Panoramica
Panoramica di 12 Studi, Op. 8 di Aleksandr Scriabin
Composto: 1894-1895
Pubblicato: 1895 (prima edizione da Jurgenson, Mosca)
Dedica: A Madame Nathalie Scliar
Contesto storico
Scriabin compose i Dodici studi op. 8 durante il suo primo periodo, quando il suo linguaggio musicale era fortemente influenzato da Chopin e Liszt. In questa fase, Scriabin stava sviluppando la sua voce pianistica, fondendo l’espressività romantica con una crescente audacia armonica. Gli études furono composti dopo gli studi al Conservatorio di Mosca, dove fu allievo di Sergei Taneyev e Vasily Safonov.
Questi études rappresentano un significativo consolidamento del virtuosismo e dell’intensità emotiva di Scriabin, mentre accennano alla sua successiva evoluzione verso il misticismo e l’innovazione armonica.
Caratteristiche generali
Tradizione romantica: Profondamente radicato nella tradizione pianistica romantica, con una chiara influenza degli Études di Chopin (Op. 10, Op. 25) e dell’approccio trascendentale di Liszt allo strumento.
Virtuosismo: Richieste tecniche elevate, che sfruttano l’intera gamma di risorse pianistiche: scale rapide, arpeggi, note doppie, grandi accordi, ampi salti e poliritmi complessi.
Contenuto poetico: Ogni studio esplora non solo un aspetto tecnico, ma anche uno specifico carattere emotivo o atmosferico, spesso intenso, drammatico o lirico.
Audacia armonica: Pur essendo ancora tonale, Scriabin mostra progressioni armoniche avventurose, cromatismo e i primi accenni del suo colorismo armonico idiosincratico.
Gamma espressiva: Dalla malinconia lirica alla passione ardente, l’insieme comprende un ampio spettro espressivo.
Struttura dell’insieme
D♯ minore (Allegro) – Furiose ottave e salti della mano sinistra.
F♯ minore (Allegro) – Arpeggi tumultuosi e sfoghi appassionati.
Si minore (Molto allegro) – Leggero, leggero e giocoso, ma tecnicamente impegnativo.
Si maggiore (Piacevole) – Lirico e cantilenante, ricorda gli études lirici di Chopin.
Mi maggiore (Affanato) – Irrequieto, agitato, con voci interne turbolente.
La maggiore (Con grazia) – Delicato, fluente e tenero.
A♭ maggiore (Presto tenebroso) – Aggressivo, cupo e guidato.
A♭ maggiore (Lento) – Uno studio poetico simile a un notturno, molto espressivo.
G♯ minore (Allegro agitato) – Furioso, con ampie tessiture accordali e intensità.
D♭ maggiore (Allegro) – Brillante ed effervescente, pieno di note doppie.
B♭ minore (Andante cantabile) – Anima e tragica, una delle più emotivamente profonde dell’insieme.
D♯ minore (Patetico) – Il più famoso dell’insieme; infuocato e tragico, spesso eseguito come brano a sé stante.
Importanza
Opera di transizione: Colma il divario tra il romanticismo chopinesco e le successive opere più mistiche di Scriabin.
Pietra miliare del pianismo: Una pietra miliare del repertorio pianistico romantico, molto apprezzata dai pianisti sia per la sfida tecnica che per la ricca tavolozza espressiva.
Primi accenni di modernismo: Pur aderendo agli idiomi tardo-romantici, diversi études contengono elementi armonici e strutturali che preludono alle successive opere atonali e mistiche.
Influenza ed eredità
Spesso registrati ed eseguiti da pianisti di spicco (Horowitz, Sofronitsky, Ashkenazy, Richter).
I 12 Studi op. 8 rimangono una delle opere più popolari e accessibili di Scriabin.
Rappresentano un repertorio pedagogico e concertistico fondamentale per i pianisti di livello avanzato che desiderano esplorare sia il virtuosismo che la profondità espressiva della tradizione romantica.
Caratteristiche della musica
1. Come raccolta (aspetti simili a una suite)
Sebbene l’Op. 8 non sia una suite in senso barocco, forma un insieme ciclico e coeso grazie a tratti stilistici, traiettorie emotive e pianificazione tonale comuni:
Paesaggio emozionale vario: Gli études sono disposti in modo da alternare stati d’animo tumultuosi, lirici, tragici ed estatici, creando un arco emotivo equilibrato in tutto l’insieme.
