al ritmo, al color y a la diversidad musical.

Cronología

1892 – Nacimiento en Aix-en-Provence
Darius Milhaud nace el 4 de septiembre de 1892 en el seno de una familia judía provenzal asentada en la región desde hacía siglos.

1902-1909 – Primeros pasos en la música
Comienza a tocar el violín desde su infancia, pero pronto se apasiona por la composición.

1909-1914: Estudios en el Conservatorio de París
Ingresa en el Conservatorio de París, donde estudia con Paul Dukas, Charles-Marie Widor y Vincent d’Indy. Allí conoce a Arthur Honegger y Germaine Tailleferre, futuros miembros de Les Six.

1917-1918: Estancia en Brasil
Es enviado a Río de Janeiro como agregado de Paul Claudel, entonces embajador de Francia. Descubre la música brasileña, que influirá profundamente en sus obras posteriores, en particular en «Le Bœuf sur le toit».

1919 – Regreso a Francia y comienzo de la fama
A su regreso, compone «Le Bœuf sur le toit», una exuberante obra inspirada en Brasil que se convierte en un símbolo de los locos años veinte en París.

1920 – Creación del grupo Les Six
Junto con Francis Poulenc, Arthur Honegger, Georges Auric, Germaine Tailleferre y Louis Durey, forma Les Six, un grupo de compositores que promueven una música nueva, ligera y antirromántica.

1923 – Influencia del jazz y La Création du monde
Después de un viaje a Estados Unidos, descubre el jazz, que le inspira para La Création du monde, un ballet de estilo innovador.

1930-1939: éxito internacional y reconocimiento
Compone óperas, sinfonías y música de cámara mientras viaja por Europa y Estados Unidos. Enseña en el Conservatorio de París y obtiene reconocimiento internacional.

1940 – Exilio en Estados Unidos
Debido a la ocupación nazi y a sus orígenes judíos, Milhaud huye de Francia y se instala en California, donde enseña en el Mills College. Entre sus alumnos se encuentra Dave Brubeck, que se verá influido por su música.

1947 – Regreso a Francia
Después de la guerra, regresa a Francia, mientras continúa enseñando y componiendo en los Estados Unidos.

1950-1960 – Últimas grandes obras
A pesar de su frágil salud y de sus graves dolores reumáticos, siguió componiendo de forma prolífica, llegando a más de 400 obras en total.

1974 – Muerte en Ginebra
Darius Milhaud murió el 22 de junio de 1974 en Ginebra, dejando tras de sí una inmensa obra y un importante legado musical.

Características de la música

La música de Darius Milhaud se caracteriza por un estilo ecléctico, audaz y colorido, en el que se mezclan múltiples influencias, desde la folclórica provenzal hasta el jazz, pasando por la música brasileña y la antigua. Estas son las principales características de su lenguaje musical:

1. Politonalidad y armonía innovadora

Una de las señas de identidad de Milhaud es el uso de la politonalidad, es decir, la superposición de varias tonalidades simultáneamente. Esta técnica confiere a su música una riqueza armónica única, a veces percibida como disonante, pero siempre fluida y expresiva. Encontramos ejemplos destacados en Saudades do Brasil o La Création du monde.

2. Influencia del jazz

Milhaud es uno de los primeros compositores clásicos en integrar el jazz en su música, después de descubrir esta estética durante un viaje a Estados Unidos en 1920. Adopta síncopas, ritmos pegadizos, timbres típicos de las big bands y una gran libertad en la fraseo melódico. El ballet La Création du monde (1923) es un ejemplo perfecto, con una orquestación que imita a los conjuntos de jazz de la época.

3. Ritmos brasileños y música popular

Su estancia en Brasil (1917-1918) influyó profundamente en su música. Se inspira en los bailes populares y en la percusión brasileña, como en «Le Bœuf sur le toit» (1919), una fantasía exuberante basada en melodías brasileñas, o en «Saudades do Brasil», una serie de piezas inspiradas en los ritmos de la samba y el maxixe.

4. Claridad y simplicidad melódica

Aunque su escritura es a veces armónicamente compleja, Milhaud siempre busca la claridad melódica. Sus temas son a menudo sencillos, cantarines, incluso ingenuos, influenciados por el folclore provenzal, su región natal. Esta simplicidad melódica se encuentra en Suite provençale (1936).

5. Exuberancia y espíritu lúdico

A diferencia del impresionismo de Debussy o de la seriedad del romanticismo, Milhaud adopta a menudo un tono ligero y humorístico. Muchas de sus obras, como «Scaramouche» (1937) o «Divertissement» (1929), juegan con un espíritu travieso y despreocupado.

6. Gusto por la Antigüedad y el legado judío

Procedente de una familia judía provenzal, Milhaud compone varias obras inspiradas en la tradición hebrea, como Service sacré (1947) para coro y orquesta. También le fascina la Antigüedad griega y latina, como demuestran sus óperas inspiradas en Esquilo, en particular Les Choéphores (1916).

7. Una producción abundante y variada

Milhaud compone más de 400 obras que abarcan todos los géneros: música sinfónica, música de cámara, ópera, ballet, música coral… Su estilo sigue siendo coherente a pesar de esta diversidad, siempre impulsado por una energía rítmica y un gusto por la innovación.

En resumen, Milhaud es un compositor moderno y accesible a la vez, un explorador sonoro que mezcla culturas y estilos con total libertad. Su obra, prolífica e inclasificable, refleja una alegría de vivir contagiosa y un profundo apego a sus raíces.

Relaciones

Darius Milhaud, figura central de la música del siglo XX, mantuvo numerosas relaciones con compositores, intérpretes, escritores, artistas e instituciones culturales. Sus intercambios reflejan su eclecticismo y su apertura a las corrientes artísticas de su tiempo.

1. Relaciones con otros compositores

Les Six (grupo de compositores franceses)

Milhaud formaba parte del Grupo de los Seis, junto con Francis Poulenc, Arthur Honegger, Georges Auric, Germaine Tailleferre y Louis Durey. Esta agrupación, influenciada por Jean Cocteau y Erik Satie, abogaba por una música ligera, espontánea y alejada del romanticismo y el impresionismo. Sin embargo, Milhaud estaba más abierto a las influencias externas (jazz, músicas del mundo) que algunos de sus colegas.

