Previsione
Études-Tableaux, Op. 39 di Sergei Rachmaninoff è la seconda e ultima serie degli Études-Tableaux (letteralmente “quadri di studio”) di Rachmaninoff, composti nel 1916-1917. Questo monumentale ciclo di nove studi rappresenta alcune delle opere più impegnative ed espressive del repertorio pianistico romantico e della prima età moderna.
🔹 Panoramica generale
Titolo: Études-Tableaux, Op. 39
Compositore: Sergei Rachmaninoff (1873-1943)
Anno di composizione: 1916-1917
Prima esecuzione: Eseguita per la prima volta da Rachmaninoff stesso
Dedica: Al compositore Igor Stravinsky
Carattere: Drammatico, tempestoso e spesso tragico; più profondo e cupo dell’Op. 33
Forma: Ogni brano è uno studio virtuosistico con forti elementi narrativi o pittorici – veri e propri “tableaux”.
🔹 Tratti stilistici
Padronanza tecnica: Ogni brano si spinge oltre i limiti pianistici: salti rapidi, fitte tessiture, poliritmie e vaste gamme dinamiche.
Pensiero orchestrale: Rachmaninoff pensava in termini di colore e stratificazione vocale: questi studi hanno spesso un suono sinfonico.
Profondità narrativa: Sebbene Rachmaninoff non abbia mai rivelato esplicitamente i soggetti della maggior parte dei brani, intendeva ciascuno di essi come un “quadro” musicale o una storia.
Espressione post-romantica: L’insieme getta un ponte tra il Romanticismo russo e le emergenti tensioni moderniste, soprattutto all’ombra della Prima Guerra Mondiale e degli sconvolgimenti politici.
🔹 Elenco dei pezzi
N. Chiave Marcatura del tempo Caratteristiche degne di nota
1 Do minore Allegro agitato Energia violenta, simile a una toccata; lavoro di ottave tempestoso
2 La minore Lento assai Profondamente malinconico; rintocchi di campane; funereo
3 F♯ minore Allegro molto Ritmo frenetico e galoppante; impulso implacabile
4 Si minore Allegro assai Atmosfera rada, inquietante, spettrale
5 Mi♭ minore Appassionato Intenso lirismo; nostalgia e disperazione
6 La minore Allegro Marcia militare; si dice che rappresenti la narrazione di “Cappuccetto Rosso e il lupo”.
7 Do minore Lento lugubre Marcia funebre; pesanti ritmi di rintocco
8 Re minore Allegro moderato Tumultuoso; scrittura vorticosa e quasi orchestrale
9 Re maggiore Allegro moderato. Tempo di marcia Trionfale ed espansivo; chiusura quasi sinfonica
🔹 Contesto
Composte in un periodo di grandi sconvolgimenti personali e politici (prima guerra mondiale, avvicinamento alla rivoluzione russa).
Queste opere furono scritte poco prima che Rachmaninoff abbandonasse definitivamente la Russia.
L’Op. 39 è più cupo, più sinfonico e tecnicamente più complesso del suo predecessore, l’Op. 33.
🔹 Sfide interpretative
Richiede un’intuizione interpretativa matura e una tecnica pianistica eccezionale.
È fondamentale bilanciare la chiarezza di trame complesse e la gestione di frasi lunghe e arcuate.
Molti brani richiedono una voce orchestrale, una finezza di pedalata e una profonda risonanza emotiva.
Eredità
Questo set è considerato tra i più grandi studi per pianoforte del XX secolo.
È stato eseguito in anteprima e sostenuto da grandi pianisti come Rachmaninoff, Vladimir Horowitz e Sviatoslav Richter.
È uno dei preferiti nei concorsi pianistici e nei recital per dimostrare sia la padronanza tecnica che la profondità artistica.