Schema chiave: Gli études si muovono attraverso chiavi correlate e contrastanti, fornendo una varietà tonale e mantenendo al contempo una coesione complessiva, sebbene non vi sia un piano tonale rigoroso come nell’Op. 10 o nell’Op. 25 di Chopin.
Unità stilistica: Nonostante la varietà dei caratteri, gli études condividono il linguaggio armonico iniziale di Scriabin, le trame dense e un lirismo chopinesco colorato dall’espressione personale.
Integrazione pianistica: Gli études possono essere visti come una sintesi del virtuosismo romantico, che copre la maggior parte delle sfide tecniche dell’epoca (ottave, note doppie, arpeggi ampi, voicing, sfide con la mano sinistra, grandi salti).
Unità poetica interna: Una caratteristica distintiva dell’Op. 8 è che le sfide tecniche sono sempre subordinate agli obiettivi espressivi: ogni studio trasmette un’immagine poetica distinta, spesso con profondità psicologica.
2. Singoli studi – Caratteristiche musicali comuni
Sebbene ogni studio esplori elementi tecnici ed espressivi diversi, la raccolta mostra impronte musicali comuni:
a) Armonia
Il cromatismo e le modulazioni sono frequenti, con progressioni ardite, tensioni dominanti, accordi diminuiti e i primi segni dei colori armonici personali di Scriabin (accordi estesi, dominanti alterate).
Uso di ricche armonie romantiche, a volte spingendo i confini della tonalità ma senza mai abbandonare completamente i centri tonali.
Frequenti modulazioni inaspettate e spostamenti enarmonici, che aumentano l’instabilità emotiva e il misticismo.
b) Struttura
Trame prevalentemente dense e multistrato, che includono accordi completi, arpeggi e intervalli di ampio respiro.
Voci interne contrappuntistiche emergono in diversi studi (ad esempio, Op. 8 No. 5 e No. 11), dove la linea melodica è incastonata in fitte trame.
Compaiono poliritmi e ritmi incrociati (terzine contro terzine, complesse suddivisioni ritmiche).
c) Ritmo e fraseggio
Il rubato espressivo e il fraseggio flessibile sono essenziali per trasmettere la profondità emotiva.
La spinta ritmica drammatica (soprattutto nei nn. 1, 2, 9, 12) crea un senso di agitazione e di slancio in avanti.
Le sincopi e gli accenti fuori tempo aumentano la tensione e la turbolenza.
d) Melodia
Spesso linee altamente liriche e cantabili, anche negli études più impegnativi dal punto di vista tecnico.
Le melodie sono spesso cromatiche e ornamentate, talvolta frammentate o nascoste all’interno di trame.
Negli études lirici (n. 4, 6, 8, 11), la melodia fluttua sopra un accompagnamento armonicamente ricco, che richiede una voce delicata.
e) Dinamica ed espressività
Contrasti dinamici estremi, dal pianissimo sussurrato al fortissimo esplosivo.
Patetico, Affanato, Tenebroso e altre marcature espressive indicano stati psicologici, un segno distintivo del simbolismo emotivo di Scriabin.
Uso di improvvisi crescendi, diminuendi e accenti espressivi per aumentare l’effetto drammatico.
3. Umore generale e caratteristiche estetiche
Tenebre, struggimento, estasi e disperazione permeano l’insieme, riflettendo la natura introspettiva e passionale di Scriabin.
Anche gli études lirici hanno spesso un sottofondo di tensione o di malinconia, che riflette la decadenza del primo romanticismo.
Misticismo emergente: In alcuni études, in particolare il n. 8 e il n. 11, si possono percepire le prime fasi della filosofia mistica di Scriabin, anche se ancora all’interno di un quadro chopinesco.
Tabella riassuntiva dei tratti musicali dell’insieme
Tratto Descrizione
Armonia Ricca, cromatica, modulazioni audaci
Struttura Linee contrappuntistiche dense e stratificate
Ritmo Agitato, poliritmico, sincopato
Melodia Lirica, espressiva, cromatica, con voicings nascosti
Dinamica Ampia gamma dinamica, contrasti improvvisi, altamente espressiva
Umore Drammatico, appassionato, introspettivo, iniziano ad emergere elementi mistici
Esigenze tecniche Gamma completa di tecniche pianistiche romantiche, spesso combinate con esigenze espressive.
Analisi, tutorial, interpretazione e punti importanti da suonare
🎼 Guida completa: Scriabin – 12 Studi, Op. 8
No. 1 in D♯ minore (Allegro)
Analisi
Forma: ABA’ + Coda.
