Traduzione | La rosa di W. B. Yeats (1893)

A Lionel Johnson

Alla rosa sul legno del tempo

Rosa rossa, rosa orgogliosa, rosa triste di tutti i miei giorni!
Vieni vicino a me, mentre canto l’antica via:
Cuchulain alle prese con l’amara marea;
Il druido, grigio, nutrito di legna, dagli occhi calmi,
che gettava intorno a loro sogni fuggevoli e rovine incalcolabili;
E la vostra stessa tristezza, dove le stelle, aumentate di età
in sandali d’argento che danzano sul mare,
cantano la loro melodia alta e solitaria.
Avvicinati a me, non più accecato dal destino dell’uomo,
Trovo sotto i rami dell’amore e dell’odio,
In tutte le povere sciocchezze che vivono un giorno,
L’eterno e bellissimo vagabondo sul suo cammino.

Vieni vicino, vieni vicino, vieni vicino – Ah, lasciami di nuovo
Un piccolo spazio da riempire con il respiro della rosa!
Meno ascolto le cose comuni che bramano;
Il debole verme si nasconde in questa piccola grotta,
Il topo di campagna che mi passa accanto nell’erba,
e louis e le speranze mortali che si affannano e passano;
Ma cerca solo di ascoltare le strane cose dette
da Dio al cuore che brilla di chi è morto da tempo,
Avvicinatevi a me, prima che il mio tempo passi,
Canzone della vecchia Eire e degli antichi costumi;
Rosa rossa, rosa orgogliosa, rosa triste di tutti i miei giorni.

Fergus e il druido

Fergus: Per tutto il giorno ho seguito le pietre,
E tu cambiavi e scorrevi di forma in forma,
Dapprima un corvo con ali antiche
A malapena una piuma, poi sei sembrato
Una donnola che si muoveva di pietra in pietra,
E ora finalmente abiti una forma umana,
Un uomo grigio e magro, mezzo perso nella notte dell’assemblea.

Druido: Cosa faresti, re dei maestosi re del ramo rosso?

Fergus: È quello che direi io, la più saggia delle anime viventi:
Un giovane e sottile Conchubar si è seduto accanto a me
Quando giudicavo, e le sue parole erano sagge,
E quello che per me era un carico infinito,
A lui sembrava facile, così ho messo la corona
sulla sua testa per scacciare il mio dolore.

Druido: Cosa faresti, re dei maestosi re del ramo rosso?

Fergus: Un re e orgoglioso! e che è la mia disperazione.
Io festeggio con i miei vicini sulla collina.
Cammino nel bosco e guido le ruote del mio carro.
Nel bianco confine del mormorio;
E sento ancora la corona sul mio capo.

Elenco delle traduzioni di poesie
(Français, English, Español, Italiano, Deutsch, Nederlands, Svenska)
Rupert Brooke, Anna de Noailles, Paul Éluard, etc.

Traduzione | L’ombra dei giorni de Anna de Noailles (1902)

Canti nella notte

Il lato è il blu spruzzato e fuochi verdi,
Ginevra luminosa e pacifica questa sera
Dormi nell’acqua del lago, che si muove e si rovescia,
La mezzaluna arriva all’altezza della montagna e rimane

— L’incantesimo di svenimento dell’aria umida e sbiadita
Che cade depilata sui flussi stanchi e deboli;
Una nave aspetta di venire a dormire in rada,
Sente una traversata, poi un’onda decrescente.

I passanti vanno, cantano a bravi avventurieri,
Sentono lo sciabordio dell’acqua assonnata
Nella notte grande e pianeggiante, dove le carrozze squassate
fanno un rumore sommesso di passi e campane.

Un po’ di vento cade sulle colline vicine
Ormai la formica sale fino agli alberi stanchi,
scorre dolcemente un odore di cucina
Alle porte degli alberghi aperti sulle banchine.

— E questo è improvvisamente, strano scoppio
Il grido dei violini nell’ombra che tace,
È come se la notte fosse illuminata di scarlatto
E che tutto il desiderio della città cantasse…

Dai violini, dai canti di Napoli o di Venezia,
Musica di miseria e di stordimento,
È come se la stessa notte avesse questa crisi
Di risate, di sospiri, di lacrime, stranamente!

