Appunti su Louis Durey e le sue opere

Panoramica

Louis Durey era un compositore francese, noto principalmente per essere stato membro del gruppo dei Sei, anche se si allontanò rapidamente da questo circolo. Il suo stile musicale è caratterizzato da un’attenzione alla chiarezza e alla semplicità, ma anche da una certa indipendenza artistica che lo ha portato ad allontanarsi dalle tendenze dominanti dell’inizio del XX secolo.

1. Formazione e influenze

Nato nel 1888 a Parigi, si interessò alla composizione relativamente tardi, dopo aver scoperto l’opera di Debussy, che lo segnò profondamente.
A differenza di altri membri dei Sei, non seguì una rigorosa formazione accademica in un prestigioso conservatorio.

2. Il gruppo dei Sei e la sua distanza

Nel 1920, sotto l’influenza di Jean Cocteau ed Erik Satie, si unì al gruppo dei Sei (con Poulenc, Milhaud, Tailleferre, Honegger e Auric).
A differenza dei suoi colleghi, non condivideva il loro gusto per l’ironia e la leggerezza, né per l’influenza del music-hall o del jazz.
A partire dagli anni ’20, prese le distanze dal gruppo e seguì la sua strada, orientata verso una musica più austera e impegnata.

3. Stile musicale ed evoluzione

Durey adottò un’estetica pulita e melodica, spesso vicina al canto popolare.
Prediligeva la musica vocale e corale, in particolare le melodie e i cori a cappella.
A partire dagli anni ’30, il suo impegno politico (vicino al comunismo) influenza la sua musica, che diventa più militante e orientata verso temi sociali.

4. Opere principali

“Nove preludi” per pianoforte (1919) – Una delle rare opere per pianoforte spesso citate.
“Le Bestiaire” (1919) – Ciclo di melodie su poesie di Apollinaire, composto contemporaneamente a quello di Poulenc sullo stesso testo.
“Deux Pièces pour flûte, harpe et quatuor à cordes” (1947) – Un bell’esempio della sua scrittura di musica da camera.
Opere corali – Durey ha scritto numerosi brani per coro, spesso impegnati politicamente.

5. Un riconoscimento limitato

Il suo ritiro dal gruppo dei Sei e il suo impegno politico hanno contribuito a renderlo meno conosciuto di Poulenc o Milhaud.
Tuttavia, ha mantenuto una produzione regolare fino alla sua morte nel 1979.

Louis Durey rimane una figura discreta ma interessante del modernismo francese, con una musica raffinata e sobria, in controtendenza rispetto allo spirito esuberante del gruppo dei Sei.

Storia

L’Indépendant del Gruppo dei Sei

Louis Durey è una figura singolare della musica francese del XX secolo. Nato nel 1888 a Parigi in una famiglia borghese, non si è dedicato immediatamente alla musica. A differenza di molti suoi contemporanei, non ha frequentato il Conservatorio di Parigi e non ha un percorso accademico tradizionale. Il suo risveglio musicale avviene tardi, quando scopre Claude Debussy, la cui musica lo affascina e lo ispira a comporre. Questa rivelazione lo spinge a imparare la composizione da autodidatta.

Negli anni ’10, Durey inizia a farsi un nome tra i giovani compositori parigini. Il suo stile, inizialmente influenzato dall’impressionismo di Debussy, evolve verso una scrittura più pura, influenzata da Erik Satie e dal ritorno alla chiarezza neoclassica. È in questo contesto che si avvicina a un gruppo di amici compositori, tra cui Francis Poulenc, Darius Milhaud, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre e Georges Auric. Condividono una certa volontà di rottura con il romanticismo e l’eccessivo wagnerismo, e quando nel 1920 Jean Cocteau e il critico Henri Collet li raggruppano sotto il nome dei Sei, Durey ne fa parte.

Tuttavia, il suo passaggio in questo gruppo è breve. A differenza di Poulenc e Auric, che adottano volentieri lo spirito giocoso e ironico sostenuto da Cocteau, Durey si sente a disagio con questo estetismo leggero e provocatorio. Il suo stile è più sobrio, più rigoroso, e preferisce le melodie intimiste alle esuberanti pastiche musicali. Nel 1921, mentre i Sei collaborano al balletto Les Mariés de la tour Eiffel, si rifiuta di parteciparvi, segnando così la sua distanza dal gruppo.

Ha quindi intrapreso una carriera indipendente, concentrandosi sulla musica vocale e da camera. A partire dagli anni ’30, si è impegnato politicamente, adottando ideali comunisti che avrebbero influenzato la sua musica. Ha scritto numerosi pezzi corali impegnati, spesso ispirati da testi rivoluzionari e popolari. Durante la seconda guerra mondiale, si unì alla Resistenza e continuò a comporre nonostante le difficoltà.

Dopo la guerra, rimane fedele alle sue convinzioni e scrive per gruppi amatoriali e cori operai, il che limita la sua notorietà nei circuiti ufficiali. A differenza dei suoi ex compagni dei Six, che diventano figure imprescindibili della musica francese, Durey rimane un compositore marginale, rispettato ma poco eseguito.

Muore nel 1979, lasciando un’opera discreta ma sincera, segnata dalla sua ferrea indipendenza e dal suo impegno umano. Oggi rimane una figura meno conosciuta del XX secolo musicale francese, ma il suo percorso testimonia una scelta rara: quella della fedeltà ai propri ideali, a scapito della celebrità.

Cronologia

Gioventù e esordi (1888-1910)

27 maggio 1888: nasce a Parigi in una famiglia borghese.
Non riceve una formazione musicale accademica e scopre la musica da solo.
Verso il 1905-1910, è profondamente segnato dall’opera di Claude Debussy, che lo spinge a comporre.

Prime composizioni e incontro con i futuri “Six” (1910-1920)

Inizia a scrivere opere influenzate da Debussy e Satie.
1914-1918: durante la prima guerra mondiale viene mobilitato ma continua a comporre.
1919: Compone Le Bestiaire, un ciclo di melodie su poesie di Guillaume Apollinaire, contemporaneamente a Poulenc che mette in musica lo stesso testo.
Stringe amicizia con Francis Poulenc, Darius Milhaud, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre e Georges Auric, formando un circolo di giovani compositori che condividono un’estetica comune.

Il Gruppo dei Sei e l’allontanamento (1920-1925)

1920: viene integrato nel Gruppo dei Sei, così chiamato dal critico Henri Collet. Jean Cocteau incoraggia questo gruppo ad adottare uno stile leggero e provocatorio, influenzato dal music-hall.
Durey, tuttavia, non condivide questo stato d’animo e preferisce un approccio più rigoroso ed essenziale.
1921: Rifiuta di partecipare al balletto collettivo Les Mariés de la Tour Eiffel, un atto che segna la sua definitiva allontanamento dal gruppo.

Carriera indipendente e impegno politico (1925-1940)

Negli anni Venti e Trenta sviluppa un linguaggio personale, influenzato dalla musica popolare e dalla semplicità melodica.
Compone principalmente opere vocali e corali, spesso per cori amatoriali.
Anni ’30: si avvicina al Partito Comunista e compone opere di carattere sociale e impegnato.

Seconda guerra mondiale e Resistenza (1940-1945)

Durante l’occupazione, si unisce alla Resistenza e continua a comporre nonostante le restrizioni.
Mette in musica testi resistenti e antifascisti.