Igor Stravinsky

Milhaud admiraba profundamente a Stravinsky y se vio influido por La historia del soldado (1918), que prefiguraba el uso del jazz en la música clásica. Stravinsky, a su vez, respetaba a Milhaud, aunque a veces criticaba su enfoque politonal.

Paul Hindemith

Milhaud compartía con Hindemith una afinidad por la escritura contrapuntística y cierto gusto por la música neoclásica. Ambos fueron figuras importantes de la música moderna europea.

Olivier Messiaen

Aunque sus estilos son muy diferentes, Milhaud y Messiaen mantuvieron una relación cordial. Messiaen apreciaba la apertura de Milhaud a las músicas no europeas.

2. Relaciones con intérpretes y orquestas

Los directores de orquesta Serge Koussevitzky y Leopold Stokowski

Koussevitzky y Stokowski, dos influyentes directores de orquesta del siglo XX, programaron a menudo obras de Milhaud en Estados Unidos. Koussevitzky dirigió varios estrenos de sus obras, contribuyendo a su fama internacional.

Jascha Heifetz (violinista)

El famoso violinista Jascha Heifetz encargó e interpretó algunas obras de Milhaud.

Marcel Mule (saxofonista)

Milhaud dedicó su «Scaramouche» y su «Concertino da camera» a Marcel Mule, pionero del saxofón clásico.

Marguerite Long (pianista)

Fue una de las primeras intérpretes del Concierto para piano n.º 1 de Milhaud y apoyó su música en el repertorio pianístico francés.

3. Relaciones con escritores y artistas

Paul Claudel (escritor y diplomático)

El encuentro con Paul Claudel en 1913 fue decisivo. Milhaud se convirtió en su secretario cuando fue embajador en Brasil (1917-1918). Colaboraron en varias obras, en particular la ópera Cristóbal Colón y la música escénica para Proteo.

Jean Cocteau (poeta y artista)

Cercano al Grupo de los Seis, Cocteau influyó en Milhaud con su estética y su gusto por el arte multidisciplinar. Desempeñó un papel clave en la creación de «Le Bœuf sur le toit», concebida originalmente como música de cine burlesco.

Fernand Léger (pintor cubista)

Milhaud colabora con Fernand Léger en el ballet La Création du monde (1923). Léger realiza la escenografía y el vestuario, aportando un toque cubista a esta obra influenciada por el jazz.

4. Relaciones con personalidades políticas e intelectuales

Paul Valéry (escritor y poeta)

Valéry y Milhaud se admiran mutuamente. El compositor pone música a algunos de sus textos.

André Malraux (ministro y escritor)

Malraux apoya a Milhaud cuando regresa a Francia después de la Segunda Guerra Mundial y favorece el reconocimiento de su obra.

5. Relaciones con instituciones y alumnos

Mills College (California, EE. UU.)

Cuando huyó de Francia en 1940 debido a la ocupación nazi, Milhaud encontró refugio en el Mills College, donde enseñó composición. Influyó en una generación de compositores estadounidenses.

Dave Brubeck (pianista de jazz, alumno de Milhaud)

Uno de sus alumnos más famosos es el músico de jazz Dave Brubeck, quien diría más tarde que Milhaud lo animó a incorporar elementos clásicos en el jazz y a explorar la politonalidad.

Pierre Boulez (compositor, alumno de Milhaud)

Milhaud también enseñó a Pierre Boulez, pero este último se opondría más tarde a su estilo, que consideraría demasiado conservador frente a las vanguardias de Darmstadt.

Conclusión

Darius Milhaud tejió una amplia red de relaciones en el mundo musical y artístico del siglo XX. Su apertura a diversas influencias y su espíritu colaborativo le llevaron a codearse con compositores, intérpretes, escritores e intelectuales de renombre. Su capacidad para integrar diferentes culturas musicales lo convierte en una figura única y cosmopolita del siglo pasado.

Compositores similares

Dado que Darius Milhaud fue un compositor ecléctico, comparte afinidades con varios músicos de estilos variados. Estos son algunos compositores cuya música presenta similitudes con la de Milhaud, ya sea por el uso de la politonalidad, el interés por el jazz, la atracción por las músicas del mundo o el carácter lúdico y exuberante de su escritura.

1. Francis Poulenc (1899-1963) – El espíritu de los Seis y melodías cantables

Francis Poulenc, miembro del Grupo de los Seis, comparte con Milhaud el gusto por la claridad melódica, cierta ligereza y un toque de humor en su música. Al igual que Milhaud, compone tanto para conciertos como para escenarios y explora diversos géneros. Sin embargo, Poulenc es a menudo más lírico y tierno, mientras que Milhaud es más audaz en la armonía.

🔹 Obras para escuchar:

Concert champêtre (1928) – para clavecín y orquesta
Les Biches (1923) – un ballet alegre y despreocupado
Concierto para dos pianos (1932) – influenciado por el jazz, como algunas obras de Milhaud

2. Igor Stravinsky (1882-1971) – Ritmo, modernidad y jazz

Stravinsky y Milhaud comparten un enfoque rítmico muy marcado y una curiosidad por la música popular. La Historia del soldado (1918) de Stravinsky anticipa el uso del jazz en la música culta, un enfoque que Milhaud llevará aún más lejos en La Création du monde. Ambos experimentan con orquestaciones vivas y percusivas, y a veces adoptan un tono irónico.

🔹 Obras para escuchar:

La historia del soldado (1918): fusión entre música popular y clásica.
Ragtime (1918): Stravinsky explora el jazz como lo hace Milhaud.
Pulcinella (1920): una reinterpretación neoclásica de la música barroca.

3. Manuel de Falla (1876-1946): colores mediterráneos y ritmos hispanos.

Al igual que Milhaud con la Provenza, Manuel de Falla está profundamente ligado a la música de su región natal, España. En ambos encontramos el mismo deseo de integrar elementos populares en una escritura erudita, y una paleta orquestal deslumbrante.

🔹 Obras para escuchar:

El sombrero de tres picos (1919) – ballet de colores brillantes y ritmos bailables
Concierto para clave (1926) – original e inspirado en la música antigua
Noches en los jardines de España (1915) – colores impresionistas e influencias populares

4. Paul Hindemith (1895-1963) – Contrapunto riguroso y energía rítmica

Milhaud y Hindemith comparten un enfoque politonal y un gusto por el contrapunto enérgico. Su música puede parecer a veces mecánica o deliberadamente angular, pero siempre está llena de vitalidad.