Il cuore più affollato in questo istante trabocca
come un prigioniero legato che respira così forte,
che il suo respiro sembra alleggerire la corda
Finché tutto l’essere insorto è fuori;

Oh medianti canti di radici all’Italia,
che segue il rumore che vola e un po’ di argento vivo,
Belle membra della malinconia
Durante le notti che rendono più urgente la felicità,

Scuotete per noi la loro musica lasciva,
Mentre il fronte pesante nel buio delle nostre mani,
Sentiamo che il cuore è incrinato fino alle gengive.
E il piacere si allunga in un arco sovrumano.

Rottura del desiderio, acidità onirica,
intreccio di nervi e di sentimenti…
— Raccontaci i desideri, i rimpianti, il tempo coraggioso,
La barca, il bacio, l’ingrata fine dimenticata.

Cantate assiduamente, così che la notte calda
sia tutta commossa e svenga ai vostri giri,
Poveri amanti, rafforzati da tutti gli amori in agguato,
disperati dispensatori del triste, dolce bacio…

Mirando

Mio Dio, non posso dire quanto sia forte
Il mio cuore di questa mattina è diventato il sole d’oro,
davanti a tutto ciò che brilla e scintilla fuori.

Non devo mai esaurire la mia gioia
Di quest’acqua brilla, de quest’aria che mi annega,
Di tutto ciò che del tempo nella mia anima incipriata!

Verranno un giorno, in qualche paradiso,
Queste colline per le quali ho fatto molte cose e ne ho dette molte,
Mi porteranno il calore del profumo del mezzogiorno,

Il mio ingenuo io sarà ricompensato
Che gli alberi con i loro rami che si fanno avanti
mi presentino fiori di compiacimento?

Aspetto la fine e il paziente scompiglio
Dai rastrelli dell’estate che passano nei ciottoli
Come mani che hanno fatto un lavoro lungo e delicato.

Avrò case con tetti di tegole rosa,
Con il cielo intorno, che scivola e si posa
sui giardini, sulle strade, su tutte le cose…

Vedrò, quando il giorno giallo sta per sorgere,
Sulle radici, al lato del muro bianco di un convento,
passare dei carri con i tori davanti,

E vedrò un villaggio felice, con la loro folla
di domeniche, a passeggio, e ruscelli che scorrono
Vicino ai paddock coltivati a canapa ed erba cipollina;

Will I can, in en reprint taste the smell of the time,
E farmi il cuore così tenero e così ceduto,
Che gli uccelli dell’aria saranno ospitati dentro?

Oh piccola, divina, nobile e grandiosa terra,
ritmo dei giochi, luogo dei giorni e del mistero,
Poiché il desiderio umano in te si disseta,

Perché devo farlo, non l’ho ancora fatto,
Questo buon calmante dei corpi contesi e stanchi,
E che sempre il mio cuore verso di te si infrange…

Pioggia in estate

Oh, sera lavata dalla pioggia e setta dal vento,
Oh, sera e luna!
Un’ora si ritira e l’altra va avanti,
{\an8}Bellissimi tutti;

L’aria fresca sembra leggera a tutti gli sbiaditi,
delle loro angosce
Che nella sera d’estate guardano molti cuori
che un cuore opprime;

Questi sogni, questi sospiri, nell’aria sentimentale
dei crepuscoli,
Come se si allungassero, come se scivolassero e ferissero,
Come se girassero in tondo!

Ma la bella nuvola che fa nell’oscurità lascia
_ _ Scorre la sua onda
Sul tiepido della sera, di un amore troppo ferito,
Oh pace profonda;

Che calma! Il silenzio e la buona freschezza…
L’albero gocciola;
{\an8}Nessun rumore nelle case, chiuse come fiori,
Nulla sulla radice;

E nell’aria intrisa d’acqua dove più nulla siede
Dell’anima umana
Si alza un odore di edera e di prezzemolo
_ Che continua…

Il Consiglio

Andate, temete il destino:
Che non era questa mattina.
Arriva questa sera come la freccia,
Nel desiderio che non si spezza quasi…
Il domani non è tracciato:
Non sei sicuro del passato.
È per te, puoi prenderlo:
Ma, nell’oscurità che scenderà,
Nulla di ciò che è stato fatto non è noto a lui;
Sento come se il suo cuore fosse nudo,
tenero, brutale e silenzioso;
Non temere per la notte Vénus,
e quelli colpiti dall’amore.
Che viene audacemente, al suo giorno,
Guidando lo scintillio,
Ah! Molti di plaisir e di lacrime.