Il dopoguerra e l’esclusione dal mondo musicale (1945-1970)

Dopo la guerra, si dedica quasi esclusivamente a opere corali, spesso militanti.
A differenza di Poulenc o Milhaud, che diventano figure di spicco della musica francese, Durey rimane ai margini, preferendo lavorare con gruppi amatoriali e operai.
Il suo impegno politico e il suo stile sobrio gli valgono un riconoscimento limitato.

Ultimi anni e morte (1970-1979)

Continua a comporre fino alla fine della sua vita, ma la sua opera rimane poco eseguita.
3 luglio 1979: muore a Saint-Tropez, in relativa discrezione.

Eredità

La sua opera, sebbene meno famosa di quella dei suoi compagni del Gruppo dei Sei, è oggi riscoperta per il suo approccio unico, che unisce semplicità, impegno e indipendenza artistica.

Caratteristiche della musica

Louis Durey è un compositore la cui musica si distingue per la sobrietà, l’indipendenza e l’attaccamento alla chiarezza melodica. A differenza di alcuni dei suoi contemporanei del Gruppo dei Sei, che privilegiavano l’umorismo e la sperimentazione, egli adotta uno stile più serio ed essenziale, influenzato da Debussy, Satie e dal canto popolare. Ecco le caratteristiche principali della sua opera:

1. Una scrittura sobria ed essenziale

Durey cerca un’economia di mezzi: evita l’eccessiva ornamentazione e privilegia una scrittura semplice e diretta.
La sua musica si distingue per la trasparenza armonica, senza sovraccarichi orchestrali o pianistici.
Rifiuta gli effetti spettacolari, preferendo un approccio intimo e raffinato.

2. Un forte influsso del canto popolare e della musica vocale

Scrive numerose melodie e opere corali, spesso ispirate a testi poetici o impegnati.
Le sue linee melodiche sono spesso naturali e cantabili, a volte evocative della tradizione popolare.
Predilige l’accessibilità e la chiarezza nei suoi pezzi per coro, spesso destinati a gruppi amatoriali.

3. Un neoclassicismo personale

Come i suoi contemporanei del Gruppo dei Sei, adotta un ritorno alle forme classiche, ma con un approccio più sobrio rispetto a Poulenc o Milhaud.
Utilizza strutture ben definite e una scrittura contrappuntistica chiara.
Il suo stile è meno esuberante e ironico di quello di alcuni membri dei Sei, avvicinandosi talvolta alla purezza melodica di un Fauré tardivo.

4. Una musica impegnata e umanista

A partire dagli anni ’30, il suo impegno politico si riflette nella sua musica, che diventa più militante.
Musicalizza testi di portata sociale, spesso legati a movimenti rivoluzionari o pacifisti.
Il suo linguaggio musicale rimane tuttavia moderato e accessibile, senza radicalità d’avanguardia.

5. Una distanza dalle grandi tendenze moderne

Non si avventura né nell’atonalità di Schönberg, né nel surrealismo di alcuni dei suoi colleghi dei Six.
Rimane al di fuori delle grandi correnti della musica contemporanea del dopoguerra, rifiutando il serialismo o la sperimentazione elettronica.
La sua opera si evolve poco nel tempo, mantenendo sempre una certa coerenza estetica ed etica.

Conclusione

La musica di Louis Durey è quella di un compositore indipendente, fedele ai suoi valori e al suo gusto per la semplicità. Si distingue per una scrittura chiara, vocale e melodica, spesso ispirata alla poesia e al canto popolare. Meno famosa di quella degli altri membri dei Six, oggi viene riscoperta per il suo umanesimo e la sua sincerità.

Relazioni

Louis Durey, sebbene spesso in disparte rispetto ai circoli artistici dominanti, ha intrattenuto rapporti con diversi compositori, interpreti e intellettuali. Il suo percorso indipendente lo ha allontanato dal mondo musicale ufficiale, ma ha comunque frequentato figure di spicco del XX secolo.

1. I suoi rapporti con i membri del Gruppo dei Sei

Darius Milhaud, Francis Poulenc, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre, Georges Auric
Durey entra a far parte del Gruppo dei Sei nel 1920, ma si allontana rapidamente dalle loro preoccupazioni estetiche.
Mantiene rapporti cordiali con Milhaud e Tailleferre, ma condivide meno il gusto di Poulenc e Auric per l’umorismo e la leggerezza.
Nel 1921, il suo rifiuto di partecipare al balletto collettivo Les Mariés de la Tour Eiffel segna la sua definitiva allontanamento dal gruppo.
A differenza di Milhaud o Honegger, che collaborano con orchestre prestigiose, preferisce progetti più modesti e militanti.

2. Le sue influenze e le relazioni con altri compositori

Claude Debussy (influenza)

Durey scopre la musica di Debussy in età adulta e ne rimane profondamente influenzato.
Adotta uno stile raffinato e trasparente che a volte ricorda il linguaggio impressionista.

Erik Satie

Come Satie, Durey ricerca la semplicità e la chiarezza e diffida dell’eccessivo lirismo.
Tuttavia, non condivide completamente l’umorismo assurdo e provocatorio di Satie.

Jean Cocteau (relazione conflittuale)

Cocteau è un mentore del Gruppo dei Sei, ma Durey diffida del suo influsso.
Non condivide l’estetica del “ritorno allo spirito francese” promosso da Cocteau.
Si allontana dal gruppo in parte a causa di questa divergenza di approccio.

3. Impegno politico e collaborazioni militanti

Jean Wiener (compositore e pianista)

Wiener, vicino all’avanguardia e agli ambienti comunisti, apprezza l’impegno di Durey.
Condividono la sensibilità per una musica più accessibile e socialmente impegnata.

Paul Éluard (poeta)

Durey mette in musica i testi di Éluard, soprattutto dopo il suo impegno politico negli anni ’30.
Il suo attaccamento alla poesia impegnata si riflette in diverse opere corali.

Resistenza e movimenti operai

Durante la seconda guerra mondiale, Durey partecipa ad attività di resistenza e compone brani ispirati alla lotta antifascista.
Dopo la guerra, collabora con cori operai e gruppi militanti, in linea con le sue convinzioni comuniste.

4. Rapporti con interpreti e orchestre

Poche collaborazioni con i grandi orchestre

A differenza di Milhaud o Honegger, non cerca di lavorare con le grandi formazioni orchestrali.
Predilige gruppi più modesti e opere per cori amatoriali.

Interpreti e direttori di coro

È sostenuto da direttori di coro che apprezzano il suo impegno per la musica corale accessibile.
Il suo stile vocale semplice e diretto lo rende popolare tra i gruppi amatoriali.

Conclusione

Louis Durey ha intrattenuto rapporti con figure di spicco della musica e della poesia, ma la sua indipendenza lo ha spesso tenuto lontano dalle cerchie più influenti. Il suo passaggio al gruppo dei Sei è stato breve e si è rapidamente rivolto a collaborazioni più impegnate politicamente, preferendo il contatto con poeti e gruppi militanti piuttosto che con le grandi istituzioni musicali.

Compositori simili

Louis Durey (1888-1979) era un compositore francese associato al gruppo dei Sei, anche se se ne allontanò abbastanza rapidamente per seguire un percorso più personale. Il suo stile era influenzato dal contrappunto rigoroso, dalla scrittura vocale chiara e da una certa semplicità melodica ereditata dalla musica popolare e dallo spirito di Satie.