Caratteristiche della musica
Gli Études-Tableaux, Op. 39 di Sergei Rachmaninoff formano una raccolta coesa ed espressiva con caratteristiche musicali condivise che contribuiscono alla loro identità come suite o ciclo, nonostante ciascuno sia un pezzo indipendente. Qui di seguito sono descritte in dettaglio le caratteristiche musicali della raccolta nel suo complesso:
🔹 1. Linguaggio tonale e armonico
🎼 Tonalità romantica espansa
La raccolta si avventura spesso nel cromatismo, nell’inflessione modale e nelle modulazioni a distanza, pur rimanendo ancorata alla logica tonale.
Le tonalità comuni includono tonalità minori (ad esempio, Do minore, La minore, Fa♯ minore), che riflettono l’atmosfera cupa e tragica dell’insieme.
🎼 Trame armoniche dense
Rachmaninoff utilizza una scrittura accordale densa, spesso costruita a quattro o sei voci, che richiede al pianista di dare voce alle melodie interne con cura.
Le armonie sono ricche di voci come blocchi orchestrali, spesso impiegando progressioni non funzionali che enfatizzano il colore rispetto alla risoluzione.
🔹 2. Ritmo e metro
🎵 Propulsione ritmica e complessità
L’incessante propulsione ritmica guida molti degli studi (ad esempio, il n. 1, il n. 3, il n. 6), talvolta con ostinati motori.
I frequenti metri irregolari, i ritmi incrociati e le sincopi aggiungono turbolenza e imprevedibilità.
🎵 Rubato e libertà espressiva
Gli studi più lenti (come il n. 2 e il n. 5) presentano un rubato elastico e un fraseggio lungo e sospeso, che rispecchia gli stili vocali e orchestrali.
Rachmaninoff consente sfumature interpretative con fluttuazioni di tempo che suggeriscono improvvisazione o ritmo narrativo.
🔹 3. Texture e timbro
🎹 Scrittura pianistica orchestrale
Le texture evocano diversi strumenti orchestrali – timpani (n. 7), fanfare di ottoni (n. 9), tremoli di archi, toni di campane, ecc.
Uso massiccio di tessiture stratificate, che richiedono indipendenza tra le mani e spesso anche all’interno di una sola mano.
🎹 Contrasto tra trasparenza e densità
Alcuni studi (come il n. 4) utilizzano una scrittura rada e spettrale, mentre altri (come il n. 1 o il n. 9) hanno un volume e una densità orchestrali.
La gamma dinamica è estrema, dai pianissimosussurrati ai travolgenti climax in fortissimo.
🔹 4. Unità tematica e motivazionale
🎶 Sviluppo motivico
Molti studi si basano sulla trasformazione di piccoli motivi in affermazioni drammatiche.
La ripetizione, la sequenza e la variazione motivazionale sono strettamente controllate, per migliorare l’arco narrativo di ogni singolo studio.
🎶 Simbolismo e implicazioni narrative
Rachmaninoff li chiamava “studi per immagini”: alcuni pezzi suggeriscono chiaramente scene o personaggi (ad esempio, il n. 6 = “Cappuccetto Rosso e il lupo”), mentre altri sono più astratti o simbolici.
🔹 5. Contenuto espressivo ed emotivo
🎭 Personaggio tragico e cupo
Riflette il tumulto emotivo dell’epoca (prima guerra mondiale, rivoluzione russa, imminente emigrazione di Rachmaninoff).
L’uso frequente di marce funebri (nn. 2 e 7), temi di lamento e discese cromatiche trasmette perdita e instabilità.
🎭 Momenti di splendore e trionfo
Sebbene siano per lo più cupi, alcuni lavori (ad esempio il n. 9 in re maggiore) suggeriscono il trionfo o la liberazione spirituale, funzionando come un’apoteosi conclusiva.
Il contrasto tra disperazione e speranza aumenta la profondità emotiva della suite.
🔹 6. Virtuosismo e sfide tecniche
🎹 Richieste fisiche
Richiede un’enorme estensione delle mani, salti di ottava, esecuzione a mani incrociate e passaggi rapidi.