Eternità

Mélissa:

Ô Rhodon, i nostri due calori in noi sono versati,
Come se godessimo della loro acqua vivace
Così da mordere i frutti dei rami bassi,
appoggiandoci al pesco.

Rodone:

Tutti i tuoi giorni fino ad ora, i sorrisi e le danze,
e i dolori improvvisi, le speranze e le deviazioni,
hanno fatto apparire la mia venuta e preparato l’amore.
Ma i baci possiedono molti altri stridori.

Mélissa:

Sulle strade dove i miei occhi ti hanno visto arrivare,
Un giorno ti ho seguito, la palpebra chiusa,
per tornare all’ombra dei pensieri.
Tutta la forza del piacere.

Rhodon:

La stagione successiva non sarà più bella.
Vieni, lascia che la tua casa, le tue sorelle, i tuoi set sparsi,
Vedete, non c’è di voi, di me, dei nostri sguardi
Che come i picchi della foresta chiamano.

Mélissa:

Sto tremando, tutto svanisce, non c’è solo noi;
Il cielo vacilla, lo spazio si stringe.

Rhodon:

Non c’è più di te e di me sulla terra.
E il piccolo universo avvicina le nostre ginocchia.

Mélissa:

Intorno al mio corpo stanco della tua immagine
Porto tutto il giorno il tuo ricordo appassionato
arrotolato come un nastro di ansia e di desiderio.
che mi attanaglia e mi fa correre…

Rhodon:

Ah! Quale divino timore esita nella mia audacia!

Mélissa

Il mio cuore è come un bosco dove arrivano gli dei!…

La canzone di Daphnis

Non so più che l’aria è tenera, che il giorno
è lucente, il sale brillante, la cannella profumata,
La mia anima in tutte le cose ora scorre
se non nella certezza della felicità dell’amore.

-Quando per prendere un limone, si curva un ramo
e ti alzi un po’ verso le pietre della strada,
non vedo il frutto d’oro che così vedo la tua mano,
e il colore del giorno che dalla tua gamba bianca.

So che non esiste almeno dove non si mischiano
Il tuo desiderio e la miniera schiava e feroce,
E non ho sete dell’acqua se metti la tua bocca
Sul bordo del ruscello bellezza piena di ciottoli rotola.

Non credo al tempo, al sole, alle tempeste,
Non credo che all’amore triste e dolce soltanto.
–È il giorno in cui si ride e la notte in cui si giace,
E l’infinito si esaurisce nel lago dei due volti.
Quando il mio tormento avido aspira il tuo tormento…

L’inseguimento

I cuori vorrebbero conoscere bene,
Ma l’amore danza tra gli esseri,
passa dall’uno all’altro in attesa
E come il vento colpisce le piante
mescola dolci essenze;
Ma le anime che si allontanano
sono più rapide nella loro corsa
Che l’aria, il profumo e la fonte
E insegnano invano a ottenere,
L’amore non è né felice né tenero…

Le piante di Ariane

Il vento che fa cadere le prugne,
_ _ Le verdi mele cotogne,
Che fa oscillare la luna,
Il vento che porta al mare,

Il vento che rompe e strappa,
_ _ Il vento freddo,
Che viene e che infuria
Sul mio cuore in disordine,

Che viene come nelle foglie,
_ _ Il vento chiaro,
Sul mio cuore, et che lo coglie.
Il mio cuore e la sua linfa amara.

Ah! Che la tempesta venga
_ _ A passi da gigante.
Che mi prende in testa
Il mio dolore che si piega in tondo.

Ah! che viene e che si porta via
_ _ Fugge via,
Il mio cuore pesante come una porta
che si apre e si apre al vento.

Che si apre e si apre al vento.
_ _ I pezzi
Alla luna, all’albero, alle bestie,
nell’aria, nell’ombra, nell’acqua,

Per questo tornano a me meno che mai.
_ _ Per sempre,
Per l’anima mia e per la sua stessa anima
_ _ Che ho amato…

L’ispirazione

Quando il desiderio ardente in fondo al cuore scende,
La bella posizione nasce e prolunga il sangue.

E quando la verde foresta ai margini del sogno trema,
il verde che si muove lo imita e gli somiglia.