🔹 Obras para escuchar:

Mathis der Maler (1934) – gran fresco orquestal
Suite «1922» – inspirada en bailes populares, una analogía con Milhaud y el jazz
Kammermusik – serie de obras de música de cámara con originales combinaciones instrumentales

5. Heitor Villa-Lobos (1887-1959) – Fusión de culturas y exuberancia orquestal

Al igual que Milhaud integra elementos de la folclórica provenzal y del jazz, Villa-Lobos fusiona la música clásica y los ritmos brasileños. Su enfoque de la orquesta es a menudo colorido y exuberante.

🔹 Obras para escuchar:

Bachianas Brasileiras (1930-1945) – mezcla de Bach y música brasileña
Choros n.º 10 – exploración de los ritmos populares brasileños
Rudepoema – una escritura pianística cercana al ímpetu rítmico de Milhaud

6. Kurt Weill (1900-1950) – Teatro musical y jazz

Weill y Milhaud integraron elementos de cabaret, jazz y música popular en sus obras. Weill, conocido por sus colaboraciones con Bertolt Brecht (La ópera de cuatro cuartos), comparte con Milhaud un enfoque a menudo irónico y enérgico de la música.

🔹 Obras para escuchar:

La ópera de los cuatro cuartos (1928) – teatro musical influenciado por el jazz
Mahagonny Songspiel (1927) – una brillante y rítmica orquestación
Sinfonía n.º 2 (1933) – en la encrucijada del jazz y la música orquestal europea

7. Bohuslav Martinů (1890-1959) – politonalidad e influencias populares

Este compositor checo comparte con Milhaud un enfoque politonal, una escritura rítmica enérgica y una curiosidad por la música popular.

🔹 Obras para escuchar:

Concierto para clavecín: una dinámica cercana a las obras de Milhaud
Sinfonietta La Jolla (1950): obra encargada en Estados Unidos, con una ligereza cercana al estilo de Milhaud
Divertimento: cercano al estilo ligero y espiritual del Grupo de los Seis.

Conclusión

Darius Milhaud se sitúa en la encrucijada de varias mundos musicales: neoclásico, politonal, influenciado por el jazz y la música popular, pero también profundamente mediterráneo en su inspiración. Los compositores citados comparten con él estos rasgos distintivos, pero cada uno a su manera. Sin embargo, Milhaud sigue siendo único por la variedad de sus influencias y la diversidad de su producción, que va desde la música de cámara hasta las grandes frescas orquestales.

Obras famosas para piano solo

Darius Milhaud compuso numerosas obras para piano solo, que reflejan su estilo ecléctico y colorido. Estas son algunas de sus piezas más conocidas para este instrumento:

1. Saudades do Brasil (1920)

Suite de 12 danzas inspiradas en ritmos brasileños, escritas después de su estancia en Brasil. Cada pieza lleva el nombre de un barrio de Río de Janeiro e incorpora elementos de politonalidad y síncopas de jazz.

2. Le Bœuf sur le toit (1919) – Transcripción para piano

Originalmente una fantasía para orquesta inspirada en melodías brasileñas, Milhaud realizó una versión para piano solo, conservando su carácter exuberante y rítmico.

3. Printemps (1915)

Una obra de juventud en la que ya se percibe una escritura fresca y libre, con armonías atrevidas y gran vivacidad.

4. Trois Rag-Caprices (1922)

Piezas influenciadas por el jazz y el ragtime, que demuestran el interés de Milhaud por los ritmos sincopados y la experimentación armónica.

5. Scaramouche (1937) – Transcripción para piano solo

Escrito originalmente para dos pianos, este conjunto de tres piezas ligeras y festivas fue transcrito por Milhaud para piano solo. La famosa última pieza, «Brazileira», es especialmente virtuosa y alegre.

6. L’Album de Madame Bovary (1933)

Suite de piezas breves escritas para acompañar la película muda Madame Bovary. La escritura es evocadora y poética, con un toque impresionista.

7. Suite provenzal (1936) – Transcripción para piano

Basada en melodías populares provenzales, esta suite colorida y contagiosa es un homenaje a su región natal.

8. Sonatina para piano (1937)

Obra concisa y refinada, que ilustra el influjo del neoclasicismo con claridad de escritura y gran expresividad.

9. Suite francesa (1945) – Versión para piano

Escrita inicialmente para orquesta, esta suite ha sido adaptada para piano solo. Utiliza melodías populares francesas en un estilo sencillo pero eficaz.

10. Cinéma-fantaisie sur «Le Bœuf sur le toit» (1919)

Versión desarrollada del famoso ballet, que incorpora los elementos festivos y politonales de la obra original.

Estas obras abarcan una amplia gama estilística, desde la atrevida politonalidad hasta las influencias folclóricas y del jazz. Son un perfecto ejemplo del ingenio y la diversidad de Milhaud en la escritura para piano.

Obras famosas

Darius Milhaud compuso un gran número de obras en diversos géneros. He aquí una selección de sus obras más famosas, excepto las de piano solo:

1. Música orquestal

Le Bœuf sur le toit, op. 58 (1919) – Fantasía inspirada en melodías brasileñas, llena de energía y color.
Suite provençale, op. 152b (1936) – Basada en temas populares de Provenza, ligera y soleada.
La Création du monde, op. 81a (1923) – Ballet influenciado por el jazz y la música africana, escrito para pequeña orquesta.
Concierto para percusión y pequeña orquesta, op. 109 (1930) – Uno de los primeros conciertos que destaca la percusión sola.
Sinfonías n.º 1 a n.º 12 (1940-1961): serie de doce sinfonías, a menudo cortas y de estilos muy diversos.

2. Música de cámara

Scaramouche, op. 165b (1937): famosa suite para dos pianos, también transcrita para saxofón y orquesta.
Sonatina para flauta y piano, op. 76 (1922) – Obra delicada y llena de encanto.
Suite para violín, clarinete y piano, op. 157b (1936) – Pequeña pieza alegre y llena de humor.
Quinteto para piano y cuerdas, op. 81b (1922) – Obra rica en colores y armonías atrevidas.
Cuartetos de cuerda n.º 1 a n.º 18 (1912-1950) – Impresionante serie de cuartetos que muestran su evolución estilística.

