Previsione
I “12 Grandes Études” di Franz Liszt, S.137, sono una prima e ambiziosa serie di studi composti tra il 1826 e il 1837, quando Liszt era ancora ventenne. Questi pezzi rappresentano il suo primo sforzo su larga scala di combinare l’innovazione tecnica con l’espressività musicale, e gettano le basi per quelli che in seguito diventeranno i suoi famosi Études Transcendental, S.139.
🎼 Panoramica
✦ Titolo:
12 Grandes Études, S.137 (versione originale)
✦ Compositore:
Franz Liszt (1811-1886)
✦ Date di composizione:
1826-1837
✦ Dedica:
Non specificata, ma riflette la precoce ambizione di Liszt di spingersi oltre i confini del pianismo.
✦ Revisioni successive:
Questi studi furono pesantemente rivisti in:
Douze Études d’exécution transcendante, S.139 (Studi trascendentali, 1852).
Alcuni materiali tematici ricompaiono anche in altre opere, come gli Études Paganini e gli Études da concerto.
🎹 Caratteristiche musicali e tecniche
Ambizione virtuosistica: Questi studi sono tecnicamente impegnativi e mirano ad ampliare le possibilità pianistiche.
Pensiero orchestrale: Liszt inizia già a “orchestrare” al pianoforte, scrivendo fitte trame e passaggi a più livelli.
Energia giovanile: Anche se non ancora pienamente maturi, i brani sono pieni di brillantezza e drammaticità.
Lucentezza non uniforme: Alcuni movimenti (ad esempio, gli Études 5 e 10) sono musicalmente più soddisfacenti di altri, che rimangono più meccanici.
Importanza ed eredità
Opera di transizione: Questi studi rappresentano la transizione di Liszt da brillante pianista-compositore a innovatore visionario.
Evoluzione dello stile: Il confronto tra il S.137 e il successivo S.139 ci permette di capire come Liszt abbia affinato le sue idee e si sia concentrato maggiormente sul contenuto poetico, non solo sull’esibizione tecnica.
Eseguito raramente: Oggi il S.137 è soprattutto di interesse storico. Pianisti e studiosi lo studiano per comprendere lo sviluppo di Liszt, ma non viene quasi mai eseguito per intero a causa della sua disomogeneità e della superiore qualità musicale delle versioni riviste.
🎵 Struttura (titoli aggiunti successivamente nel S.139)
Gli études non sono intitolati nel S.137, ma i loro numeri corrispondono approssimativamente a quelli della versione finale del 1852. Ecco una mappa di base:
Étude N. Titolo successivo in S.139 Osservazioni
1 Preludio Ancora in forma rudimentale.
2 Molto vivace Meno maturo della versione finale.
3 Paysage La prima versione è più formulaica.
4 Mazeppa Già drammatico, ma più crudo di S.139.
5 Feux follets Complesso ma non ancora raffinato.
6 Vision Potente ma denso.
7 Eroica Meno lirica della versione finale.
8 Wilde Jagd Precursore della famosa versione finale.
9 Ricordanza Romantica, anche se meno poetica.
10 Allegro agitato molto Diventa Appassionata nella versione del 1838.
11 Harmonies du soir Non ancora impressionista.
12 Chasse-Neige Evoca già immagini di tempeste di neve.
📖 Conclusione
I 12 Grandes Études, S.137 sono un documento affascinante del genio giovanile di Liszt. Sebbene oggi siano raramente eseguiti, offrono una preziosa visione di:
La sua filosofia tecnica in evoluzione,
La sua spinta verso la narrazione musicale,
e la sua definitiva padronanza della forma dell’étude da concerto.
Sono una tappa fondamentale del percorso che culminerà negli Studi trascendentali, tra i più grandi successi della letteratura pianistica romantica.
Caratteristiche della musica
I 12 Grandes Études, S.137 di Franz Liszt sono un primo lavoro formativo e ambizioso che pone le basi per i successivi Transcendental Études. Come raccolta, presentano una serie di caratteristiche musicali che rivelano sia il virtuosismo giovanile di Liszt sia la sua nascente visione compositiva. Sebbene non formino ancora una “suite” in senso formale, condividono tratti stilistici e pianistici comuni che conferiscono all’insieme la coerenza di un ciclo di studi.
🎵 CARATTERISTICHE MUSICALI DELLA RACCOLTA – 12 Grandes Études, S.137
1. Il virtuosismo tecnico prima di tutto
Questi studi sono stati composti per dimostrare ed espandere i limiti della tecnica pianistica.
Ogni brano si concentra su sfide tecniche specifiche: ottave rapide, note doppie, incroci di mani, salti ampi, arpeggi e altro ancora.
In questa fase, molti études sono ancora più vicini a studi tecnici che a poemi tonali completamente integrati.
2. Pianismo sinfonico e orchestrale
Anche in questa prima fase, Liszt cerca di far suonare il pianoforte come un’orchestra completa.