Chiave: D♯ minore.
Carattere: Appassionato, furioso, guidato da ottave implacabili e ampi salti della mano sinistra.
Struttura: Figure continue di ottave della mano destra, arpeggi e salti della mano sinistra.
Esercitazioni e tecnica
Tecnica sicura delle ottave (dita 1 e 5 rilassate ma controllate).
I salti della mano sinistra devono essere ritmicamente accurati e anticipare la posizione successiva.
Esercitarsi lentamente con le mani separate, concentrandosi sul posizionamento della mano sinistra.
Utilizzare la flessibilità del polso e la rotazione dell’avambraccio per le ottave della mano destra.
Suggerimenti per l’interpretazione
Esprimete l’urgenza emotiva e il tono tragico: immaginate una tempesta.
Evidenziare le voci interne quando appaiono nelle ottave della mano destra.
Usate un rubato sottile nei punti di arrivo, ma mantenete costante la pulsazione interna.
No. 2 in Fa♯ minore (Allegro)
Analisi
Forma: Ternario (ABA’).
Chiave: Fa♯ minore.
Carattere: Agitato, urgente, con arpeggi a cascata e cromatismi.
Struttura: Arpeggi rapidi della mano destra, accordi drammatici, mano sinistra sincopata.
Esercitazioni e focus tecnico
Esercitarsi sugli arpeggi spezzati con movimenti rilassati delle mani e delle braccia.
L’equilibrio tra le mani è fondamentale: evitare di proiettare eccessivamente la mano destra.
Usare con attenzione il pedale per collegare gli accordi spezzati senza sfocature.
Suggerimenti per l’interpretazione
Enfatizzate la costante agitazione: la musica respira pesantemente.
Evidenziate i contrasti dinamici tra le sezioni turbolente e quelle liriche.
No. 3 in Si minore (Molto allegro)
Analisi
Forma: Ternario.
Chiave: Si minore.
Carattere: Fluttuante, scherzando.
Struttura: Figure leggere della mano destra contro accordi sincopati della mano sinistra.
Esercitazioni e tecnica
Utilizzare l’articolazione delle dita e il tocco leggiero della mano destra.
Prestare attenzione alla stabilità ritmica della mano sinistra, mantenendola leggera ma presente.
Suonare prima senza pedale, per garantire la chiarezza.
Suggerimenti per l’interpretazione
Puntate a un’atmosfera delicata e giocosa, dal tono quasi beffardo.
Mantenere un fraseggio elastico e agile.
No. 4 in Si maggiore (Piacevole)
Analisi
Forma: Forma canzone.
Chiave: Si maggiore.
Carattere: Lirico, aggraziato, espressivo.
Struttura: Melodia cantata su accompagnamento arpeggiato.
Esercitazioni e tecnica
La melodia deve cantare al di sopra dell’accompagnamento, separando le mani nel controllo dinamico.
Usare un tono profondo e rotondo per la melodia.
Pedalare per fondere ma non oscurare la linea di basso e le voci centrali.
Suggerimenti per l’interpretazione
Pensate allo stile di canto belcantistico.
Modellate le frasi con una respirazione naturale, conferendo loro tenerezza.
No. 5 in Mi maggiore (Affanato)
Analisi
Forma: ABA.
Chiave: Mi maggiore.
Carattere: Inquieto, soffocato.
Struttura: Figure cromatiche intrecciate.
Esercitazione e tecnica
Attenzione alla voce delle linee interne in movimento.
Usare la flessibilità del polso e del braccio per i passaggi cromatici.
Evitare l’eccesso di pedale; lasciar respirare le armonie.
Suggerimenti per l’interpretazione
Trasmettere un senso di soffocamento psicologico e di claustrofobia.
Le dinamiche devono gonfiarsi e ritirarsi come onde di disagio.
N. 6 in La maggiore (Con grazia)
Analisi
Forma: ABA.
Chiave: La maggiore.
Carattere: Grazioso, fluente.
Struttura: Arpeggi in esecuzione con melodia incorporata.
Esercitazioni e focus tecnico
Isolare melodia e accompagnamento nella pratica.
Praticare rotazioni lente per gli arpeggi della mano destra.
Mantenere la stabilità della forma della mano negli arpeggi ampi.
Suggerimenti per l’interpretazione
Atmosfera leggera e fluttuante, elegante.
Suonate con un fraseggio vivace e colori pastello.
N. 7 in A♭ maggiore (Presto tenebroso)
Analisi
Forma: Libera.