Rifiutando a fatica il timoroso imbarazzo
Il discorso ravvicinato si spegne come le braccia;

E, rimbalzando in modo che le fonti feroci,
Le parole vanno, premendo, gridando come le bocche,

Armate di sperone, ali e dardo
Le parole scendono o lampeggiano vivaci come uno sguardo,

Così, legando questi fiori al più alto dell’albero,
L’esaltazione fuma e batte come il tempo,

E questo è il sorriso di essere guardati
I desideri in tutti i luoghi conducono i loro piedi divini.

Quanto più rudi sono i canti, tanto più forti sono quelli
che i brividi vivi con i sogni fanno;

Tutto è luminoso il pensatore che il suo tormento tormenta,
stringendo le dita nei suoi profondi capelli,
Ritirandosi bruciato da scintille umane.

Il primo colpo al cuore

Camminiamo d’estate nella polvere alta
di strade bianche, bordi d’erba e di saponaria.

Il sus discendente si dipanava su di noi,
Ho visto i tuoi capelli, le tue braccia e le tue ginocchia.

L’enorme profumo del sogno e dell’alterità
Era come un cespuglio di rose che fiorisce e che benedice.

Ho sospirato molte volte per questo
Per questo un po’ della mia anima in soffio se ne andò.

La sera volò via, la sera così inclinata e così triste,
Era come la fine di tutto ciò che esiste.

Vedevo che nulla di me ti preoccupava,
In casa mia questa angoscia e in casa tua questa pace!

Sentivo anche che il mio dolore era vano,
qualcosa che finiva e passava nelle mie vene.

E come i bambini che si preoccupano della loro serietà,
ti ho parlato, con questa ferita al fianco…

-. Ho spinto via le reti spinose mentre andavo.
Per questo non sono venuti a strapparti il viso,

Siamo andati, ho sospirato del freddo delle tue dita nude,
E quando alla fine la sera fu visitata

ascoltavo, senza vedere nulla sulla radice che seguiva,
I tuoi passi fremono dentro di me e camminano

Siamo tornati così al giardino frusciante,
L’umidità volava, ho sentito di sfuggita

–Ah! Come quel rumore permesso nella mia memoria-.
Nell’aria calda e in movimento, cigolante dondolo

E tornai così, ubriaco del tempo dell’estate,
stufo di tutto questo, di passare l’estate

Io, il ragazzo audace e vivace, e tu, la donna,
E di portarti tutto il giorno sulla mia anima…

Elenco delle traduzioni di poesie
(Français, English, Español, Italiano, Deutsch, Nederlands, Svenska)
W. B. Yeats, Rupert Brooke, Anna de Noailles, Léon-Paul Fargue

Traduzione | Per la musica di Léon-Paul Fargue

A Francis Jourdain

Sogni

Un bambino
Intorno alle biglie…
Una voce spenta
Di alti dintorni…

Gli occhi pesanti
Di chi ti ama
Riflettendo e passando
Tra gli alberi…

Al grande organo
Di quale stazione
Rendere grande l’onda
Da vecchie partenze…

In un vecchio sogno
Verso le terre lontane
Di cose coraggiose
Si rompono i saggi.

Arbori

Sacche di vetro colorato illuminano il silenzio
Sui pergolati agli occhi verdi dove sorride Marie…
Passato sotto l’arco verde…

Un braccio di dondolo incensa il silenzio
Con un’estremità di veste che guarda e che canta!
Quelli di cui si parla sono causa di vecchie domeniche
In onore del passato.

Il bagliore delle sue mani riflette il silenzio
Che striscia
Sulla radice, all’esterno, ciclisti che fanno
Un rumore di libellula – che punta e che piega…

Sotto l’arco verde che impallidisce, lei sorride…

Il mio cuore sbatte la porta
Nel buio…
Mi piace molto il detto orribile…
Passa nel mio bicchiere,
come le ali chiare,
I suoi gesti, il suo sorriso…

Organo alla finestra

Chi ha saputo ricamare il tuo cuore, alla finestra
Da tempo, contro il suo cœur, non vedrai più…

… Un bambino gioca e piange
Nell’angolo caldo e biondo
Dove il sole ha descritto
Le cose che esistono…

L’organo mostra il suo reclamo dove danza un cuore che brucia
Come su ugelli d’acqua che sparano
mirato un sacco di uova…

Questo valzer deve piacere all’arciduca Rodolphe…
Gli occhiali erano aperti all’ombra del loro incrocio…

Un gesto di frenata si accende
Il grumo agli occhi si chiude,
Un rossore affiora alle passeggiate della notte…

Su quella Sable d’Olonne o in quel Dieulouard
Ho trovato l’oblio del suo viso pallido…