Se apprezzi Durey, ecco alcuni compositori che potrebbero interessarti:

1. Georges Auric (1899-1983)

Come Durey, Auric faceva parte dei Six e condivideva un’estetica anti-romantica, influenzata da Satie e dallo spirito del cabaret parigino.
Ha anche composto musica vocale e da camera, con chiarezza di scrittura e parsimonia di mezzi.

2. Arthur Honegger (1892-1955)

Sebbene più incline alla sinfonia e a una scrittura contrappuntistica robusta, Honegger condivideva con Durey un approccio diretto ed espressivo.
Il suo linguaggio è più drammatico e strutturato, ma alcuni suoi lavori vocali o da camera possono ricordare Durey.

3. Henri Sauguet (1901-1989)

Compositore influenzato da Satie e dal Gruppo dei Sei, Sauguet ha sviluppato un linguaggio essenziale, spesso caratterizzato da malinconia e semplicità lirica.
Il suo lavoro vocale e pianistico presenta affinità con Durey.

4. Jean Françaix (1912-1997)

Allievo di Nadia Boulanger, Françaix ha una scrittura fluida, trasparente e spesso umoristica, che per alcuni aspetti ricorda l’estetica neoclassica di Durey.
Potrebbero piacervi le sue opere per musica da camera e pianoforte.

5. Darius Milhaud (1892-1974)

Un altro membro dei Six, Milhaud ha uno stile più abbondante e politonale, ma alcune delle sue opere da camera e melodie ricordano la chiarezza di scrittura di Durey.
Le sue composizioni ispirate al folklore o al jazz potrebbero interessarti.

6. Albert Roussel (1869-1937)

Meno noto per la sua appartenenza a una specifica corrente, Roussel ha sviluppato uno stile personale, tra classicismo e modernismo, spesso basato su strutture solide e su un’espressività misurata.
La sua musica vocale e le sue opere per pianoforte potrebbero essere simili a quelle di Durey.

Durey è un compositore piuttosto discreto e indipendente, quindi è difficile trovare un suo perfetto equivalente, ma questi compositori condividono alcune delle sue preoccupazioni estetiche.

Opere famose per pianoforte solo

Louis Durey è un compositore relativamente poco conosciuto e il suo catalogo per pianoforte solo non è così diffuso come quello di altri membri del Gruppo dei Sei. Tuttavia, ecco alcuni lavori degni di nota per pianoforte solo:

1. Trois Préludes (1916)

Uno dei suoi primi lavori per pianoforte, influenzato dall’impressionismo di Debussy e Satie.

2. Nove preludi (1919)

Una serie di preludi che mostrano il suo stile essenziale e il suo interesse per la semplicità melodica.

3. Due pezzi per pianoforte (1920)

Un’opera breve ma caratteristica del suo linguaggio musicale diretto e raffinato.

4. Sei epigrafi antiche (trascrizione per pianoforte, 1919, da Debussy)

Un adattamento delle Six Épigraphes antiques di Debussy, che dimostra la sua ammirazione per la scrittura impressionista.

5. Chant de l’isolement (1941)

Un’opera composta durante la seconda guerra mondiale, che riflette un clima introspettivo e meditativo.

Durey ha composto principalmente per voce e musica da camera, e il suo lavoro pianistico rimane meno conosciuto di quello dei suoi contemporanei. Se vuoi esplorare il suo stile, può essere interessante ascoltare i suoi brani vocali e le sue trascrizioni, che mettono in risalto la sua estetica musicale.

Opere famose

Louis Durey è un compositore relativamente discreto, le cui opere sono meno conosciute di quelle di altri membri del Gruppo dei Sei. Tuttavia, ecco alcune delle sue composizioni più importanti al di fuori del repertorio per pianoforte solo:

Musica vocale e corale

“Le Bestiaire“ (1919) – Ciclo di melodie su poesie di Guillaume Apollinaire.

Questo lavoro è spesso paragonato al Bestiaire di Francis Poulenc, composto nello stesso periodo.

“Chants du silence” (1920) – Melodie su poesie di Paul Éluard.

Una raccolta che illustra il suo gusto per la poesia contemporanea e la sua scrittura essenziale.

“Deux Chants basques“ (1927) – Melodie ispirate alla tradizione popolare basca.

Durey aveva un interesse per la musica popolare, che traspare in questo brano.

“Les Soirées de Nazelles” (1939, coro e orchestra)

Opera corale influenzata dalla tradizione popolare e dall’armonia francese.

“Psaume CXXX” (1944) – Opera per coro e orchestra.

Composta durante la seconda guerra mondiale, esprime un’intensità drammatica e spirituale.

Musica da camera

Sonatina per flauto e pianoforte (1921)

Un’opera delicata e fluida, nello spirito neoclassico del Gruppo dei Sei.

Trio d’archi (1927)

Un pezzo sottile che ricorda l’influenza del classicismo e della scrittura contrappuntistica.

Quartetto d’archi (1947)

Un esempio del suo linguaggio armonico pulito e raffinato.

Sonata per violoncello e pianoforte (1954)

Un’opera espressiva e intimista, tipica del suo stile tardivo.

Musica orchestrale

“Ne variatur“ (1921) – Pezzo orchestrale.

Un lavoro orchestrale che gioca su variazioni tematiche.

“Ouverture pour un conte de Perrault” (1945)

Un brano ispirato alle fiabe, in uno stile leggero e narrativo al tempo stesso.

Durey è noto soprattutto per la sua musica vocale e da camera, che riflette il suo gusto per la chiarezza di scrittura e l’influenza della tradizione popolare. Sei interessato a un tipo specifico di opera?

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Appunti su Germaine Tailleferre e le sue opere

Panoramica

Germaine Tailleferre (1892-1983) era una compositrice francese, l’unica donna del famoso gruppo Les Six, insieme a Poulenc, Milhaud, Honegger, Auric e Durey. Questo collettivo rifiutava l’influenza del romanticismo wagneriano e dell’impressionismo debussyste, privilegiando una musica più leggera, chiara e accessibile, spesso tinta di umorismo e influenze popolari.

Tailleferre, formatasi al Conservatorio di Parigi, sviluppò uno stile raffinato, intriso di lirismo ed eleganza neoclassica. La sua opera attraversa diversi generi: musica per pianoforte, musica da camera, sinfonica, opera e musica da film. Tra i suoi pezzi più importanti figurano il Concerto per pianoforte (1924), la Sonata per arpa e Le marchand d’oiseaux, una suite orchestrale leggera e affascinante.

Nonostante il suo talento, non ottenne il riconoscimento di alcuni dei suoi colleghi maschi e visse spesso in condizioni precarie. Tuttavia, continuò a comporre fino alla fine della sua vita, lasciando un ricco catalogo, caratterizzato da una finezza melodica e una chiarezza di scrittura che meritano di essere riscoperte.

Storia

Germaine Tailleferre nasce nel 1892 con il nome di Germaine Tailefesse, in una famiglia in cui la musica non è incoraggiata. Suo padre disapprova il suo interesse per il pianoforte, ma lei persiste, sostenuta dalla madre, e finisce per entrare al Conservatorio di Parigi. Lì, stringe amicizia con compositori come Darius Milhaud, Arthur Honegger e Francis Poulenc, che, insieme a lei, formeranno in seguito Les Six, un gruppo che cerca di liberarsi dall’impressionismo di Debussy e dal romanticismo di Wagner. È in questo periodo che cambia il suo nome in Tailleferre, per segnare una rottura con suo padre.