Le mani grandi di Rachmaninoff hanno informato il denso voicing degli accordi e l’ampia spaziatura.
🎹 Virtuosismo artistico
Non si tratta di studi meramente meccanici, ma poetici, pittorici e drammatici.
Le sfide tecniche servono a scopi espressivi, non a semplici esibizioni.
🔹 7. Coesione ciclica
Sebbene ogni studio sia indipendente, la collezione è unificata da:
Relazioni di tonalità: molti sono in tonalità minori correlate o complementari, che conferiscono all’insieme una struttura tonale scura.
Contrasto testuale ed emotivo: Rachmaninoff varia attentamente l’umore, il tempo e la struttura per dare all’insieme una struttura equilibrata.
Motivi e gesti ricorrenti: Campane che suonano, linee cromatiche discendenti, figure tempestose e ritmi funerei ricorrono in più studi.
Riassunto
Gli Études-Tableaux, Op. 39 non sono solo un insieme di studi per pianoforte, ma una monumentale suite di poemi musicali che integrano:
Virtuosismo e visione
Poesia e potenza
Tragedia e trascendenza
Ogni studio è a sé stante, ma insieme formano un arazzo sinfonico per pianoforte solo, senza pari per intensità emotiva e invenzione pianistica.
Analisi, Tutorial, Interpretazione e Punti Importanti da Suonare
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 1 IN DO MINORE – Allegro agitato
1. Analisi
Forma: Struttura simile a una sonata, con un tema principale tempestoso e un episodio lirico contrastante.
Carattere: Toccata aggressiva e implacabile, con grandi accordi saltellanti e movimento in ottava.
Unità motivazionale: Le cellule ritmiche ricorrono ossessivamente in tutto il brano (figure brevi-corte-lunghe).
2. Esercitazioni e tecnica
Questioni chiave: Tecnica dell’ottava, flessibilità del polso, salti ampi, movimento controllato del braccio.
Pedalare: Uso minimo – affidarsi al legato delle dita e agli attacchi secchi per evitare di confondersi.
Diteggiatura: Utilizzare diteggiature alternative per i passaggi in ottava per gestire la fatica.
3. Interpretazione
Evoca immagini di battaglia, fuoco o tempesta – pensatela come una “Cavalcata delle Valchirie” russa.
Mantenete il mordente ritmico ed evitate l’eccesso di pedale.
Osservate gli estremi dinamici e i contrasti improvvisi.
4. Priorità dell’esecuzione
Precisione nei salti.
Integrità e spinta ritmica.
Controllo della fatica: il peso delle braccia deve essere gestito con attenzione.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 2 IN LA MINORE – Lento assai
1. Analisi
Forma: ABA con una sezione esterna elegiaca e un climax centrale drammatico.
Struttura: Suono di campana nel registro basso; melodia luttuosa in alto.
Armonia: La discesa cromatica sostiene il senso di fatalismo.
2. Esercitazioni e tecnica
Voicing: Controllare la stratificazione tra campane e melodia.
Tono: coltivare la profondità e la rotondità, soprattutto nei pianissimo.
Pedaliera: Usare il mezzo pedale e la sovrapposizione dei pedali per sostenere la risonanza.
3. Interpretazione
Spesso visto come un lamento funebre – tragico, ma dignitoso.
La sezione centrale è esplosiva; utilizzare il rubato per modellare le frasi intorno ad essa.
4. Priorità dell’esecuzione
Mano sinistra: equilibrio tra peso e chiarezza nei toni della campana.
Mano destra: cantabilità con respirazione e fraseggio interni.
Il silenzio è importante: osservate le pause come punteggiatura strutturale.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 3 IN F♯ MINORE – Allegro molto
1. Analisi
Forma: A-B-A con coda.
Carattere: Un galoppo selvaggio, motorio e implacabile, che forse evoca una cavalcata.
Struttura: Movimento costante con brevi esplosioni di melodia incorporata.
2. Esercitazioni e tecnica
Figurazione RH: Note doppie veloci e intervalli spezzati.