3. Ballets

El buey en la azotea, op. 58 (1919) – También concebido como un ballet burlesco sobre música brasileña.
La creación del mundo, op. 81 (1923) – Inspirado en el jazz y la mitología africana.
L’Homme et son désir, op. 48 (1917-1918) – Ballet exótico influenciado por su estancia en Brasil.

4. Música vocal y óperas

Christophe Colomb, op. 102 (1928) – Ópera con libreto de Paul Claudel, que destaca el encuentro entre Europa y la Nueva Mundo.
Les Choéphores, op. 24 (1915-1916) – Tragedia musical basada en Esquilo, con coros y una potente orquestación.
Médée, op. 191 (1939) – Ópera dramática sobre el mito de Medea.
Cantata de la paz, op. 417 (1973) – Obra coral comprometida.

5. Música concertante

Concierto para violín n.º 1, op. 93 (1927) – Obra virtuosa y expresiva.
Concierto para clarinete, op. 230 (1941) – Pieza dinámica y melódica.
Concierto para marimba, vibráfono y orquesta, op. 278 (1947) – Uno de los primeros conciertos para estos instrumentos.

Estas obras dan testimonio de la inmensa diversidad de Milhaud, que va desde la folclórica provenzal hasta las influencias brasileñas y el jazz, explorando al mismo tiempo la armonía moderna y la politonalidad.

(Este artículo ha sido generado por ChatGPT. Es sólo un documento de referencia para descubrir música que aún no conoce.)

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Notizen über Darius Milhaud und seinen Werken

Überblick

Darius Milhaud (1892-1974) war ein produktiver französischer Komponist, Mitglied der berühmten Gruppe Les Six, bekannt für seinen eklektischen Stil und seinen innovativen Einsatz von Polytonalität. Der aus der Provence stammende und von verschiedenen Einflüssen geprägte Komponist integrierte in seine Musik Elemente des Jazz, der brasilianischen Musik und der provenzalischen Folklore.

Musikalische Merkmale

Polytonalität: Milhaud überlagert mehrere Tonalitäten gleichzeitig und verleiht ihnen so eine kühne harmonische Farbe.
Jazz- und lateinamerikanische Einflüsse: Nach einem Aufenthalt in Brasilien als Kulturattaché (1917-1918) ließ er sich von brasilianischen Rhythmen inspirieren, insbesondere in „Le Bœuf sur le toit“. Er entdeckte auch den Jazz in den Vereinigten Staaten und integrierte ihn in seine Kompositionen.
Vielseitigkeit: Sein Werk umfasst alle Genres: Sinfonische Musik, Kammermusik, Oper, Chormusik und Musik für die Bühne.

Bekannte Werke

„Le Bœuf sur le toit“ (1919) – Fantasie für Orchester, beeinflusst von der brasilianischen Musik.
„La Création du monde„ (1923) – Vom Jazz inspiriertes Ballett mit einer Instrumentierung, die an Big Bands erinnert.
„Suite provençale“ (1936) – Orchesterwerk mit folkloristischen Farben Südfrankreichs.
„Saudades do Brasil“ (1920-1921) – Tanzsuite, inspiriert von seinem Aufenthalt in Brasilien.
„Scaramouche„ (1937) – Virtuoses und fröhliches Stück für Saxophon (oder Klarinette) und Klavier.
„Les Choéphores“ (1915-1916) – Musikdrama nach Aischylos, das seine Vorliebe für die Antike veranschaulicht.

Einfluss und Vermächtnis

Milhaud hat Generationen von Komponisten in den USA unterrichtet (insbesondere Dave Brubeck) und dazu beigetragen, die Polytonalität und den Jazz in der klassischen Musik bekannt zu machen. Sein umfangreiches Werk mit mehr als 400 Kompositionen macht ihn zu einem der produktivsten Komponisten des 20. Jahrhunderts.

Geschichte

Darius Milhaud wurde 1892 in Aix-en-Provence in eine jüdische Familie geboren, die tief mit ihrer Region verbunden war. Von klein auf war er von der provenzalischen Musik und Kultur umgeben, die seinen Stil sein ganzes Leben lang prägen sollten. Als ausgebildeter Geiger trat er bald in das Pariser Konservatorium ein, wo er bei Meistern wie Paul Dukas und André Gedalge studierte. Dort lernte er Arthur Honegger und Francis Poulenc kennen, mit denen er später die Gruppe Les Six gründete, ein Kollektiv junger Komponisten, die mit Romantik und Impressionismus brechen wollten.

Aber die wahre musikalische Offenbarung Milhauds kam, als er 1917 als Sekretär des Dichters Paul Claudel, damals französischer Botschafter, nach Brasilien ging. Dieser Aufenthalt prägte seine musikalische Vorstellungskraft zutiefst: Er entdeckte die brasilianischen Rhythmen, die überschwänglichen Perkussionsinstrumente und die Vitalität der lokalen Volksmusik. Er brachte ein emblematisches Werk mit, „Le Bœuf sur le toit“, eine Fantasie, in der sich brasilianische Melodien mit Pariser Geist vermischen.

Nach seiner Rückkehr nach Frankreich wurde er zu einer der zentralen Figuren des Paris der Goldenen Zwanziger Jahre. Er verkehrt mit Cocteau, Picasso und Strawinsky und begeistert sich für den Jazz, den er 1920 auf einer Reise in die USA entdeckt. Fasziniert von dieser Musik komponiert er 1923 das Ballett „Die Schöpfung der Welt“, ein avantgardistisches Werk, in dem sich synkopierte Jazzrhythmen mit klassischer Orchestrierung verbinden.

Trotz des Erfolgs stürzte der Aufstieg des Nationalsozialismus sein Leben ins Chaos. Aufgrund seiner jüdischen Herkunft war er gezwungen, 1940 aus Frankreich zu fliehen. Er ging ins Exil in die Vereinigten Staaten, wo er an der Universität Mills College in Kalifornien unterrichtete. Zu seinen Schülern gehörte ein gewisser Dave Brubeck, der zu einer Jazzlegende werden sollte und immer wieder den Einfluss von Milhaud auf seine Arbeit bezeugen sollte.

Nach dem Krieg kehrte er nach Frankreich zurück, aber eine Krankheit zwang ihn zu einem eher sitzenden Leben: Da er an rheumatoider Arthritis litt, musste er sich im Rollstuhl fortbewegen. Das hinderte ihn jedoch nicht daran, unermüdlich weiter zu komponieren. Sein Katalog umfasst über 400 Werke, die alle Genres von Ballett über Kammermusik bis hin zu Oper und Kirchenmusik umfassen.