Chiave: A♭ maggiore.
Carattere: Demoniaco, oscuro.
Struttura: Accordi esplosivi, ottave aggressive, armonie inquietanti.
Esercitazioni e focus tecnico
Controllo sicuro delle ottave, per evitare tensioni.
Gestire attacchi potenti e puliti degli accordi.
Pedalare con attenzione per gestire la risonanza.
Suggerimenti per l’interpretazione
Incarnare l’oscurità e la violenza.
Utilizzate il silenzio drammatico e le esplosioni improvvise.
N. 8 in A♭ maggiore (Lento)
Analisi
Forma: Ternario.
Chiave: A♭ maggiore.
Carattere: Poetico, onirico.
Struttura: Melodia lirica della mano destra, armonie lussureggianti.
Esercitazioni e tecnica
Concentrarsi sulla voce profonda della melodia.
Controllare finemente il pedale per ottenere una risonanza scintillante.
Il controllo del pianissimo è fondamentale.
Suggerimenti per l’interpretazione
Pensate a un notturno introspettivo, etereo e misterioso.
Utilizzate il tempo e un sottile rubato per ottenere un respiro espressivo.
No. 9 in G♯ minore (Allegro agitato)
Analisi
Forma: ABA + Coda.
Chiave: Sol♯ minore.
Carattere: Tempestoso, appassionato.
Struttura: Scrittura accordale densa, ampi salti.
Esercitazioni e focus tecnico
Precisione negli attacchi degli accordi, nonostante la velocità.
Usare la flessibilità del polso per i salti e i cambi di accordi.
Bilanciare con attenzione le tessiture spesse, evitando l’asprezza.
Suggerimenti per l’interpretazione
Trasmettere il tumulto interiore e la passione.
Lasciate che i picchi emotivi esplodano naturalmente, non meccanicamente.
N. 10 in D♭ maggiore (Allegro)
Analisi
Forma: Ternario.
Chiave: D♭ maggiore.
Carattere: Brillante, radioso.
Struttura: Rapide note doppie, attenzione alla mano destra.
Esercitazioni e tecnica
Le scale di note doppie devono essere articolate in modo uniforme.
Leggera rotazione del polso e minima pressione delle dita.
Esercitarsi prima lentamente e a mani separate.
Suggerimenti per l’interpretazione
Scintillante e gioiosa come un gioiello danzante.
Mantenere sempre la chiarezza.
N. 11 in B♭ minore (Andante cantabile)
Analisi
Forma: ABA.
Chiave: B♭ minore.
Carattere: Tragico, elegiaco.
Struttura: Melodia cantilenante, armonie dense.
Esercitazioni e tecnica
La melodia deve essere cantata con calore e dolore.
Gestione attenta del pedale per evitare trame fangose.
Controllo delle linee lunghe e del fraseggio.
Suggerimenti per l’interpretazione
Lasciate che la musica pianga interiormente, senza mai diventare esagerata.
Pensate a una lenta processione funebre.
No. 12 in D♯ minore (Patetico)
Analisi
Forma: Forma libera con affermazioni tematiche ripetute.
Chiave: D♯ minore.
Carattere: Furioso, tragico culmine dell’insieme.
Struttura: Ottave, accordi, ritmo incalzante.
Esercitazioni e tecnica
Tecnica solida per le ottave, che combina potenza e agilità.
I salti della mano sinistra devono essere praticati con precisione ed economia di movimento.
Bilanciare attentamente le mani durante i passaggi culminanti.
Suggerimenti per l’interpretazione
Dare un’intensità emotiva cruda, come se il mondo stesse crollando.
Non affrettate gli intermezzi lirici: offrono una speranza fugace.
🌟 Punti complessivamente importanti nell’esecuzione dell’opera omnia Op. 8
Le esigenze tecniche devono sempre essere al servizio dell’idea poetica.
Il controllo della dinamica e delle voci è fondamentale in ogni momento.
Usare un rubato flessibile per dare forma alla musica, evitando di suonare in modo meccanico.
Ascoltate profondamente i colori armonici: le armonie di Scriabin richiedono la consapevolezza della tensione e del rilascio.
La pedalata deve essere trasparente, varia e sensibile.
Esplorate la profondità psicologica, non solo la brillantezza tecnica.
Etudine n. 12 in Re♯ minore “Patetico”
Studio n. 12 in Re♯ minore, Op. 8 di Aleksandr Scriabin
(“Patetico”)
Panoramica
Lo Studio n. 12 è il brano culminante e più famoso dei 12 Studi op. 8 di Scriabin.