Ritmo Sx: Mantiene una pulsazione galoppante – il controllo metronomico è fondamentale.
Coordinazione: Le mani sono spesso spostate ritmicamente, il che richiede un tempismo acuto.
3. Interpretazione
Intensa e urgente – simile all’Aufschwung di Schumann o alla Mazeppa di Liszt.
Costruite lo slancio, ma evitate l’asprezza: la chiarezza prevale sul rumore.
4. Priorità dell’esecuzione
Articolazione e velocità delle dita.
Evitare la tensione – questo è uno studio “le dita sui tasti”.
Dare voce con attenzione alle linee melodiche nascoste nella struttura.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 4 IN SI MINORE – Allegro assai
1. Analisi
Carattere: Desolato, spettrale e inquietante. Forse un paesaggio notturno o una processione spettrale.
Struttura: Scarsa; un’ossessionante melodia cromatica si intreccia su armonie irregolari.
Forma: Composta, vagamente ternaria con un passaggio centrale più intenso.
2. Esercitazioni e tecnica
Voci: Il RH necessita di un attento controllo per far emergere la melodia vagante sulle trame sussurrate del LH.
Equilibrio: La RH contiene note ripetute e figure sospirate che richiedono il controllo delle dita, non il peso del braccio.
Pedalare: Delicata e parziale; quanto basta per fondere i toni senza offuscare la trasparenza.
3. Interpretazione
Pensate a un misterioso notturno, che forse evoca nebbia, ombre o assenza spirituale.
Ritmo: resistete all’impulso di affrettarvi; il silenzio tra le note è espressivo.
Colore: utilizzate una sottile inflessione dinamica e la pedalata per costruire l’atmosfera.
4. Priorità dell’esecuzione
Intimità più che dramma: questo brano è introverso e spettrale.
Ottenere la massima espressione con la minima forza.
Mantenere il suono luminoso e fragile.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 5 IN E♭ MINORE – Appassionato
1. Analisi
Forma: Largo ABA’ con un climax al centro, poi coda in dissolvenza.
Carattere: Lirico e intenso, pieno di turbolenze interiori e di climax passionali.
Struttura: Voci interne lussureggianti con linee melodiche in stile vocale.
2. Esercitazioni e tecnica
Voci interne: L’RH deve cantare la linea superiore mantenendo l’indipendenza dalle note interne di accompagnamento.
Arpeggi: LH ha spesso arpeggi ampi che richiedono il pedal-blending e l’economia delle mani.
Controllo: Utilizzare il peso dell’avambraccio e l’attacco profondo del tasto per ottenere il tono del canto.
3. Interpretazione
Pensate a una storia d’amore russa o a una confessione emotiva – calda, espressiva, profondamente umana.
Il rubato deve essere organico e respirare con il fraseggio.
Evitate il sentimentalismo; lasciate invece che sia la tensione armonica a guidare l’espressione.
4. Priorità dell’esecuzione
La stratificazione della voce è essenziale, soprattutto negli accordi spessi e legati.
Ricca colorazione del pedale.
Lasciare che ogni frase si sviluppi in modo naturale verso un picco e rilassarsi.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 6 IN LA MINORE – Allegro
1. Analisi
Spesso soprannominato “Cappuccetto Rosso e il Lupo” – anche se non confermato da Rachmaninoff, l’immagine si adatta:
Apertura: Nervosismo = Cappuccetto Rosso.
Parte centrale: ottave pesanti = lupo.
Finale: Taglio improvviso = trionfo del lupo.
Forma: Narrazione drammatica ed episodica con motivi contrastanti.
2. Esercitazioni e tecnica
RH: Note ripetute veloci e passaggi leggeri – bilanciare controllo e velocità.
LH: ottave aggressive – mantenere il polso rilassato, usare la rotazione dell’avambraccio.
Dinamica: Rapidi passaggi tra pianissimo e fortissimo – evitare l’accumulo di tensione.