Nella Parigi degli anni ’20, si muove in un mondo pieno di nuove idee, frequenta Cocteau, Stravinsky e Satie e compone opere in cui si mescolano eleganza e modernità. Il suo Concerto per pianoforte (1924) e il suo Concerto per arpa (1927) rivelano una scrittura al tempo stesso virtuosa e delicata, che le vale l’ammirazione dei suoi colleghi. Sposa un avvocato americano, Ralph Barton, ma il matrimonio dura poco: Barton è instabile e la loro relazione diventa un peso emotivo. Torna in Francia, segnata da questa esperienza.

Il secondo conflitto mondiale la costringe all’esilio negli Stati Uniti, dove fatica a trovare un posto. Dopo la guerra, torna in Francia e continua a comporre, anche se la sua carriera subisce un certo declino. Insegna, scrive musica per film e attraversa periodi finanziari difficili. Tuttavia, fino alla fine della sua vita, mantiene uno spirito vivace e un amore intatto per la musica.

Morì nel 1983, in modo discreto ma sempre attivo. Anche se non ha mai ricevuto il riconoscimento di alcuni dei suoi contemporanei, la sua opera, caratterizzata da chiarezza, grazia e inventiva, continua a essere riscoperta e celebrata.

Cronologia

1892 – Nascita

• Germaine Tailleferre nasce il 19 aprile a Saint-Maur-des-Fossés, nella periferia di Parigi.
• Suo padre, contrario al suo desiderio di diventare musicista, disapprova il suo apprendimento del pianoforte, ma sua madre la sostiene.

1904-1915 – Studi musicali

• Nel 1904 entra al Conservatorio di Parigi, dove eccelle in solfeggio, armonia e contrappunto.
• Qui incontra Darius Milhaud, Arthur Honegger e Francis Poulenc, che diventano suoi amici e futuri compagni all’interno del gruppo Les Six.
• Adotta il nome di Tailleferre in opposizione a quello di suo padre.

1917-1920 – Les Six e il successo

• Conosce Jean Cocteau ed Erik Satie, che influenzano il suo stile musicale.
• Nel 1920, si unisce a Les Six, un gruppo di compositori che condivide un’estetica musicale in rottura con il romanticismo e l’impressionismo.
• Partecipa all’album collettivo Les Mariés de la Tour Eiffel (1921).

1920-1930 – Anni di prosperità

• Compone il suo Concerto per pianoforte (1924), apprezzato per la sua eleganza e chiarezza.
• Crea il suo Concerto per arpa (1927), uno dei suoi lavori più eseguiti.
• Sposa nel 1926 Ralph Barton, un caricaturista americano, ma il matrimonio è un fallimento.

1930-1945 – Crisi ed esilio

• Rientra in Francia dopo il divorzio. Continua a comporre, ma attraversa difficoltà finanziarie.
• Durante la seconda guerra mondiale, si rifugia negli Stati Uniti (1942), dove compone soprattutto musica per film.

1946-1983 – Riscoperta e ultimi anni

• Tornata in Francia dopo la guerra, insegna e continua a comporre.
• Crea opere diverse, tra cui opere (Il était un petit navire, 1951) e musica da camera.
• Rimane ai margini del mondo musicale ufficiale e vive modestamente.
• Muore il 7 novembre 1983 a Parigi, lasciando un’opera caratterizzata da eleganza e modernità.

Sebbene meno famosa dei suoi colleghi maschi, Tailleferre è oggi riscoperta come una voce singolare del neoclassicismo francese.

Caratteristiche della musica

La musica di Germaine Tailleferre si distingue per la sua eleganza, chiarezza e una certa freschezza melodica. Si inserisce nell’estetica neoclassica pur mantenendo una sensibilità personale.

1. Chiarezza e semplicità neoclassica

Tailleferre rifiuta gli eccessi del romanticismo e l’opacità armonica dell’impressionismo, preferendo una scrittura limpida ed equilibrata. Il suo stile si ispira alla musica classica e barocca, ma con un tocco di modernità.

2. Melodie raffinate ed espressive

Le sue linee melodiche sono cantabili, spesso liriche, ma mai magniloquenti. A volte ricordano lo stile di Poulenc, con dolcezza e naturale eleganza.

3. Armonia sottile e colorata

Sebbene meno audace di quella di Debussy o Ravel, la sua armonia è raffinata, a volte tinta di tocchi impressionisti, ma sempre al servizio della chiarezza musicale.

4. Ritmi vivaci e fluidi

Tailleferre ama i movimenti rapidi e leggeri, con una scrittura ritmica flessibile e dinamica. Sa anche usare ritmi danzanti, influenzati dalla musica popolare e dal jazz.

5. Influenza della musica popolare

A volte integra elementi della musica popolare francese, del jazz o ispirazioni ispaniche, in particolare in alcuni brani orchestrali e nelle sue opere per pianoforte.

6. Virtuosismo discreto ma impegnativo

Le sue opere per pianoforte e arpa richiedono spesso una grande tecnica, ma senza ostentazione. L’esigenza tecnica è sempre al servizio della musicalità.

7. Umorismo e leggerezza

Come altri membri dei Sei, a volte introduce un tocco di umorismo o ironia nelle sue composizioni, evitando il pathos e privilegiando una certa spensieratezza.

Le sue opere come il Concerto per pianoforte (1924), la Sonata per arpa (1953) o la sua opera Il était un petit navire illustrano bene queste caratteristiche. Il suo stile rimane sempre elegante e fluido, senza cercare di impressionare, il che contribuisce alla singolarità della sua musica nel panorama del XX secolo.

Relazioni

Germaine Tailleferre (1892-1983) ha intrattenuto numerose relazioni dirette con compositori, interpreti, direttori d’orchestra e personalità di vari ambienti. Ecco una panoramica dei suoi legami più significativi:

1. Compositori

I Sei (Poulenc, Milhaud, Honegger, Auric, Durey): Membro del famoso gruppo dei Sei, era vicina a Francis Poulenc, che apprezzava il suo talento, e a Darius Milhaud, che la incoraggiava nelle sue composizioni. Arthur Honegger, sebbene più serio e attaccato al contrappunto, condivideva anche la sua ammirazione per Ravel.

Maurice Ravel: nutriva una grande ammirazione per Ravel, che la incoraggiò, anche se non ebbe un ruolo così diretto come per altri compositori.
Erik Satie: era una figura influente del gruppo dei Sei, anche se non ne faceva ufficialmente parte. Satie sosteneva Tailleferre e lo apprezzava per il suo spirito e la sua musica.
Igor Stravinsky: Ha incontrato Stravinsky, ma i loro stili erano diversi e non sembravano particolarmente vicini.
Jean Cocteau: È stato una figura importante del gruppo dei Sei e ha influenzato indirettamente la sua carriera, in particolare attraverso il suo influsso sull’estetica del gruppo.