Si tratta di un’opera tempestosa, appassionata ed eroica che cattura l’essenza del tardo romanticismo russo, condita dal linguaggio armonico unico di Scriabin.
Spesso indicato con il soprannome di “Patetico”, questo studio è pieno di tragica grandezza e di gesti ampi, che lo rendono uno dei bis e dei pezzi da esposizione preferiti dai pianisti virtuosi.
Scriabin compose questo studio durante un periodo di intensa agitazione emotiva e fisica, che comprendeva anche un infortunio alla mano destra. Molti vedono lo Studio n. 12 come un atto di sfida e di trionfo sulla debolezza e sulla sofferenza.
Analisi musicale
Forma
Forma ternaria semplice (A-B-A’) con coda.
La sezione A (D♯ minore) presenta il tema tragico principale in ottave e note doppie, accompagnato da fragorosi arpeggi della mano sinistra.
La sezione B (Fa♯ maggiore, relativo maggiore) offre una melodia lirica, quasi struggente, anche se ancora sottolineata da agitazione e inquietudine.
Il ritorno della sezione A è ancora più intenso, con una tessitura più ricca e un pathos maggiore, che porta a una coda potente e climatica.
Trama e caratteristiche tecniche
Texture massiccia e densa.
Mano sinistra: arpeggi potenti e ampi che richiedono grande controllo e resistenza.
Mano destra: ottave, accordi, note doppie, che richiedono forza e precisione.
È essenziale un’enorme coordinazione tra le mani, soprattutto in caso di sovrapposizione di ritmi e accenti.
Armonia
Saldamente basata su D♯ minore, ma arricchita da cromatismi, modulazioni enarmoniche e improvvisi slanci di armonie ambigue e lussureggianti.
La progressione armonica, pur essendo romantica, allude già alle successive esplorazioni di Scriabin nel cromatismo estremo e nella tensione armonica.
Il carattere
Eroico, tragico, di sfida e appassionato.
Il pathos è enfatizzato dal ritmo incalzante, dalle pesanti sincopi e dai massicci climax.
Suggerimenti per l’interpretazione
Non suonate solo ad alto volume: l’étude riguarda la profondità emotiva, non solo il volume.
Pensate alla narrazione della lotta contro il destino o al tumulto interiore.
La sezione A dovrebbe sembrare il monologo di un eroe tragico, audace ma disperato.
La sezione B dovrebbe cantare, ma con un’inquietudine di fondo, come un ricordo di pace piuttosto che un vero conforto.
Fate emergere l’architettura del brano: costruite con cura i climax, evitando di arrivare al culmine troppo presto.
Usate il rubato per migliorare l’arco espressivo, soprattutto nelle transizioni e nella sezione lirica.
Punti di esercitazione tecnica
Arpeggi della mano sinistra:
Esercitarsi lentamente, concentrandosi sull’uniformità e sulla forza senza tensione.
Usare movimenti rotatori piuttosto che la forza bruta.
Ottave e note doppie della mano destra:
Lavorare sulle ottave con polso rilassato, con particolare attenzione ad evitare la rigidità nei momenti culminanti.
Isolate i passaggi di accordi e praticate con attenzione la conduzione vocale della melodia superiore.
Bilanciare le tessiture:
Le voci interne vengono spesso seppellite: fatele emergere quando hanno valore espressivo, soprattutto nella sezione B.
Resistenza e ritmo:
Evitate di esaurirvi all’inizio. La coda finale ha bisogno di riserve di potenza e intensità.
Pedalata:
Utilizzare le tecniche di semipedalatura e di flutter-pedalatura per gestire le fitte armonie senza confondersi.
Curiosità e ricezione
Il più eseguito degli studi dell’Op. 8, è stato registrato da Horowitz, Richter, Sofronitsky, Ashkenazy e molti altri.
È spesso considerato la risposta di Scriabin allo “Studio rivoluzionario” di Chopin, ma con una disperazione più tragica che un trionfo ardente.
Il tema d’apertura è diventato un’icona in Russia, a volte associato all’immaginario eroico sovietico, anche se questo non è mai stato l’intento di Scriabin.