Bis zu seinem Lebensende blieb Milhaud ein neugieriger Mann, immer auf der Suche nach neuen Klängen und tief verbunden mit seinen provenzalischen Wurzeln. Er starb 1974 und hinterließ ein reichhaltiges Werk, das von seiner Liebe zu Rhythmus, Farbe und musikalischer Vielfalt geprägt ist.

Chronologie

1892 – Geburt in Aix-en-Provence
Darius Milhaud wird am 4. September 1892 in eine provenzalische jüdische Familie geboren, die seit Jahrhunderten in der Region ansässig ist.

1902-1909 – Erste Schritte in der Musik
Schon in seiner Kindheit beginnt er mit dem Geigenspiel, doch schon bald begeistert er sich für das Komponieren.

1909-1914 – Studium am Pariser Konservatorium
Er wird am Pariser Konservatorium aufgenommen, wo er bei Paul Dukas, Charles-Marie Widor und Vincent d’Indy studiert. Dort lernt er Arthur Honegger und Germaine Tailleferre kennen, die später Mitglieder der „Six“ werden.

1917-1918 – Aufenthalt in Brasilien
Er wird als Attaché zu Paul Claudel, dem damaligen französischen Botschafter, nach Rio de Janeiro geschickt. Dort entdeckt er die brasilianische Musik, die seine späteren Werke, insbesondere „Le Bœuf sur le toit“, stark beeinflussen wird.

1919 – Rückkehr nach Frankreich und Beginn der Berühmtheit
Nach seiner Rückkehr komponiert er „Le Bœuf sur le toit“, ein überschwängliches, von Brasilien inspiriertes Werk, das zu einem Symbol der Pariser „Années folles“ wird.

1920 – Gründung der Gruppe Les Six
Zusammen mit Francis Poulenc, Arthur Honegger, Georges Auric, Germaine Tailleferre und Louis Durey gründet er Les Six, eine Gruppe von Komponisten, die sich für eine neue, leichte und antiromantische Musik einsetzen.

1923 – Einfluss des Jazz und „Die Schöpfung der Welt“
Nach einer Reise in die USA entdeckt er den Jazz, der ihn zu „La Création du monde“ inspiriert, einem Ballett mit innovativem Stil.

1930-1939 – Internationaler Erfolg und Anerkennung
Er komponiert Opern, Symphonien und Kammermusik und reist dabei durch Europa und die USA. Er unterrichtet am Pariser Konservatorium und erlangt internationale Anerkennung.

1940 – Exil in den USA
Aufgrund der Nazi-Besetzung und seiner jüdischen Herkunft flieht Milhaud aus Frankreich und lässt sich in Kalifornien nieder, wo er am Mills College unterrichtet. Zu seinen Schülern gehört Dave Brubeck, der von seiner Musik beeinflusst wird.

1947 – Rückkehr nach Frankreich
Nach dem Krieg kehrt er nach Frankreich zurück, während er in den USA weiterhin unterrichtet und komponiert.

1950-1960 – Letzte große Werke
Trotz seiner angeschlagenen Gesundheit und schwerer rheumatischer Schmerzen komponierte er weiterhin produktiv und schuf insgesamt mehr als 400 Werke.

1974 – Tod in Genf
Darius Milhaud starb am 22. Juni 1974 in Genf und hinterließ ein immenses Werk und ein bedeutendes musikalisches Erbe.

Musikmerkmale

Die Musik von Darius Milhaud ist geprägt von einem eklektischen, kühnen und farbenfrohen Stil, in dem sich vielfältige Einflüsse vermischen, von der provenzalischen Folklore über den Jazz bis hin zur brasilianischen Musik und der Antike. Hier sind die Hauptmerkmale seiner musikalischen Sprache:

1. Polytonalität und innovative Harmonik

Eine der Markenzeichen von Milhaud ist die Verwendung der Polytonalität, d. h. die gleichzeitige Überlagerung mehrerer Tonalitäten. Diese Technik verleiht seiner Musik eine einzigartige harmonische Vielfalt, die manchmal als dissonant empfunden wird, aber immer fließend und ausdrucksstark ist. Markante Beispiele dafür finden sich in „Saudades do Brasil“ oder „La Création du monde“.

2. Einfluss des Jazz

Milhaud ist einer der ersten klassischen Komponisten, der den Jazz in seine Musik integriert, nachdem er diese Ästhetik 1920 auf einer Reise in die USA entdeckt hatte. Er verwendet Synkopen, mitreißende Rhythmen, typische Big-Band-Klänge und eine große Freiheit in der melodischen Phrasierung. Das Ballett „Die Erschaffung der Welt“ (1923) ist ein perfektes Beispiel dafür, mit einer Orchestrierung, die die damaligen Jazzensembles imitiert.

3. Brasilianische Rhythmen und Volksmusik

Sein Aufenthalt in Brasilien (1917-1918) hat seine Musik stark beeinflusst. Er lässt sich von Volkstänzen und brasilianischen Perkussionsinstrumenten inspirieren, wie in „Le Bœuf sur le toit“ (1919), einer überschwänglichen Fantasie, die auf brasilianischen Melodien basiert, oder in „Saudades do Brasil“, einer Reihe von Stücken, die von Samba- und Maxixe-Rhythmen inspiriert sind.

4. Klarheit und melodische Einfachheit

Obwohl sein Schreiben manchmal harmonisch komplex ist, sucht Milhaud immer nach melodischer Klarheit. Seine Themen sind oft einfach, singend, sogar naiv, beeinflusst von der provenzalischen Folklore, seiner Heimatregion. Diese melodische Einfachheit findet sich in der Suite provençale (1936).

5. Überschwang und spielerischer Geist

Im Gegensatz zum Impressionismus Debussys oder zur Ernsthaftigkeit der Romantik nimmt Milhaud oft einen leichten und humorvollen Ton an. Viele seiner Werke, wie „Scaramouche“ (1937) oder „Divertissement“ (1929), spielen mit einem schelmischen und sorglosen Geist.

6. Geschmack für die Antike und das jüdische Erbe

Milhaud stammt aus einer jüdischen Familie aus der Provence und komponierte mehrere Werke, die von der jüdischen Tradition inspiriert sind, wie z. B. „Service sacré“ (1947) für Chor und Orchester. Er war auch fasziniert von der griechischen und lateinischen Antike, wie seine von Aischylos inspirierten Opern bezeugen, insbesondere „Les Choéphores“ (1916).