2. Interpreti e direttori d’orchestra

Alfred Cortot: il pianista e pedagogo è stato uno dei suoi insegnanti alla Schola Cantorum.
Nadia Boulanger: sebbene avesse studiato alla Schola Cantorum, conosceva bene Nadia Boulanger, che ha influenzato molti compositori della sua generazione.
Charles Munch: ha diretto alcune delle sue opere orchestrali.
Pierre Monteux: ha anche contribuito a far conoscere alcuni dei suoi pezzi.
Marcelle Meyer: pianista vicina ai Sei, ha interpretato alcune delle sue opere.

3. Personalità non musiciste

Jean Cocteau: poeta, drammaturgo e regista, è stato una figura di spicco del gruppo dei Sei e ha influenzato la loro estetica artistica.
Paul Claudel: ha collaborato con lui a progetti musicali e letterari.
Le Corbusier: ha frequentato gli ambienti d’avanguardia in cui si incontravano la moderna architettura e la musica.

4. Collaborazioni con orchestre e istituzioni

Orchestre National de France: molte delle sue opere sono state eseguite qui.
Radio France: ha scritto numerose musiche per la radio e la televisione.
Opéra-Comique: Alcune delle sue opere sono state eseguite in questo teatro.

Germaine Tailleferre ha navigato in un mondo artistico in piena effervescenza, tessendo importanti legami con le figure più importanti della sua epoca.

Compositori simili

Germaine Tailleferre aveva uno stile musicale caratterizzato da una chiarezza neoclassica, una leggerezza spesso tinta di umorismo e un notevole influsso di Ravel e del gruppo dei Sei. Ecco alcuni compositori simili a lei, sia per l’estetica, sia per l’epoca o per il percorso:

1. Compositori vicini al gruppo dei Sei

Francis Poulenc (1899-1963): come Tailleferre, Poulenc combinava l’eleganza melodica con una certa giocosità, influenzata da Satie. Condivideva con lei un’affinità per le forme neoclassiche e una spiccata sensibilità francese.

Darius Milhaud (1892-1974): la sua scrittura politonale e il suo gusto per il jazz lo hanno contraddistinto, ma condivideva con Tailleferre un debole per l’inventiva e la fluidità orchestrale.

Arthur Honegger (1892-1955): più serio e drammatico di Tailleferre, Honegger si è comunque evoluto negli stessi circoli e ha condiviso alcune preoccupazioni neoclassiche.

Louis Durey (1888-1979) e Georges Auric (1899-1983): sebbene oggi meno noti, hanno esplorato, come Tailleferre, un linguaggio diretto, influenzato da Satie e Stravinsky.

2. Compositori neoclassici e modernisti francesi

Jean Françaix (1912-1997): erede dello stile dei Six, scrisse musica elegante e leggera, sulla scia di Tailleferre.

Henri Sauguet (1901-1989): il suo approccio melodico e la sua scrittura essenziale ricordano Tailleferre, con un tocco più malinconico.

Jacques Ibert (1890-1962): Il suo gusto per la chiarezza e l’umorismo nella musica orchestrale e da camera lo avvicina allo stile di Tailleferre.

3. Compositori influenzati da Ravel e dal neoclassicismo

Lili Boulanger (1893-1918): sebbene il suo stile fosse più lirico e talvolta più cupo di quello di Tailleferre, condivideva il gusto per la coloritura orchestrale e le armonie raffinate.

Maurice Delage (1879-1961): vicino a Ravel, scriveva musica elegante e sottile, a volte influenzata da sonorità esotiche.

Albert Roussel (1869-1937): il suo neoclassicismo energico e strutturato lo avvicina a Tailleferre.

4. Compositrici con un’estetica simile

Marcelle de Manziarly (1899-1989): Formatasi con Nadia Boulanger, ha scritto opere delicate e raffinate in uno spirito simile a quello di Tailleferre.

Marguerite Canal (1890-1978): Compositrice e direttrice d’orchestra, il suo linguaggio armonico e melodico presenta somiglianze con quello di Tailleferre.

Elsa Barraine (1910-1999): Più impegnata politicamente, la sua musica rimane influenzata dallo stesso modernismo francese.

Opere famose per pianoforte solo

Germaine Tailleferre ha composto diversi brani per pianoforte solo, alcuni dei quali sono diventati emblematici del suo stile elegante, raffinato e spesso malizioso. Ecco alcuni dei suoi brani più noti:

Opere famose per pianoforte solo

“Pastorale” (1919) – Un brano breve e delicato, influenzato dal neoclassicismo e dall’eredità di Ravel.

“Impromptu“ (1912, rivisto nel 1921) – Un’opera dalle raffinate armonie e dalla fluida eleganza.

“Valse lente” (1919) – Un valzer poetico che ricorda l’estetica di Satie e Ravel.

“Giochi all’aria aperta“ (1917-1928) – Una suite in più movimenti che evoca i giochi dei bambini con un tono leggero e giocoso.

“Fleurs de France” (1943) – Una serie di miniature espressive ispirate al folklore francese.

“Suite burlesque“ (1917-1920) – Un’opera piena di vivacità e umorismo, tipica dell’influenza del gruppo dei Sei.

“Partita” (1957) – Un’opera in più movimenti che illustra la sua padronanza del contrappunto e delle forme classiche.

“Image” (1918) – Un pezzo impressionista che ricorda Ravel, con un’atmosfera sognante.

“Due studi“ (1925-1970) – Brevi esercizi virtuosi che esplorano sonorità moderne.

“Larghetto” (1918) – Un pezzo lirico e intimo, di grande delicatezza armonica.

Famosi trii per pianoforte

Germaine Tailleferre ha composto diversi brani di musica da camera, tra cui alcuni trii per pianoforte, violino e violoncello. Ecco i suoi trii più noti:

1. Trio per pianoforte, violino e violoncello (1917, rivisto nel 1978)

È il suo trio più famoso e uno dei suoi capolavori.
Riflette l’influenza di Ravel e del neoclassicismo, con una scrittura elegante e fluida.
Composto nel 1917 e poi rivisto nel 1978, alterna passaggi lirici e sezioni piene di vivacità.

2. Trio per pianoforte, violino e violoncello (1978)

Si tratta di un secondo trio, meno conosciuto ma sempre caratterizzato dalla chiarezza e dalla leggerezza tipiche di Tailleferre.
L’influenza della sua scrittura tardiva è evidente, con uno stile più pulito ma sempre melodico.

Il Trio del 1917 rimane il più spesso suonato e registrato, ed è una bella illustrazione dello stile neoclassico francese del XX secolo!

Opere famose

Musica orchestrale

Concerto per pianoforte e orchestra (1924, rivisto nel 1926) – Un’opera brillante e colorata, influenzata dal neoclassicismo.

Concerto grosso per due pianoforti, otto voci soliste, sassofono contralto e orchestra (1952) – Un’opera ambiziosa che unisce classicismo e modernità.

Concerto per arpa e orchestra (1927-1928) – Molto raffinato e leggero, si inserisce nella tradizione francese dell’arpa.

Concerto per violino e orchestra (1934-1936) – Meno conosciuto ma di grande eleganza melodica.

Ouverture (1932) – Un pezzo orchestrale vivace e allegro.

Musica da camera

Sonata per violino e pianoforte (1951-1957) – Un’opera fluida e luminosa, con influenze impressioniste e neoclassiche.

Quartetto per archi (1917-1919, rivisto nel 1936) – Un’opera di grande finezza, che ricorda l’eredità di Ravel.