Alle terre

Un nome: Cromac, ci fa parlare
In un golfo oscuro… Oh, la scomparsa dell’amore,
sii meno triste di avere lacrime
Per altri nomi, per altri giorni

O tu eri come un cieco,
che guardano l’ombra rossa
e gioca con le mani graffiate
Sulla vecchia panchina della sua infanzia…

Come il cieco, quando considera
E brontola, e che il suo cuore ringhia
Contro la bellezza del corpo tiepido
Che lo guarda, tutto di lacrime…

Cromac. La casa sotto i rami,
dove la finestra con gli occhi fioriti
Muove le sue lunghe mani bianche,
dolcemente, senza rumore, sul suo cuore…

Interni

Tele, cose secche durante i raggi del sole…
Il vecchio fucile fissa
al muro chiaro…
Sogno di tono grigio. Tutto è come il tempo passato. Ascolta…
L’alto camino
Fa cancellare il suo antico lamento e il suo odore
E coppa la sua spina dorsale di vecchio uccello nero…
Ha ancora davanti le sue immagini di anima crudele
E i suoi vasi di lotteria a primo nome d’oro…
E il click recluso nell’ombra della scatola
Hogweed il suo cuore con una dolcezza oscura…

Uguale alle facce bionde degli spettatori
I piatti si piegano a balconi di vecchi comò
Dove sbocciano le linee di frutta che fanno catena
Nel loro vicolo d’ombra color melanzana…
Apro un cassetto dove vedo noci vuote,
e l’ombra delle mie mani che scivolano sulle cose…
E ci sono colori vivi, freddi…
E ci sono odori di sicure intimità…
Questo odora la scatola, e il pepe di vecchie partenze,
e il libro di classe, e la cappella scomparsa….

Una finestra stretta spinge le vespe
che si avvicinano al lucernario blu…
Un grosso gatto passa dolcemente come se sussurrasse,
E tu sollevi uno sguardo dove guardi il saggio ennui
Dal sole nel fiocco a lente verde oro…

Sarebbe calma. Tutto è lì come il tempo passato. Ascolta…

In vacanza

Il bel ramo rotondo della via
porta alla chiesa del villaggio,
dove Camélia tira le mani
Vecchiezza e freddezza dell’armonium
Per la messa di domani…

Lo ascolto cantare
Di qui, dove ero,
Come me ne andrò dal castagneto
Per la strada coperta dove si piantano le aringhe
Che inseguono il rumore del mulino a vento…

Era così bello, questo canto della grandine,
come un piacere che si sovrappone al vecchio,
che arrivava lentamente,
Tagliava le sottili grida degli uccelli,
nei profumi e nei rumori,
Finché al verde dell’aia molti orribili insetti che si impuntano
Dove ho dimenticato la mia città, dove ho dimenticato le mie notti

Il signor de Beaufort che è un sognatore
Come me, credo,
Ascolta anche lui, alla sua finestra…,
Lui, domani, domenica, suonerà il corno francese
Fino a mezzogiorno…

Romanza

Certi di amarti,
Marie… Lo sai,
non è vero? Ti ricordi?

Una sera
(Siamo partiti la sera
Arthème ed io), andammo senza rumore, vedi
Sull’abside del cielo estivo, come in chiesa…

C’era luce e si leggeva…

Tenevamo i dessin
Da tre matite, e gli uccelli dall’inchiostro blu
Che facevi…

Ah! Marie, cantavi così bene!
Era il tempo
Dove eri felice alla scuola delle suore,
Dove la Parata tutta fiori pallidi
Cantava nel deserto della domenica…,
Tremando
Ero con te tutto vestito di bianco…
L’organo parlava all’ombra nella chiesa…
Sullo splendore del giorno blu…
Per le ferite di vetro colorato, il richiamo del colpo
Dove si scioglieva un grande bombo d’onice! inseguiva il fuoco
Di candele, a te erano grigie
Dalla luce e dai gatti saggi…

Come l’ora pallida passa

Un giorno, al crepuscolo, passa, prima della pioggia,
lungo i muri di un parco dove sogna la bellezza degli alberi…
Li segue a lungo, il tempo passa
Che le lancette della notte si intrufolano sui vecchi muri…