3. Interpretazione
Molto narrativa – immaginate di raccontare una fiaba piena di suspense con la musica.
L’RH deve rimanere leggero e spaventato; l’LH deve essere brutale e prepotente.
Non suonate uniformemente forte – si tratta di un contrasto psicologico.
4. Priorità della performance
Estrema drammaticità dinamica.
Differenziazione dei personaggi – RH (nervoso) vs LH (predatore).
Finale improvviso: renderlo scioccante, come se fosse interrotto bruscamente.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 7 IN DO MINORE – Lento lugubre
1. Analisi
Carattere: Una marcia o un lamento funebre, intriso di oscurità corale russo-ortodossa.
Struttura: Accordi di blocco spessi e solenni in entrambe le mani, a volte guidati dalla voce come una nenia corale.
Forma: Ternario (ABA’), che si intensifica gradualmente fino a un climax fragoroso e poi si placa.
2. Esercitazioni e tecnica
Controllo degli accordi: Entrambe le mani suonano spesso accordi densi – richiede un’esecuzione profonda e ponderata con un sostegno completo delle braccia.
Colore tonale: evitare l’asprezza; anche i passaggi in fortissimo devono rimanere rotondi e simili a quelli dell’organo.
Pedale: Utilizzare cambi di pedale sovrapposti, specialmente per le armonie sostenute.
3. Interpretazione
Trattare come una processione – tragica, lenta e inesorabile.
Evitare le esagerazioni ritmiche o le fluttuazioni di tempo; lasciare che la solennità sia portata avanti.
Evitare le campane, i canti e la gravità ortodossa nella produzione dei toni.
4. Priorità dell’esecuzione
Far sentire le voci interiori in modo sottile all’interno di accordi spessi.
Equilibrio: Gli accordi devono risuonare senza confondersi.
Ritmo dinamico: iniziare con moderazione e conservare la potenza per il momento culminante.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 8 IN RE MINORE – Allegro moderato
1. Analisi
Carattere: Onde di movimento impetuose e incessanti. Forse un’immagine di mare o di tempesta.
Struttura: Figure continue di sedicesimi in RH; ampio supporto armonico in LH.
Forma: A-B-A con una ricapitolazione tempestosa e una coda.
2. Esercitazioni e tecnica
RH: richiede un’eccellente mobilità del polso e destrezza delle dita per una figurazione fluida.
LH: Ancoraggio con grandi accordi – deve essere forte ma non pesante.
Rotazione ed economia di movimento sono fondamentali per evitare la fatica.
3. Interpretazione
Pensate al vento, all’acqua o al volo: la musica fluisce, cresce e si infrange come le onde.
Mantenete il movimento direzionale: le frasi sono lunghe e arcuate.
I crescendi spesso si comportano come un surf che si gonfia.
4. Priorità dell’esecuzione
Movimento continuo dell’RH – nessuna rigidità o interruzione.
Equilibrio della tessitura: Brillantezza RH vs. stabilità LH.
Chiarezza nei passaggi rapidi anche in presenza di grandi dinamiche.
🎹 ÉTUDE-TABLEAU NO. 9 IN RE MAGGIORE – Allegro moderato. Tempo di marcia
1. Analisi
Carattere: Maestoso, trionfale, orchestrale. Forse simbolo di vittoria, incoronazione o trascendenza divina.
Forma: Forma a grande arco con temi contrastanti e un’apoteosi culminante.
Armonia: Audace e radiosa, fa ampio uso della luminosità e della sonorità di Re maggiore.
2. Esercitazioni e tecnica
Struttura accordale: L’RH suona accordi spessi o linee raddoppiate – richiede forza ed estensione.
Orchestrazione: Pensate come un direttore d’orchestra – la destra spesso raddoppia le linee di basso e il contrappunto interno.
Diteggiatura: I voicings degli accordi richiedono un’attenta sostituzione e pianificazione delle dita.
3. Interpretazione
Una processione trionfale – immaginate una cerimonia imperiale o una scena di resurrezione.