Storia
I 12 Studi op. 8 di Scriabin furono composti tra il 1894 e il 1895, un periodo formativo nella vita del giovane compositore, quando la sua carriera di pianista e di compositore stava prendendo slancio. In quel periodo Scriabin aveva poco più di vent’anni e si era appena diplomato al Conservatorio di Mosca, dove aveva studiato pianoforte con Vasily Safonov e composizione con Sergei Taneyev e Anton Arensky. Gli Études riflettono non solo la sua abilità pianistica in rapido sviluppo, ma anche il suo desiderio di ritagliarsi un proprio linguaggio espressivo all’interno della tradizione romantica.
Scriabin fu fortemente influenzato da Frédéric Chopin, i cui Études, Preludi e Notturni influenzarono profondamente i suoi primi lavori. Gli Études Op. 8 sono spesso considerati un omaggio di Scriabin a Chopin, ma con un’anima russa e un tocco personale di intensità ed emotività. Sono la dimostrazione di un artista che era sia un pianista virtuoso che un mistico emergente, anche se in questa fase iniziale le sue tendenze mistiche erano ancora embrionali e filtrate dall’estetica tardo-romantica.
Questa raccolta divenne una delle prime opere ampiamente riconosciute di Scriabin, contribuendo a stabilire la sua reputazione non solo in Russia ma anche in Europa. Gli études furono scritti durante un periodo di turbolenza personale e artistica, poiché Scriabin soffriva di una lesione debilitante alla mano destra causata dall’eccessiva pratica delle impegnative opere pianistiche di Liszt e Balakirev. Questo infortunio, che minacciò temporaneamente la sua carriera di esecutore, influenzò profondamente la sua visione della musica, ispirandolo a comporre opere pianistiche tecnicamente impegnative e allo stesso tempo intrise di un’intensa urgenza quasi psicologica e spirituale.
Gli études dell’Op. 8 riflettono questo conflitto interiore e questa passione. Non sono semplici studi meccanici, ma piuttosto miniature espressive, ognuna delle quali è un mondo di emozioni a sé stante, spesso velato di malinconia, turbolenza e desiderio estatico. Alcuni di essi – soprattutto il più famoso, il n. 12 in re minore – sarebbero diventati pietre miliari del repertorio pianistico romantico, comparendo spesso nei programmi di pianisti come Vladimir Horowitz, Sviatoslav Richter e Vladimir Sofronitsky.
Sebbene gli studi dell’Op. 8 siano ancora radicati nelle strutture tonali e nel lirismo chopinesco, essi mostrano anche i primi segni delle avventurose esplorazioni armoniche di Scriabin, in particolare nell’uso del cromatismo, delle modulazioni in chiavi lontane e delle trame lussureggianti. Ciò li segna come un ponte tra l’idioma del primo Romanticismo e le successive opere simboliste e mistiche, dove la tonalità si sarebbe dissolta nel linguaggio armonico visionario di Scriabin.
I 12 Studi op. 8 rappresentano quindi sia il culmine della prima fase romantica di Scriabin sia il germe delle sue innovazioni successive. Sono una testimonianza delle sue lotte personali, delle sue ambizioni artistiche e della sua ricerca di fondere la brillantezza virtuosistica con l’introspezione poetica, spesso tormentata.
Popolare pezzo/libro di collezione all’epoca?
Sì, i 12 Studi op. 8 di Scriabin divennero molto popolari sia in Russia che a livello internazionale poco dopo la loro pubblicazione, soprattutto tra i pianisti alla ricerca di un repertorio nuovo, tecnicamente brillante ed emotivamente intenso.
L’Op. 8 era popolare all’epoca?
In effetti, la raccolta contribuì a stabilire la prima reputazione di Scriabin come compositore di musica per pianoforte sia virtuosa che profonda. I brani furono rapidamente ripresi dai virtuosi russi e dai pianisti dell’Europa occidentale, attratti dalla combinazione di elementi lisztiani e chopineschi, conditi con il distinto linguaggio armonico ed emotivo di Scriabin.
Il n. 12 in D♯ minore (Patetico), in particolare, divenne quasi subito il più popolare dell’insieme, spesso eseguito come bis dai concertisti per il suo effetto drammatico e la sua brillantezza tecnica. Anche durante la vita di Scriabin, questo étude fu eseguito e registrato più di ogni altro dell’insieme, diventando una sorta di “biglietto da visita” per i giovani virtuosi.
Gli spartiti vendettero bene?