7. Eine reichhaltige und vielfältige Produktion

Milhaud komponierte mehr als 400 Werke, die alle Genres abdecken: symphonische Musik, Kammermusik, Oper, Ballett, Chormusik… Sein Stil bleibt trotz dieser Vielfalt kohärent, immer getragen von rhythmischer Energie und einer Vorliebe für Innovation.

Kurz gesagt, Milhaud ist ein moderner und zugleich zugänglicher Komponist, ein Klangforscher, der Kulturen und Stile mit völliger Freiheit vermischt. Sein Werk, reichhaltig und nicht klassifizierbar, spiegelt eine ansteckende Lebensfreude und eine tiefe Verbundenheit mit seinen Wurzeln wider.

Beziehungen

Darius Milhaud, eine zentrale Figur der Musik des 20. Jahrhunderts, unterhielt zahlreiche Beziehungen zu Komponisten, Interpreten, Schriftstellern, Künstlern und kulturellen Institutionen. Sein Austausch spiegelt seine Vielseitigkeit und Offenheit für die künstlerischen Strömungen seiner Zeit wider.

1. Beziehungen zu anderen Komponisten

Les Six (Gruppe französischer Komponisten)

Milhaud gehörte zur Groupe des Six, zusammen mit Francis Poulenc, Arthur Honegger, Georges Auric, Germaine Tailleferre und Louis Durey. Diese Gruppe, beeinflusst von Jean Cocteau und Erik Satie, befürwortete eine leichte, spontane Musik, die weit entfernt war von Romantik und Impressionismus. Milhaud war jedoch offener für äußere Einflüsse (Jazz, Weltmusik) als einige seiner Kollegen.

Igor Strawinsky

Milhaud bewunderte Strawinsky zutiefst und wurde von „L’Histoire du soldat“ (1918) beeinflusst, das den Einsatz von Jazz in der klassischen Musik vorwegnahm. Stravinsky wiederum respektierte Milhaud, auch wenn er manchmal dessen polytonalen Ansatz kritisierte.

Paul Hindemith

Milhaud teilte mit Hindemith eine Affinität für kontrapunktisches Schreiben und eine gewisse Vorliebe für neoklassische Musik. Beide waren wichtige Figuren der modernen europäischen Musik.

Olivier Messiaen

Obwohl ihre Stile sehr unterschiedlich waren, hatten Milhaud und Messiaen herzliche Beziehungen. Messiaen schätzte Milhauds Offenheit für außereuropäische Musik.

2. Beziehungen zu Interpreten und Orchestern

Die Dirigenten Serge Koussevitzky und Leopold Stokowski

Koussevitzky und Stokowski, zwei einflussreiche Dirigenten des 20. Jahrhunderts, haben in den USA häufig Werke von Milhaud aufgeführt. Koussevitzky dirigierte mehrere Uraufführungen seiner Werke und trug so zu seinem internationalen Ruhm bei.

Jascha Heifetz (Geiger)

Der berühmte Geiger Jascha Heifetz hat einige Werke von Milhaud in Auftrag gegeben und aufgeführt.

Marcel Mule (Saxophonist)

Milhaud widmete Marcel Mule, dem Pionier des klassischen Saxophons, sein „Scaramouche“ und sein „Concertino da camera“.

Marguerite Long (Pianistin)

Sie war eine der ersten Interpretinnen von Milhauds Klavierkonzert Nr. 1 und förderte seine Musik im französischen Klavierrepertoire.

3. Beziehungen zu Schriftstellern und Künstlern

Paul Claudel (Schriftsteller und Diplomat)

Die Begegnung mit Paul Claudel im Jahr 1913 war entscheidend. Milhaud wurde sein Sekretär, als dieser Botschafter in Brasilien war (1917-1918). Sie arbeiteten an mehreren Werken zusammen, insbesondere an der Oper „Christophe Colomb“ und der Bühnenmusik für „Protée“.

Jean Cocteau (Dichter und Künstler)

Als enger Vertrauter der Groupe des Six beeinflusste Cocteau Milhaud mit seiner Ästhetik und seinem Interesse an multidisziplinärer Kunst. Er spielte eine Schlüsselrolle bei der Entstehung von „Le Bœuf sur le toit“, das ursprünglich als burleske Filmmusik konzipiert war.

Fernand Léger (kubistischer Maler)

Milhaud arbeitete mit Fernand Léger für das Ballett „La Création du monde“ (1923) zusammen. Léger schuf die Bühnenbilder und Kostüme und verlieh dem vom Jazz beeinflussten Werk einen kubistischen Touch.

4. Beziehungen zu politischen und intellektuellen Persönlichkeiten

Paul Valéry (Schriftsteller und Dichter)

Valéry und Milhaud bewunderten sich gegenseitig. Der Komponist vertonte einige seiner Texte.

André Malraux (Minister und Schriftsteller)

Malraux unterstützte Milhaud bei seiner Rückkehr nach Frankreich nach dem Zweiten Weltkrieg und förderte die Anerkennung seines Werks.

5. Beziehungen zu Institutionen und Schülern

Mills College (Kalifornien, USA)

Als Milhaud 1940 wegen der Besetzung durch die Nazis aus Frankreich flieht, findet er am Mills College Zuflucht, wo er Komposition unterrichtet. Er beeinflusst eine Generation amerikanischer Komponisten.

Dave Brubeck (Jazzpianist, Schüler von Milhaud)

Einer seiner berühmtesten Schüler ist der Jazzmusiker Dave Brubeck, der später sagen sollte, Milhaud habe ihn ermutigt, klassische Elemente in den Jazz zu integrieren und die Polytonalität zu erforschen.

Pierre Boulez (Komponist, Schüler von Milhaud)

Milhaud unterrichtete auch Pierre Boulez, der sich jedoch später gegen seinen Stil aussprach, den er angesichts der Darmstädter Avantgarde als zu konservativ empfand.

Fazit

Darius Milhaud hat ein umfangreiches Netzwerk an Beziehungen in der Musik- und Kunstwelt des 20. Jahrhunderts aufgebaut. Seine Offenheit für verschiedene Einflüsse und sein kooperativer Geist brachten ihn in Kontakt mit renommierten Komponisten, Interpreten, Schriftstellern und Intellektuellen. Seine Fähigkeit, verschiedene Musikkulturen zu integrieren, macht ihn zu einer einzigartigen und kosmopolitischen Figur des letzten Jahrhunderts.