Mantenere un tono nobile – il tempo non deve mai essere affrettato.
L’RH deve essere audace ma chiaro – usare il peso delle braccia e il suono sostenuto.
4. Priorità dell’esecuzione
Chiarezza nelle tessiture spesse.
Grandezza controllata – evitare l’ampollosità.
Fraseggio espressivo anche nelle sezioni di potenza.
🔚 CONCLUSIONI GENERALI SULL’OP. 39
Esigenze virtuosistiche: L’Op. 39 è significativamente più difficile dell’Op. 33 – più denso, più scuro, più sinfonico.
Immagini: Sebbene Rachmaninoff si sia rifiutato di citare tutte le fonti, ogni brano racconta una storia poetica senza parole.
Mondo sonoro: Il pianista deve “orchestrare”, stratificando colori, dinamiche e risonanze come in una sinfonia.
Storia
Gli Études-tableaux, Op. 39, di Sergei Rachmaninoff costituiscono un capitolo straordinario nel percorso artistico del compositore, sia come pianista che come narratore musicale profondamente introspettivo. Scritto nel 1916-1917, questo insieme di nove études fu composto durante un momento profondamente turbolento della vita di Rachmaninoff e della storia russa.
Nel 1916, la Russia era in preda alla prima guerra mondiale e sull’orlo della rivoluzione. Il mondo che Rachmaninoff conosceva cominciava a crollare. In mezzo a questa incertezza, il compositore si ritirò nella sua tenuta di campagna a Ivanovka, cercando conforto e rifugio creativo. Lì completò l’Op. 39, infondendole una densità di emozioni e complessità che va ben oltre il semplice studio tecnico. A differenza dei suoi precedenti studi dell’Op. 33, che già accennavano a una profondità narrativa, l’insieme dell’Op. 39 è più cupo, più turbolento e di natura più sinfonica.
Rachmaninoff chiamò questi pezzi “Études-tableaux” – letteralmente, “studi-quadri” – un termine che suggerisce non solo lo sviluppo tecnico ma anche l’immaginazione pittorica. Era volutamente vago riguardo al contenuto programmatico, rifiutando di allegare titoli o storie specifiche, anche se occasionalmente accennava all’immaginario che si celava dietro le singole opere. Quando Ottorino Respighi orchestrò cinque degli Études negli anni Trenta, Rachmaninoff rivelò alcune ispirazioni visive (come il mare e il corteo funebre), ma per la maggior parte voleva che gli esecutori trovassero le proprie narrazioni emotive.
Stilisticamente, l’Op. 39 riflette un Rachmaninoff in fase di maturazione, meno apertamente romantico e più austero, alla ricerca psicologica. Gli études hanno una portata monumentale e sono quasi orchestrali nella loro stratificazione e gamma. Molti elementi prefigurano la cupezza e il peso spirituale delle Danze sinfoniche (1940). Sono inoltre infusi con le sue caratteristiche sonorità russe campanilistiche, armonie modali ed echi liturgici ortodossi.
È importante notare che l’Op. 39 sarebbe diventata l’ultima opera per pianoforte solo di Rachmaninoff prima della sua fuga dalla Russia dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Dopo il 1917, la sua produzione compositiva rallentò drasticamente, mentre assumeva il ruolo di virtuoso itinerante in esilio. Questi studi segnano quindi la fine di un’epoca nella sua vita compositiva, le sue ultime dichiarazioni dal suolo russo.
Oggi, l’Op. 39 non è solo il vertice della letteratura pianistica del XX secolo, ma anche un documento profondamente personale: musica di esilio, tensione, profezia e profonda visione interiore. Non richiede solo dita, ma anche immaginazione, coraggio e anima.