Ma cosa ti turba mentre passa la pallida ora
Che si accoccola alle mani nere delle grate?
Questo pomeriggio, la calma dopo la pioggia ha qualcosa che
Che fa pensare all’esilio e alla notte
Sente molti rumori
Di foglie dappertutto
Come un fuoco che prende.
Rami che lampeggiano. Il silenzio
Amore
E passa di odori se penetra
che dimenticava che ce n’erano altri
E fecero l’odore come la vita…

Più dopo, un po’ di Sole d’oro
Una foglia, et due, et poi tutte!
Poi, il nuovo uccello che osa il primo
Dopo la pioggia

Canta!
E come un fiore pungente esce dalla lampada spenta
Appare nel mio cuore il dono di un vecchio sogno…

Un raggio di nuovo in agguato sulla cresta del muro,
Scivola verso la mano calma e ci conduce all’ombra…
È la pioggia? È la pioggia?
A distanza, di nessun vecchio e nero
Andando via
Lungo i muri del parco o i vecchi alberi sognano…

Domenica

Sui campi come il mare, l’odore rauco delle erbe,
Un vento di campana sui fiori prima della pioggia,
Di voci chiare di bambini nel parco di pioggia blu

Un sole cupo aperto alle miserie, tutto lì
Vogue sul languore di questo pomeriggio….
L’ora del canto. Deve essere dolce. Quelli che mi amano sono lì…

Sento le parole dei bambini, calme come il mezzogiorno.
La tavola è semplice e felice con le cose
Puro come un silenzio di candele qui…

Il cielo dà la sua triste febbre come un beneficio…
Un grande giorno di paese incanta le finestre…
La gente tiene la lampada è festa e di fiori…

A distanza un organo suona il suo miele…
Oh, voglio dire per te…

Aurbe

Che l’alba prenda un vento nuovo
E che suona ai quattro angoli
Con nostalgia nelle città
Agli incroci specchi decorati
Che attraggono le vecchie vedute
Sottilmente in fondo alle tombe lontane…

Quei topi che guidano senza rumore
Da un albero all’altro, fuori dai loro reticolati
Al ruscello che il tempo ha sbiadito
Attraverso la tua grande ombra.
Quando le cose ti guardano
Lo stesso rapidamente che guardano loro.

Che ha aperto da sé da terribile male
Le corolle dei macellai
Dove gocciola il sangue che giace
E che il cielo si alza a colpi ovattati
Dove un osservatore si muove e fuma
Di un’ombra del naso contro il sole…

Che il meccanico chiude il forno
Dove fermenta la vecchia cenere
E che una donna vigila
Agli occhi del padre e del servo
Su una porta dove il vento si gonfia
Soffiano il loro fumo che canta
E verseggiano il nero di mani lente.

Che l’alba aggroviglia il vento ruvido
Nell’albero dove pettina la luna
E che sogna la spiaggia
Coprire un oribello in basso
Dove gli insetti stranieri tremano
Sensibili come le squame
Su una vecchia nuvola che dorme.

Soffia – per cui si canta
Una canzone bassa, fuori luogo
Dove è domanda alle donne,
Di ritorni blues alla campagna,
Di promesse e di poesie,
— E che il tuo cuore va avanti e piange
Di pianto di antiche lacrime.

Canzone

Il set dei produttori
Per il nostro uso, gli oggetti
Di solito… Gli oggetti amano…

Il rumore del cristallo evoca
Lo stesso a un sonno superficiale
Non ha disturbato, non ha disturbato
Le persone… della loro prosperità…

Fanno nelle quantità
Senza commuoversi per la loro bellezza
E, per soddisfare le vendite,
La nostra sorellina la lampada,
La lampada che vede i nostri abbracci…

La nostra sorellina la lampada
Al giro che vede i nostri abbracci.
Come il passaggio di lontano lei dormiva
Senza rumore, nell’incavo della collina verde…

Ogni giorno era chiusa
sul suo rotolo e si raccoglieva
E taceva come tace un alveare
Un alveare, senza il rumore dell’inverno…

Ma è il momento. Un piccolo
Stella di pioppo e periclite…
Alla tristezza blu di attraversare
La mosca tace il suo rumore…

E la lampada fa la sua luce
Delicata e pallida, colore delle spiagge,
Colore del grano, colore delle sabbie,
Colore delle sabbie del deserto…

In una casa che ignora
Il raggio di pericolo della sera
E aspetta su un pianerottolo
Davanti a una porta segnata.

1898

Elenco delle traduzioni di poesie
(Français, English, Español, Italiano, Deutsch, Nederlands, Svenska)

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