Sonata per arpa (1953) – Un pezzo delicato ed espressivo.

Sonata per clarinetto e pianoforte (1957) – Opera breve ma piena di fascino e agilità.

Musica vocale e corale

“Chansons françaises” (1929) – Un ciclo di melodie leggere e piene di spirito.

“Cantate du Narcisse“ (1942) – Opera per voce e orchestra, scritta su un testo di Paul Valéry.

“La piccola sirena” (1957-1959) – Un’opera da camera ispirata alla fiaba di Andersen.

Musica per il teatro e il cinema

“Zoulaïna“ (1923) – Balletto umoristico influenzato dallo spirito del gruppo dei Sei.

“Paris-Magie” (1949) – Musica da balletto vivace e frizzante.

Musica da film – Ha scritto diverse partiture per il cinema, in particolare per “Les Deux Timides” (1947) e “Le Petit chose” (1953).

Queste opere illustrano bene la diversità del talento di Tailleferre, che eccelleva nell’orchestra, nella musica da camera, nella voce e sulla scena.

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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Appunti su Georges Auric e le sue opere

Panoramica

Un libero pensatore della musica francese

Georges Auric (1899-1983) è stato un compositore francese dalle molteplici sfaccettature, membro del Gruppo dei Sei, prolifico compositore di musica per film e figura influente nel panorama musicale del XX secolo. Il suo percorso artistico è caratterizzato da un eclettismo dichiarato, una rara capacità di adattamento e la volontà di rompere le convenzioni accademiche pur rimanendo accessibile.

Gioventù e influenze (1899-1920)

Nato a Lodève, Auric è un prodigio che entra molto giovane al Conservatorio di Parigi. Fin dall’adolescenza frequenta figure di spicco dell’avanguardia artistica, in particolare Jean Cocteau, che diventerà un amico e un collaboratore essenziale. È anche influenzato da Satie, il cui spirito irriverente e la semplicità melodica segneranno il suo stile.

Nel 1920 diventa membro del Gruppo dei Sei, insieme a Poulenc, Milhaud, Honegger, Tailleferre e Durey. Questo gruppo rifiuta il romanticismo wagneriano e l’impressionismo debussyste, privilegiando una musica chiara, diretta e radicata nella vita quotidiana.

Una musica elegante e accessibile (1920-1940)

Durante gli anni ’20 e ’30, Auric compose opere leggere, a volte caratterizzate da umorismo e influenze jazz. Scrisse in particolare balletti come Les Fâcheux (1924) e Phèdre (1950), in cui esprime uno stile melodico semplice ma raffinato.

Ma è soprattutto il suo legame con Jean Cocteau che lo proietta verso la celebrità. Firma la musica del film Il sangue di un poeta (1930), un’opera sperimentale in cui il suo stile essenziale serve l’atmosfera onirica del film.

L’età d’oro della musica da film (1940-1960)

Georges Auric diventa uno dei compositori più richiesti per il cinema, firmando la musica di numerosi capolavori:

La bella e la bestia (1946) di Jean Cocteau → Una partitura magica e fiabesca, considerata uno dei suoi vertici.
Orfeo (1950) di Cocteau → Un’atmosfera misteriosa e ammaliante.
Moulin Rouge (1952) di John Huston → Musica che contribuisce alla vivace atmosfera del film.
Vacanze romane (1953) di William Wyler → Auric si esporta a Hollywood con eleganza.
Le sue musiche da film, espressive e accessibili al tempo stesso, influenzano in modo duraturo il genere e gli assicurano una popolarità mondiale.

Riconoscimento e fine della carriera (1960-1983)

Negli ultimi anni, Auric abbandona la composizione per assumere ruoli istituzionali, in particolare come direttore dell’Opéra de Paris e presidente della SACEM. Continua comunque a scrivere musica da camera e opere per orchestra, ma la sua eredità rimane soprattutto segnata dal suo lavoro per il cinema.

Morì nel 1983, lasciando un’opera che attraversa i generi con eleganza, sempre animata da uno spirito di libertà e chiarezza musicale.

Conclusione: un compositore camaleontico

Georges Auric non fu né un rivoluzionario né un teorico, ma un musicista pragmatico, capace di adattarsi a molti stili senza mai rinnegare il suo gusto per la semplicità melodica e l’efficacia espressiva. Tra il Gruppo dei Sei, la musica per balletto e il cinema, è riuscito a inserire il suo nome tra le figure di spicco della musica francese del XX secolo.

Storia

Georges Auric era un uomo dai molteplici volti. Nato nel 1899 a Lodève, nel sud della Francia, mostrò molto presto un talento eccezionale per la musica. Bambino prodigio, entrò rapidamente al Conservatorio di Parigi, dove fu immerso in un ambiente musicale in piena effervescenza. Molto giovane, attirò l’attenzione delle figure di spicco dell’avanguardia, in particolare Erik Satie, che gli infuse il suo spirito di indipendenza e il suo gusto per la semplicità, e Jean Cocteau, che divenne suo amico e suo collaboratore privilegiato.

Nel dopoguerra, mentre il mondo musicale era diviso tra l’eredità del romanticismo e le sperimentazioni moderniste, Auric trovò il suo posto all’interno del Groupe des Six, un collettivo di giovani compositori riuniti sotto l’egida di Cocteau e Satie. Con Francis Poulenc, Darius Milhaud, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre e Louis Durey, prese parte a un movimento che rifiutava gli eccessi del passato e sosteneva una musica più leggera, radicata nella quotidianità e nell’umorismo. Tuttavia, Auric, come gli altri membri del gruppo, non rimase imprigionato in questa estetica e seguì la propria strada.

Il suo stile, inizialmente caratterizzato da una certa ironia e semplicità melodica, si è evoluto nel tempo. Ha trovato una nuova libertà nella musica per balletto e nelle collaborazioni con Jean Cocteau, in particolare per il film Il sangue di un poeta nel 1930. Ma è stato davvero dopo la seconda guerra mondiale che il suo nome è diventato imprescindibile, quando si è dedicato completamente alla musica per film. Auric era un camaleonte, capace di adattare la sua scrittura alle immagini senza mai perdere la sua identità. Ha firmato alcune delle colonne sonore più significative del cinema, in particolare per La bella e la bestia (1946), Orfeo (1950) e Moulin Rouge (1952).

A differenza di altri compositori della sua epoca, Auric non era un teorico o un rivoluzionario. Componeva soprattutto con un acuto senso dell’efficacia e dell’emozione, privilegiando sempre la chiarezza e l’eleganza. Con il tempo, si allontanò gradualmente dalla composizione per occupare importanti posizioni nelle istituzioni musicali francesi, in particolare come direttore dell’Opéra di Parigi. Tuttavia, anche in queste funzioni ufficiali, mantenne quello spirito indipendente che aveva caratterizzato tutta la sua vita.

Si spense nel 1983, lasciando dietro di sé un’opera immensa e variegata, a immagine del suo percorso. Pur non avendo cercato di rivoluzionare la musica, è riuscito a renderla viva, fluida e profondamente radicata nella sua epoca. La sua eredità è quella di un musicista libero, la cui musica continua ad accompagnare i sogni e le immagini ben oltre la sua epoca.

Cronologia

1899 – Nascita e primi passi nella musica

Georges Auric nasce il 15 febbraio 1899 a Lodève, una piccola città nel sud della Francia. Molto presto mostra un talento eccezionale per la musica e inizia a comporre all’età di 10 anni.