Episodi e curiosità
Gli Études-Tableaux, Op. 39 di Sergei Rachmaninoff non sono solo ricchi dal punto di vista musicale, ma sono anche circondati da aneddoti intriganti, episodi e curiosità storiche. Ecco alcuni fatti notevoli e rivelatori che aggiungono profondità a quest’opera monumentale:
🎭 1. Il compositore si rifiutò di dare spiegazioni – finché non lo fece
Rachmaninoff era notoriamente riservato sul significato di questi études. Li lasciò deliberatamente senza titolo, ritenendo che rivelare l’immagine esatta o l’ispirazione avrebbe limitato l’immaginazione dell’ascoltatore. Tuttavia, negli anni Trenta, quando Ottorino Respighi chiese indizi descrittivi per orchestrare cinque degli Études-Tableaux, Rachmaninoff finalmente cedette, almeno in parte.
Fornì alcune immagini per cinque études (quattro dell’Op. 33, uno dell’Op. 39), come ad esempio:
Op. 39 n. 2 (La minore): “Il mare e i gabbiani”.
Nonostante ciò, la maggior parte degli études dell’Op. 39 rimane aperta all’interpretazione, il che ha invitato gli esecutori a fare molte speculazioni e associazioni personali.
🐺 2. Op. 39 n. 6 e il lupo
Questo étude in la minore viene spesso definito, in modo non ufficiale, come “Cappuccetto Rosso e il lupo”. Il soprannome non è stato dato da Rachmaninoff stesso, ma l’immagine è straordinariamente convincente:
La figura della mano destra che corre suggerisce una ragazza terrorizzata che fugge.
Le fragorose ottave della mano sinistra suggeriscono un predatore, forse il lupo.
Il finale brutale (un improvviso e forte accordo di La minore che mette a tacere la musica) ha portato i pianisti a concludere che il lupo vince.
Che sia intenzionale o meno, rimane una delle ipotesi programmatiche più vivaci sulla musica di Rachmaninoff.
🎼 3. Scritti durante la guerra e il crollo
L’Op. 39 fu composta nel 1916-1917, sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, che colpì profondamente il mondo:
La prima guerra mondiale, che colpì profondamente la psiche e la vita culturale russa.
L’avvicinarsi della Rivoluzione russa, che avrebbe presto costretto Rachmaninoff all’esilio permanente.
Questi studi sono spesso descritti come “apocalittici”, ‘profetici’ e “tragici”, in quanto catturano un mondo in crisi spirituale e sociale.
🔔 4. Campane ortodosse e riti funebri
Diversi studi dell’Op. 39 riflettono l’influenza della liturgia ortodossa russa, un tema ricorrente nelle opere di Rachmaninoff:
Il n. 7 in do minore (Lento lugubre) evoca una processione funebre, con accordi profondi che ricordano le campane della chiesa.
Questa gravità spirituale è parallela alla Veglia di tutta la notte e all’Isola dei morti, riflettendo l’ossessione di Rachmaninoff per la mortalità e la musica sacra russa.
🖼️ 5. Sono come poemi tonali in miniatura
Il termine Tableaux implica “quadri” o “scene”. Rachmaninoff non mirava ai tradizionali études (come Chopin o Liszt), ma piuttosto a brevi poemi tonali per pianoforte solo, opere che combinano suggestioni narrative con intense richieste pianistiche. In questo senso, sono più vicini a:
Preludi di Debussy o
Mussorgsky che ai capolavori virtuosistici di Chopin.
👋 6. La fine del Rachmaninoff russo
Gli Études-Tableaux, Op. 39 furono gli ultimi pezzi per pianoforte solo che Rachmaninoff compose prima di lasciare per sempre la Russia nel 1917. Dopo essersi stabilito in Occidente, scrisse pochissime opere per pianoforte solo. Questi studi rappresentano quindi:
un culmine della sua identità russa e
un ultimo sfogo emotivo prima del trauma dell’esilio e della trasformazione in un concertista a tempo pieno.