Sebbene i dati di vendita specifici per le prime edizioni dell’Op. 8 siano scarsi, è noto che la prima edizione, pubblicata dalla casa editrice di Mitrofan Belyayev a Lipsia nel 1895, vendette costantemente e guadagnò attenzione sia in Russia che all’estero. Belyayev era uno dei più importanti editori musicali della Russia dell’epoca, sostenendo molti compositori tra cui Glazunov, Lyadov e Rimsky-Korsakov, e la sua influenza contribuì a promuovere le opere di Scriabin a livello internazionale.
All’inizio del Novecento, i 12 Études erano diventati pezzi standard nel repertorio dei pianisti di livello avanzato, accanto agli études di Chopin e Liszt, sia come pezzi virtuosistici da esibizione che come opere espressive da concerto.
Un contesto importante
La fine del XIX secolo fu un’epoca d’oro per le pubblicazioni di étude per pianoforte, dove compositori come Liszt, Moszkowski e Rachmaninoff contribuirono al genere. L’Op. 8 di Scriabin si inserì in un mercato fiorente, ma riuscì a distinguersi per la sua particolare ricchezza armonica e per il suo temperamento emotivo russo, che attirò il pubblico e i pianisti alla ricerca di qualcosa di familiare e allo stesso tempo fresco.
Possiamo quindi affermare che:
Sì, la raccolta ebbe successo e contribuì in modo significativo alla fama iniziale di Scriabin.
Gli études entrarono rapidamente a far parte del repertorio di alto livello.
Gli spartiti, soprattutto grazie alle reti di Belyayev, arrivarono in molti conservatori e studi privati.
Episodi e curiosità
1. L’infortunio che ha dato il via alla creazione
Uno degli episodi più significativi e personali legati all’Op. 8 è che Scriabin compose molti di questi études durante e dopo il grave infortunio alla mano destra che si procurò a causa dell’eccessivo esercizio di opere di Liszt, Balakirev (Islamey) e altri.
L’infortunio (probabilmente una lesione da sforzo ripetitivo) costrinse Scriabin a concentrarsi intensamente sulla tecnica della mano sinistra per un certo periodo e contribuì alla sua ossessione per la padronanza tecnica e il superamento delle limitazioni fisiche.
Questa lotta si riflette in diversi studi dell’Op. 8, che richiedono un’estrema indipendenza e forza da parte di entrambe le mani, forse per dimostrare a se stesso di aver sconfitto l’infortunio.
2. L’Étude n. 12 “Hit
L’Étude No. 12 in D♯ minore divenne il primo vero “successo” di Scriabin. Fu così ampiamente eseguito che anche i pianisti che non suonavano l’integrale includevano spesso il n. 12 nei recital, rendendolo uno dei pezzi per pianoforte più riconosciuti in Russia e non solo.
Scriabin stesso suonava spesso il n. 12 come bis, e divenne quasi sinonimo del suo nome presso il grande pubblico.
Alcuni contemporanei la chiamavano scherzosamente “Marcia funebre” di Scriabin, per il suo carattere pesante e tragico.
3. Il rito di passaggio del pianista
A Mosca e a San Pietroburgo, i 12 Studi op. 8 divennero una prova standard nei conservatori, in particolare il n. 12, spesso utilizzato come rito di passaggio per i giovani pianisti. Suonarlo con successo era considerato un segno di maturità pianistica e di profondità emotiva.
4. Un primo misticismo accennato
Sebbene l’Op. 8 sia stilisticamente radicato nell’idioma romantico, Scriabin stava già sperimentando la musica come mezzo di trascendenza estatica.
All’epoca Scriabin scriveva nei suoi taccuini del potere della musica di “accendere l’anima” e “liberare le fiamme interiori”, idee che avrebbe sviluppato pienamente più tardi nella sua vita.
I climax turbolenti e struggenti di alcuni studi, come il n. 5 e il n. 8, mostrano le prime avvisaglie dell’estasi mistica che caratterizzerà le sue opere successive.
5. I preferiti di Horowitz e Sofronitsky
Vladimir Horowitz eseguiva spesso in gioventù gli études dell’Op. 8, in particolare il n. 12, il n. 4 e il n. 2, considerandoli brillanti veicoli di esibizione tecnica e di sfogo emotivo.
Vladimir Sofronitsky, uno dei più poetici interpreti di Scriabin, amava particolarmente gli studi n. 3 e n. 9, che suonava con un tono onirico e improvvisativo, rivelandone il lato lirico, quasi mistico.
6. Primi passi verso la rivoluzione armonica
Sebbene questi studi siano tonali, l’uso del cromatismo, di modulazioni inaspettate e di armonie ambigue nell’Op. 8 fu considerato da alcuni come scioccante all’epoca, prefigurando il suo successivo linguaggio armonico radicale.