Ähnliche Komponisten

Als vielseitiger Komponist hat Darius Milhaud Gemeinsamkeiten mit mehreren Musikern unterschiedlicher Stilrichtungen. Hier sind einige Komponisten, deren Musik Ähnlichkeiten mit der von Milhaud aufweist, sei es durch den Einsatz von Polytonalität, das Interesse am Jazz, die Faszination für Weltmusik oder den spielerischen und überschwänglichen Charakter ihrer Kompositionen.

1. Francis Poulenc (1899-1963) – Esprit des Six und singende Melodien

Francis Poulenc, Mitglied der Groupe des Six, teilt mit Milhaud die Vorliebe für melodische Klarheit, eine gewisse Leichtigkeit und einen Hauch von Humor in seiner Musik. Wie Milhaud komponiert er sowohl für Konzerte als auch für die Bühne und erforscht verschiedene Genres. Poulenc ist jedoch oft lyrischer und zärtlicher, während Milhaud in der Harmonie kühner ist.

🔹 Zu hörende Werke:

Concert champêtre (1928) – für Cembalo und Orchester
Les Biches (1923) – spritziges und unbeschwertes Ballett
Concerto pour deux pianos (1932) – vom Jazz beeinflusst, wie einige Werke von Milhaud

2. Igor Strawinsky (1882-1971) – Rhythmus, Modernität und Jazz

Strawinsky und Milhaud teilen einen sehr ausgeprägten rhythmischen Ansatz und eine Neugier für populäre Musik. Strawinskys „Geschichte des Soldaten“ (1918) nimmt den Einsatz von Jazz in der Kunstmusik vorweg, ein Ansatz, den Milhaud in „Die Schöpfung der Welt“ noch weiter vorantreiben wird. Beide versuchen sich an lebhaften und perkussiven Orchestrierungen und nehmen manchmal einen ironischen Ton an.

🔹 Zu hörende Werke:

L’Histoire du soldat (1918) – Verschmelzung von Volks- und klassischer Musik
Ragtime (1918) – Strawinsky erforscht den Jazz wie Milhaud
Pulcinella (1920) – eine neoklassische Neuinterpretation der Barockmusik

3. Manuel de Falla (1876-1946) – mediterrane Farben und spanische Rhythmen

Wie Milhaud mit der Provence, so ist auch Manuel de Falla zutiefst mit der Musik seiner Heimatregion Spanien verbunden. Bei beiden findet sich der gleiche Wille, populäre Elemente in eine gelehrte Komposition zu integrieren, sowie eine strahlende Orchesterpalette.

🔹 Zu hörende Werke:

El sombrero de tres picos (1919) – Ballett mit leuchtenden Farben und tanzbaren Rhythmen
Concerto pour clavecin (1926) – originell und inspiriert von alter Musik
Nuits dans les jardins d’Espagne (1915) – impressionistische Farben und populäre Einflüsse

4. Paul Hindemith (1895-1963) – strenger Kontrapunkt und rhythmische Energie

Milhaud und Hindemith teilen einen polytonalen Ansatz und eine Vorliebe für energiegeladenen Kontrapunkt. Ihre Musik mag manchmal mechanisch oder absichtlich kantig erscheinen, ist aber immer von Vitalität geprägt.

🔹 Zu hörende Werke:

Mathis der Maler (1934) – großes orchestrales Fresko
Suite „1922“ – inspiriert von Volkstänzen, eine Parallele zu Milhaud und dem Jazz
Kammermusik – Reihe von Kammermusikwerken mit originellen Instrumentenkombinationen

5. Heitor Villa-Lobos (1887-1959) – Verschmelzung von Kulturen und orchestrale Überschwänglichkeit

So wie Milhaud Elemente der provenzalischen Folklore und des Jazz integriert, verschmilzt Villa-Lobos klassische Musik und brasilianische Rhythmen. Ihr Ansatz für das Orchester ist oft farbenfroh und überschwänglich.

🔹 Zu hörende Werke:

Bachianas Brasileiras (1930-1945) – eine Mischung aus Bach und brasilianischer Musik
Choros Nr. 10 – eine Erkundung der populären brasilianischen Rhythmen
Rudepoema – eine Klavierschrift, die der rhythmischen Leidenschaft von Milhaud nahe kommt

6. Kurt Weill (1900-1950) – Musiktheater und Jazz

Weill und Milhaud haben beide Elemente des Kabaretts, des Jazz und der populären Musik in ihr Werk integriert. Weill, bekannt für seine Zusammenarbeit mit Bertolt Brecht (Die Dreigroschenoper), teilt mit Milhaud eine oft ironische und energische Herangehensweise an die Musik.

🔹 Zu hörende Werke:

Die Dreigroschenoper (1928) – vom Jazz beeinflusstes Musiktheater
Mahagonny Songspiel (1927) – brillante und rhythmische Orchestrierung
Sinfonie Nr. 2 (1933) – an der Schnittstelle zwischen Jazz und europäischer Orchestermusik

7. Bohuslav Martinů (1890-1959) – Polytonalität und populäre Einflüsse

Dieser tschechische Komponist teilt mit Milhaud einen polytonalen Ansatz, eine energiegeladene rhythmische Komposition und eine Neugier für populäre Musik.

🔹 Zu hörende Werke:

Konzert für Cembalo – eine Dynamik, die den Werken von Milhaud nahekommt
Sinfonietta La Jolla (1950) – ein in den USA in Auftrag gegebenes Werk mit einer Leichtigkeit, die dem Stil von Milhaud nahekommt
Divertimento – nahe am leichten und geistreichen Stil der Groupe des Six

Fazit

Darius Milhaud steht an der Schnittstelle mehrerer musikalischer Welten: neoklassisch, polytonal, beeinflusst von Jazz und populärer Musik, aber auch zutiefst mediterran in seiner Inspiration. Die genannten Komponisten teilen diese Merkmale mit ihm, aber jeder auf seine eigene Art. Milhaud bleibt jedoch einzigartig durch die Vielfalt seiner Einflüsse und die Vielfalt seiner Produktion, die von Kammermusik bis hin zu großen orchestralen Fresken reicht.