🧠 7. Esigenze mentali e fisiche
Rachmaninoff stesso aveva mani massicce (si dice che potesse spaziare su una tredicesima), ma scriveva anche con la sensibilità di un esecutore. Ciononostante, l’Op. 39 è uno dei brani più impegnativi dal punto di vista tecnico e psicologico del repertorio pianistico. I pianisti devono destreggiarsi:
Tessiture sinfoniche
ritmo narrativo
Voci espressive
Tecnica feroce
Per questo motivo, gli études sono talvolta paragonati per portata agli Études Transcendentales di Liszt o addirittura alle opere orchestrali.
Composizioni simili / Suites / Collezioni
Se siete attratti dal mondo drammatico, ricco di narrazioni e pianisticamente impegnativo degli Études-tableaux, Op. 39 di Rachmaninoff, ci sono molte altre opere, sia di Rachmaninoff che di altri compositori, che offrono una miscela simile di virtuosismo, profondità emotiva e immagini. Queste opere possono non condividere l’esatto formato, ma sono parallele all’Op. 39 per spirito, struttura o intensità.
Di Rachmaninoff stesso
Études-tableaux, Op. 33
Precursori diretti dell’Op. 39, questi otto (in origine nove) études sono un po’ più lirici e meno tragici, ma lasciano già intendere l’intento programmatico. Sono ricchi di contrasti, con diversi momenti brillanti e introspettivi.
Moments musicaux, Op. 16
Una suite di sei pezzi contrastanti – che vanno dall’elegiaco al fragoroso – che preannunciano molti dei gesti e degli stati d’animo dell’Op. 39. Sono altamente espressivi e tecnicamente molto efficaci. Sono altamente espressivi e tecnicamente impegnativi.
Preludio in si minore, op. 32 n. 10
Pur essendo un singolo preludio, condivide lo stesso peso cupo e la stessa intensità esistenziale degli études più cupi. È tra i brani più potenti di Rachmaninoff.
Di altri compositori
Franz Liszt – Studi trascendentali, S.139
Come l’Op. 39, questi non sono solo studi tecnici ma poemi espressivi. Molti di essi si basano su temi drammatici o legati alla natura, con esigenze tecniche ed emotive di grande rilievo.
Alexander Scriabin – Studi, Op. 42 e Op. 65
Soprattutto gli ultimi études, che sfiorano il mistico e l’estatico, condividono l’intensa complessità spirituale e pianistica delle opere più cupe di Rachmaninoff.
Claude Debussy – Études (Libro I e II)
Sebbene armonicamente e stilisticamente diversi, gli études di Debussy mirano a sviluppare il colore e la sonorità pianistica in modo altamente fantasioso, con ambizioni artistiche simili.
Sergei Prokofiev – Visions fugitives, Op. 22
Si tratta di brevi vignette dai toni acuti, in equilibrio tra lirismo e ironia. Alcune hanno in comune le qualità sarcastiche o grottesche accennate negli études più tempestosi dell’op. 39.
Olivier Messiaen – Vingt regards sur l’Enfant-Jésus
Sebbene di tono spirituale e modernista, il ciclo monumentale di Messiaen rispecchia la grande portata e l’introspezione filosofica dell’Op. 39 di Rachmaninoff.
Modest Mussorgsky – Quadri di un’esposizione
Forse il più simile per idea: “quadri” musicali originariamente per pianoforte, poi orchestrati. I suoi contrasti drammatici, le immagini vivide e il pianismo audace riecheggiano lo spirito dei Tableaux.
Leoš Janáček – Su un sentiero incolto
Suite molto personale, piena di nostalgia, di dolore e di sapore popolare, è parallela alle qualità introspettive e pittoriche dell’Op. 39, anche se in modo più frammentario.
Queste raccolte e questi cicli – ispirati da immagini poetiche, stati emotivi o esplorazioni virtuosistiche – sono in stretta relazione con il concetto e la potenza degli Études-tableaux dell’Op. 39. Essi rappresentano delle pietre miliari nella storia dell’opera. Sono pietre miliari del repertorio per pianoforte solo che, come gli études di Rachmaninoff, richiedono non solo padronanza tecnica ma anche profonda immaginazione e visione artistica.
(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)
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