Lo Studio n. 7 in si♭ minore, con le sue trame dissonanti e aspre e la sua energia turbolenta, fu considerato da alcuni critici quasi “futuristico” e in anticipo sui tempi.
7. Un rapporto complesso con Chopin
Sebbene Scriabin ammirasse Chopin, in seguito prese le distanze dall’appellativo di “Chopin russo”, ritenendo che la sua musica trascendesse il mondo emotivo di Chopin.
Ironicamente, l’Op. 8 è la raccolta in cui l’influenza di Chopin è più pronunciata, soprattutto negli études lirici (come il n. 4 e il n. 11), ma infusi di un’intensità russa e di una passione febbrile che li rendeva distintamente di Scriabin.
Composizioni simili
Ecco alcune composizioni simili ai 12 Études op. 8 di Scriabin, in termini di stile, esigenze pianistiche e contenuti espressivi, sia dei suoi contemporanei e predecessori, sia di compositori successivi che furono influenzati da questo tipo di scrittura:
1. Frédéric Chopin – Studi op. 10 e op. 25
Influenza diretta su Scriabin.
Entrambe le serie sono gli archetipi degli studi romantici per pianoforte: ogni brano è al tempo stesso una sfida tecnica e una miniatura poetica.
L’Op. 8 di Scriabin mostra un chiaro debito nei confronti dei modelli lirici e virtuosistici di Chopin, soprattutto nell’uso del cromatismo, della scrittura cantabile e della ricchezza delle trame.
2. Franz Liszt – Studi trascendentali, S.139
Un’altra forte influenza sulla scrittura pianistica di Scriabin.
Questi études combinano un’estrema difficoltà tecnica con tessiture orchestrali e poesia visionaria, proprio come l’Op. 8 di Scriabin, anche se quelli di Liszt sono più grandiosi e narrativi.
Studi come “Appassionata”, “Mazeppa” e “Chasse-Neige” rispecchiano il carattere tempestoso e drammatico degli Studi n. 5, 7 e 12 di Scriabin.
3. Sergei Rachmaninoff – Études-Tableaux, Op. 33 e Op. 39
Sebbene scritti più tardi (1911-1917), anche questi études fondono sfide virtuosistiche con profondi contenuti emotivi e ricche armonie.
Rachmaninoff, come Scriabin, usa l’étude come un viaggio psicologico ed espressivo, non solo come un esercizio tecnico.
L’op. 39, in particolare, mostra qualità oscure e drammatiche che ricordano gli études più turbolenti di Scriabin (ad esempio, il n. 12).
4. Leopold Godowsky – Studi sugli studi di Chopin
Studi altamente avanzati, virtuosistici e idiosincratici che spingono i confini pianistici oltre Chopin e Scriabin.
Le rielaborazioni di Godowsky creano spesso dense tessiture e avventure armoniche, simili alla stratificazione e alla complessità cromatica di Scriabin nell’Op. 8.
5. Claude Debussy – Études (1915)
Sebbene stilisticamente diversi, gli Études di Debussy condividono con l’Op. 8 di Scriabin il desiderio di espandere il genere dell’étude in esplorazioni impressionistiche e testuali, facendo sì che il pianista si cimenti con nuove sonorità.
Debussy conosceva la musica di Scriabin e ne ammirava l’audacia armonica.
6. Alexander Scriabin – Studi, op. 42 (1903)
La serie di studi più tarda di Scriabin, che mostra uno stile più avanzato, armonicamente ambiguo e mistico, allontanandosi dagli elementi chopineschi dell’Op. 8.
L’op. 42 rappresenta il ponte verso il periodo intermedio di Scriabin e la sua fase mistica.
7. Nikolai Medtner – Melodie dimenticate, Op. 38 e altri cicli pianistici
Medtner, contemporaneo di Scriabin, scrisse opere pianistiche profondamente emotive e tecnicamente impegnative che esplorano l’intensità lirica e la profondità armonica russa.
Pur essendo più classici nella forma, i brani di Medtner condividono la profondità spirituale e la ricchezza pianistica di Scriabin.
8. Alexander Scriabin – Preludi, Op. 11
Composti leggermente prima dell’Op. 8, questi preludi mostrano già la complessità emotiva e armonica di Scriabin, ma in una forma più breve e concentrata.
Molti pianisti considerano l’Op. 11 come la controparte poetica degli Études dell’Op. 8, più drammatici.
(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)
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