1913-1918 – Studi e incontri determinanti

Ancora adolescente, entra al Conservatorio di Parigi e segue anche corsi alla Schola Cantorum, dove studia con Vincent d’Indy. Si lega rapidamente a figure dell’avanguardia artistica, in particolare Erik Satie, che lo influenza con il suo spirito di indipendenza, e Jean Cocteau, che diventa suo amico e futuro collaboratore.

1920 – Il Gruppo dei Sei e l’avanguardia parigina

Auric si unisce al Groupe des Six, un collettivo di giovani compositori riuniti intorno a Jean Cocteau ed Erik Satie, che comprende Francis Poulenc, Darius Milhaud, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre e Louis Durey. Questo gruppo rifiuta il romanticismo wagneriano e l’impressionismo debussiano a favore di una musica più semplice, diretta e talvolta intrisa di umorismo.

1920-1930 – Primi successi e collaborazione con Cocteau

Auric compone diverse opere orchestrali e di musica da camera, sviluppando al contempo un gusto per la musica da balletto e da scena. Scrive in particolare per i Balletti Svedesi e nel 1930 firma la musica del film sperimentale di Jean Cocteau, Il sangue di un poeta, segnando l’inizio di una lunga collaborazione con il regista.

1930-1940 – Una carriera tra musica colta e musica popolare

Durante questo decennio, Auric si cimenta in diversi stili, componendo sia opere orchestrali che musica leggera. Diventa uno dei compositori più eclettici del suo tempo, oscillando tra modernità e accessibilità.

1940-1950 – L’ascesa della musica da film e la consacrazione

Dopo la seconda guerra mondiale, Auric si dedica sempre più alla musica da film, diventando uno dei compositori più richiesti del genere. Scrive colonne sonore per capolavori del cinema, tra cui:

La bella e la bestia (1946) di Jean Cocteau
Orfeo (1950) di Cocteau
Moulin Rouge (1952) di John Huston
Vacanze romane (1953) di William Wyler

Il suo stile lirico e accessibile seduce Hollywood e gli studi europei.

1960-1970 – Impegno istituzionale

Auric riduce gradualmente la sua attività di compositore e ricopre diverse posizioni importanti nel mondo musicale francese:

Direttore dell’Opéra di Parigi (1962-1968)
Presidente della SACEM

Svolge un ruolo chiave nell’organizzazione della musica in Francia, pur continuando a comporre occasionalmente.

1983 – Fine della vita e eredità

Georges Auric muore il 23 luglio 1983 a Parigi. Lascia dietro di sé un’opera immensa, che spazia dalla musica sinfonica alla canzone popolare, passando per il balletto e il cinema. Il suo nome rimane particolarmente legato alla musica da film, dove ha segnato la sua epoca con il suo senso melodico e la sua espressività unica.

Caratteristiche della musica

Georges Auric (1899-1983) era un compositore francese associato al gruppo dei Sei, un collettivo di artisti che rifiutava l’influenza di Wagner e Debussy a favore di una musica più semplice e accessibile, ispirata al neoclassicismo e alla musica popolare. Ecco alcune caratteristiche essenziali del suo stile musicale:

1. Chiarezza e semplicità

Auric privilegiava una scrittura diretta e pulita, evitando gli eccessi armonici e orchestrali del tardo romanticismo.
Il suo linguaggio musicale si basa spesso su melodie cantabili e armonie semplici.

2. Influenza della musica popolare

Integra elementi di jazz, cabaret e canzone francese, in particolare nella sua musica per film e per il teatro.
Si ritrova un lato ritmico marcato e trascinante, a volte vicino alla musica da ballo.

3. Umorismo e leggerezza

Come altri membri del gruppo dei Sei (Poulenc, Milhaud…), amava una certa malizia nella sua scrittura, con contrasti inaspettati e colori vivaci.

4. Padronanza della musica da film

È noto soprattutto per i suoi numerosi brani originali, in particolare quelli dei film di Jean Cocteau (La Bella e la Bestia, Orfeo), in cui sviluppa un’atmosfera onirica ed espressiva.
Le sue musiche da film sanno essere al tempo stesso discrete ed evocative, servendo perfettamente l’immagine.

5. Eleganza neoclassica

Mantiene un’influenza classica nella sua struttura formale e nella sua economia di mezzi, pur rimanendo moderno e accessibile.
In breve, la musica di Georges Auric è caratterizzata da una sobria eleganza, grande chiarezza ed equilibrio tra tradizione e modernità. Si inserisce nella tradizione di un neoclassico Stravinsky pur avendo un tocco tipicamente francese, vicino a Poulenc o Milhaud.

Relazioni

Georges Auric ha intrattenuto numerose relazioni con compositori, interpreti, orchestre e personalità influenti della sua epoca. Ecco una panoramica delle sue relazioni più significative:

1. Relazioni con altri compositori

I Sei (Milhaud, Poulenc, Honegger, Tailleferre, Durey)

Auric faceva parte del Groupe des Six, un collettivo fondato intorno a Jean Cocteau ed Erik Satie, che sosteneva una musica leggera, anti-romantica e influenzata dalla musica popolare. I suoi rapporti con gli altri membri erano amichevoli, anche se ognuno di loro sviluppò uno stile personale dopo l’informale scioglimento del gruppo.

Erik Satie

Sebbene più anziano, Satie fu una sorta di mentore e ispiratore del Gruppo dei Sei. Il suo umorismo e il suo rifiuto del sentimentalismo romantico influenzarono Auric.

Igor Stravinsky

Stravinsky, in particolare nel suo periodo neoclassico, influenzò Auric, soprattutto nell’uso di forme chiare e ritmi marcati.

2. Collaborazioni con registi e scrittori

Jean Cocteau

Uno dei suoi più grandi collaboratori. Auric ha composto la musica di film emblematici come La bella e la bestia (1946) e Orfeo (1950). Condivideva con Cocteau una sensibilità artistica caratterizzata da onirismo e modernità.

Jean Anouilh

Auric ha composto per il teatro di Anouilh, contribuendo a molte delle sue messe in scena.

Max Jacob, Paul Éluard

Ha frequentato questi poeti, condividendo il gusto per l’avanguardia letteraria e artistica.

3. Rapporti con interpreti e orchestre

Francis Poulenc e Arthur Honegger (membri dei Six) hanno spesso diretto o interpretato le sue opere.

Orchestra Nazionale di Francia

Come compositore di musica per film e balletti, le sue opere sono state eseguite da grandi ensemble francesi.

Jean Wiener

Pianista e compositore, ha spesso interpretato le opere di Auric e condiviso il suo gusto per il jazz e la musica popolare.

4. Ruolo istituzionale e influenza politica

Direttore della SACEM (Società degli autori, compositori ed editori di musica)
Auric ha svolto un ruolo importante nella protezione dei diritti dei compositori e ha difeso attivamente la musica contemporanea.

Direttore dell’Opéra di Parigi (1962-1968)

Durante questo periodo, ha incoraggiato le produzioni moderne e sostenuto la creazione contemporanea.

5. Rapporti con personalità esterne al mondo musicale

Pablo Picasso

Amico di Cocteau e delle avanguardie parigine, Auric ha incontrato Picasso, che ha lavorato a scenografie e costumi per balletti e opere a cui Auric era associato.