Berühmte Werke für Soloklavier

Darius Milhaud hat zahlreiche Werke für Soloklavier komponiert, die seinen eklektischen und farbenfrohen Stil widerspiegeln. Hier sind einige seiner bekanntesten Stücke für dieses Instrument:

1. Saudades do Brasil (1920)

Suite aus 12 Tänzen, inspiriert von brasilianischen Rhythmen, geschrieben nach seinem Aufenthalt in Brasilien. Jedes Stück trägt den Namen eines Stadtteils von Rio de Janeiro und enthält Elemente der Polytonalität und Jazz-Synkopen.

2. Le Bœuf sur le toit (1919) – Transkription für Klavier

Ursprünglich eine von brasilianischen Melodien inspirierte Fantasie für Orchester, hat Milhaud eine Version für Soloklavier geschaffen, die ihren überschwänglichen und rhythmischen Charakter beibehält.

3. Printemps (1915)

Ein Jugendwerk, in dem man bereits eine frische und freie Schreibweise mit kühnen Harmonien und großer Lebendigkeit spürt.

4. Trois Rag-Caprices (1922)

Stücke, die vom Jazz und Ragtime beeinflusst sind und Milhauds Interesse an synkopierten Rhythmen und harmonischen Experimenten zeigen.

5. Scaramouche (1937) – Transkription für Soloklavier

Ursprünglich für zwei Klaviere geschrieben, wurde dieses Ensemble aus drei leichten und festlichen Stücken von Milhaud für Klavier solo transkribiert. Das berühmte letzte Stück, „Brazileira“, ist besonders virtuos und verspielt.

6. L’Album de Madame Bovary (1933)

Eine Folge kurzer Stücke, die als Begleitmusik zum Stummfilm Madame Bovary geschrieben wurden. Die Komposition ist ausdrucksstark und poetisch, mit einem Hauch von Impressionismus.

7. Suite provençale (1936) – Transkription für Klavier

Diese farbenfrohe und mitreißende Suite basiert auf provenzalischen Volksmelodien und ist eine Hommage an seine Heimatregion.

8. Sonatine für Klavier (1937)

Ein prägnantes und raffiniertes Werk, das den Einfluss des Neoklassizismus mit Klarheit und großer Ausdruckskraft veranschaulicht.

9. Suite française (1945) – Klavierversion

Diese ursprünglich für Orchester geschriebene Suite wurde für Soloklavier bearbeitet. Sie verwendet französische Volksmelodien in einem einfachen, aber wirkungsvollen Stil.

10. Cinéma-fantaisie sur „Le Bœuf sur le toit“ (1919)

Eine Weiterentwicklung des berühmten Balletts, die die festlichen und polytonalen Elemente des Originalstücks integriert.

Diese Werke decken eine breite stilistische Palette ab, die von kühner Polytonalität bis hin zu folkloristischen und jazzigen Einflüssen reicht. Sie veranschaulichen perfekt Milhauds Erfindungsreichtum und Vielfalt in der Klavierkomposition.

Bekannte Werke

Darius Milhaud hat eine große Anzahl von Werken in verschiedenen Genres komponiert. Hier ist eine Auswahl seiner berühmtesten Werke außer Klavier solo:

1. Orchestermusik

Le Bœuf sur le toit, op. 58 (1919) – Fantasie, inspiriert von brasilianischen Melodien, voller Energie und Farben.
Suite provençale, op. 152b (1936) – Basierend auf populären provenzalischen Themen, leicht und sonnig.
Die Schöpfung der Welt, op. 81a (1923) – Ein vom Jazz und der afrikanischen Musik beeinflusstes Ballett, geschrieben für kleines Orchester.
Konzert für Schlagzeug und kleines Orchester, op. 109 (1930) – Eines der ersten Konzerte, in dem Schlagzeug allein im Vordergrund steht.
Symphonien Nr. 1 bis Nr. 12 (1940-1961) – Serie von zwölf Symphonien, oft kurz und stilistisch sehr unterschiedlich.

2. Kammermusik

Scaramouche, op. 165b (1937) – Berühmte Suite für zwei Klaviere, auch für Saxophon und Orchester transkribiert.
Sonatine für Flöte und Klavier, op. 76 (1922) – Ein zartes und charmantes Werk.
Suite für Violine, Klarinette und Klavier, op. 157b (1936) – Ein kleines, verspieltes und humorvolles Stück.
Quintett für Klavier und Streicher, op. 81b (1922) – Ein Werk voller Farben und kühner Harmonien.
Streichquartette Nr. 1 bis Nr. 18 (1912-1950er Jahre) – Eine beeindruckende Reihe von Quartetten, die seine stilistische Entwicklung zeigen.

3. Ballette

Le Bœuf sur le toit, op. 58 (1919) – Auch als burleskes Ballett mit brasilianischer Musik konzipiert.
La Création du monde, op. 81 (1923) – Inspiriert von Jazz und afrikanischer Mythologie.
L’Homme et son désir, op. 48 (1917-1918) – Exotisches Ballett, beeinflusst durch seinen Aufenthalt in Brasilien.

4. Vokalmusik und Opern

Christophe Colomb, op. 102 (1928) – Oper nach einem Libretto von Paul Claudel, die die Begegnung zwischen Europa und der Neuen Welt in den Vordergrund stellt.
Les Choéphores, op. 24 (1915-1916) – Musikalische Tragödie nach Aischylos mit Chören und kraftvoller Orchestrierung.
Médée, op. 191 (1939) – Dramatische Oper über den Mythos der Medea.
Cantate de la paix, op. 417 (1973) – Engagiertes Chorwerk.

5. Konzertante Musik

Violinkonzert Nr. 1, op. 93 (1927) – Virtuoses und ausdrucksstarkes Werk.
Konzert für Klarinette, op. 230 (1941) – Dynamisches und melodisches Stück.
Konzert für Marimba, Vibraphon und Orchester, op. 278 (1947) – Eines der ersten Konzerte für diese Instrumente.

Diese Werke zeugen von der immensen Vielfalt Milhauds, die von der provenzalischen Folklore über brasilianische Einflüsse bis hin zum Jazz reicht und gleichzeitig die harmonische Moderne und die Polytonalität erforscht.

(Dieser Artikel wurde von ChatGPT generiert. Und er ist nur ein Referenzdokument, um Musik zu entdecken, die Sie noch nicht kennen.)

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