Serge Diaghilev

Ha avuto legami con il fondatore dei Balletti Russi, anche se non ha composto direttamente per lui come Stravinsky o Poulenc.

Georges Auric è stato quindi una figura centrale nell’ambiente artistico del XX secolo, tra musica, cinema e arti visive, con relazioni influenti che hanno plasmato la sua carriera e il suo lavoro.

Compositori simili

Se ti piace la musica di Georges Auric, potrebbero piacerti le opere di diversi compositori con stili e influenze simili. Ecco alcuni nomi che condividono con lui tratti stilistici comuni:

1. Compositori del Gruppo dei Sei

I compositori del Gruppo dei Sei, di cui Auric faceva parte, hanno sviluppato ciascuno uno stile personale, ma condividevano un’estetica generale caratterizzata dalla chiarezza, dall’influenza della musica popolare e dal rifiuto dell’eccessivo romanticismo.

Francis Poulenc (1899-1963)

Uno dei più famosi del gruppo, Poulenc unisce leggerezza e profondità. Il suo stile oscilla tra ironia, lirismo e grande espressività (es. Concerto per due pianoforti, Gloria, Le mammelle di Tirésias).

Darius Milhaud (1892-1974)

Influenzato dal jazz e dalla musica popolare brasiliana e statunitense, usa spesso la politonalità (Le Bœuf sur le toit, Scaramouche).

Arthur Honegger (1892-1955)

Più drammatico e potente degli altri membri dei Six, compone opere orchestrali di grande impatto (Pacific 231, Jeanne d’Arc au bûcher).

Germaine Tailleferre (1892-1983)

Il suo stile è elegante e luminoso, con una scrittura spesso leggera e delicata (Concerto per pianoforte, Suite burlesque).

Louis Durey (1888-1979)

Meno conosciuto, era il più impegnato politicamente e spesso prese le distanze dal gruppo.

2. Compositori francesi neoclassici e modernisti

Oltre ai Sei, diversi compositori francesi del XX secolo condividono con Auric il gusto per il neoclassicismo e una certa estetica chiara ed elegante.

Jean Françaix (1912-1997)

Erede spirituale dei Six, compone musica piena di umorismo, vivacità e leggerezza (Concertino per pianoforte, L’Horloge de Flore).

Henri Sauguet (1901-1989)

Amico di Auric, compone balletti e colonne sonore in uno stile raffinato e accessibile (Les Forains).

Maurice Jaubert (1900-1940)

Compositore di colonne sonore, è vicino ad Auric per il suo stile sobrio ed espressivo (L’Atalante, Quai des brumes).

André Jolivet (1905-1974)

Più sperimentale, esplora nuove sonorità pur rimanendo accessibile (Concerto per tromba, Mana).

3. Compositori di musica per film e balletto

Georges Auric è noto soprattutto per le sue musiche per film e balletti. Diversi compositori hanno avuto un approccio simile in questo campo:

Nino Rota (1911-1979)

Famoso per le sue musiche per film (La Strada, Il Padrino), condivide con Auric il gusto per la melodia e l’evocazione poetica.

Michel Legrand (1932-2019)

Fortemente influenzato da Auric, mescola jazz, canzone e musica orchestrale (Les Parapluies de Cherbourg).

Bernard Herrmann (1911-1975)

Conosciuto soprattutto per le sue musiche da film (Psicosi, Vertigo), ha un senso dell’atmosfera e della narrazione simile a quello di Auric.

Arthur Bliss (1891-1975)

Compositore britannico che ha lavorato con registi come H.G. Wells (Things to Come), il suo stile ricorda a volte quello di Auric.

4. Compositori europei con un’estetica simile

Alcuni compositori al di fuori della Francia hanno sviluppato uno stile simile a quello di Auric, tra neoclassicismo, umorismo e accessibilità:

Manuel de Falla (1876-1946)

Il suo stile limpido, influenzato dalla musica spagnola, ricorda il gusto di Auric per la chiarezza (Le Tricorne, Nuits dans les jardins d’Espagne).

Bohuslav Martinů (1890-1959)

Compositore ceco influenzato dal neoclassicismo e dal jazz (Sinfonietta La Jolla, Julietta).

Kurt Weill (1900-1950)

Il suo mix di musica popolare e classica, in particolare nelle sue opere teatrali (L’opera da tre soldi), si unisce all’estetica di Auric.

Conclusione

Se ti piace Georges Auric, dovresti esplorare Poulenc e Françaix per il loro lato malizioso, Sauguet e Jaubert per la loro musica da film e Nino Rota per un lirismo comparabile. Per un approccio più internazionale, Martinů e Weill offrono anche una bella continuità.

Opere famose per pianoforte solo

Georges Auric è noto soprattutto per le sue musiche da film, i suoi balletti e alcuni lavori orchestrali e vocali. Ecco i suoi lavori più famosi, classificati per categoria:

1. Musiche da film (il suo campo più famoso)

Auric è stato uno dei compositori più influenti del cinema francese e internazionale. Ha collaborato con grandi registi, in particolare Jean Cocteau e René Clair.

La Bella e la Bestia (1946) – Musica incantevole per il capolavoro di Jean Cocteau.
Orphée (1950) – Musica onirica per questo film mitico di Cocteau.
Le Sang d’un poète (1930) – Un film sperimentale di Cocteau, in cui Auric crea un’atmosfera misteriosa.
Moulin Rouge (1952) – Film su Toulouse-Lautrec, con una musica elegante ed espressiva.
Vacanze romane (1953) – Uno dei suoi successi hollywoodiani, con Audrey Hepburn e Gregory Peck.
The Lavender Hill Mob (1951) – Una commedia britannica, musica frizzante e leggera.
Les Parents terribles (1948) – Adattamento dell’opera teatrale di Cocteau.

2. Balletti

Auric ha composto diversi balletti, spesso influenzati dal neoclassicismo e dalla musica popolare.

Les Matelots (1925) – Un balletto dallo stile vivace, influenzato dalla musica popolare.
Fedra (1950) – Un balletto drammatico ispirato alla tragedia classica.
La Concorrenza (1932) – Creato per i Balletti Svedesi.

3. Opere orchestrali e vocali

Auric ha composto anche per orchestra, spesso con influenze francesi e neoclassiche.

Ouverture pour un opéra comique (1938) – Un pezzo orchestrale vivace e colorato.
Huit bagatelles pour orchestre (1927) – Miniature orchestrali tipiche del suo stile chiaro e raffinato.
Chansons de Ronsard (1934) – Ciclo di melodie su poesie di Pierre de Ronsard.
Cantata sur le Narcisse (1938) – Opera vocale influenzata dalla mitologia.

4. Musica da camera

Sebbene meno noto per questo repertorio, Auric ha scritto alcuni pezzi interessanti:

Trio per oboe, clarinetto e fagotto (1938) – Un pezzo pieno di spirito, dai suoni leggeri.
Quintetto per fiati (1924) – Nello spirito del Gruppo dei Sei, un mix di umorismo ed eleganza.

Conclusione

Georges Auric rimane soprattutto un maestro della musica da film, ma il suo contributo al balletto e alla musica orchestrale è altrettanto notevole. Le sue opere sono caratterizzate da chiarezza di scrittura, un tocco di ironia ed eleganza neoclassica.

(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)

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