Texture spesse e stratificate, ampie gamme dinamiche ed effetti di pedale suggeriscono una sonorità orchestrale.
È frequente l’uso di tremoli, accordi enormi e scrittura a più voci, segni distintivi del suo stile maturo.
3. Dramma romantico e carattere audace
Sebbene meno poetici delle versioni successive, gli études contengono contrasti drammatici, emozioni tempestose e gesti eroici.
Opere come l’Étude n. 4 (Mazeppa) e il n. 10 sono infuse di dramma narrativo e di intenso slancio emotivo.
Lo stile fonde il rigore beethoveniano con l’estro fiammeggiante di Paganini e Berlioz.
4. Sperimentazione formale
Molti degli études utilizzano strutture sciolte di tipo sonata, ternario (ABA) o fantasia.
Non seguono una forma standardizzata come gli Études di Chopin; al contrario, Liszt lascia che la struttura segua l’arco emotivo o l’idea tecnica.
5. Unità ciclica e relazioni di chiave
Pur non essendo una suite in senso barocco o classico, c’è un senso di progressione e contrasto tra gli études.
Lo schema delle tonalità non è sistematico, ma Liszt mostra consapevolezza della varietà e del ritmo, alternando brani lirici, tempestosi e virtuosistici.
C’è un flusso generale dall’esuberanza giovanile (n. 1-2), attraverso picchi narrativi ed emotivi (n. 4-8), fino al lirismo riflessivo e alla desolazione (n. 9-12).
6. Ideali del primo romanticismo
Profondamente infuso nello spirito romantico: espressione individuale, sublime, natura e lotta.
L’enfasi sul gesto e sull’atmosfera a volte supera lo sviluppo motivazionale.
Gli études riflettono l’influenza di Beethoven, Weber e Paganini, che Liszt ammirava profondamente.
7. Immaginazione pianistica non ancora matura
Alcuni études risultano densi o sovraccarichi, riflettendo il desiderio giovanile di Liszt di impressionare.
In alcuni brani, la sostanza musicale è secondaria rispetto ai fuochi d’artificio tecnici.
Le revisioni successive (1838 e 1852) avrebbero eliminato gli eccessi e rivelato intenzioni musicali più mirate.
Sintesi delle caratteristiche della collezione
Caratteristica Descrizione
Stile Virtuosistico, drammatico, esplorativo
Struttura Orchestrale, densa, spesso stratificata
Forma Sciolta, sperimentale, spesso rapsodica
Armonia Romantica, cromatica, modulazioni audaci
Contenuto tematico A volte poco sviluppato, ma carico di emozioni
Focus tecnico Enfatizza la velocità, i salti, le ottave, gli arpeggi e le figurazioni di grande effetto.
Colori tonali Esplora gli effetti del pedale, i tremoli, gli estremi dinamici
Gamma emotiva Eroica, tempestosa, lirica, riflessiva, persino tragica
Conclusione
I 12 Grandes Études, S.137 non sono semplici esercizi, ma un primo manifesto della visione pianistica e artistica di Liszt. Sono un laboratorio musicale per i successivi capolavori:
Un laboratorio musicale per i successivi capolavori,
una dimostrazione di bravura e ambizione e
un ritratto crudo di un rivoluzionario romantico che si scontra con la tradizione.
Nonostante le loro imperfezioni, riflettono l’obiettivo di Liszt di elevare l’étude a forma d’arte che fonde poesia, dramma e brillantezza tecnica.
Analisi, tutorial, interpretazione e punti importanti da suonare
Una guida completa e approfondita ai 12 Grandes Études di Franz Liszt, S.137, che comprende analisi musicale, tutorial tecnici, approfondimenti interpretativi e suggerimenti per l’esecuzione dell’intero ciclo. Questo primo ciclo (1826-1837) mostra l’esplosiva creatività di Liszt, anche se ancora in fase di sviluppo per quanto riguarda la raffinatezza strutturale e poetica rispetto agli Études Transcendental finali del 1852, S.139.
🎼 Franz Liszt – 12 Grandes Études, S.137
Analisi completa, tutorial, interpretazione e suggerimenti per l’esecuzione
🔢 Note generali sul ciclo
Data: Composto tra il 1826 e il 1837 (età 15-26 anni); rivisto in S.139 nel 1852.
Stile: Primo Romantico, virtuosistico, con struttura orchestrale.
Scopo: spingere i confini della tecnica pianistica e gettare le basi per future opere trascendentali.
Carattere: Tecnicamente brillante, ma un po’ denso e poco sviluppato rispetto alle revisioni successive.
Studio n. 1 in do maggiore
🎵 Analisi:
Un brillante preludio a mo’ di fanfara che apre il ciclo.
Utilizza arpeggi, passaggi di ottava e cadenze audaci.
La tessitura è brillante, quasi cerimoniale.
🎹 Esercitazione:
Concentrarsi sulla chiarezza degli accordi spezzati e delle esecuzioni scalari.
Esercitatevi a distribuire uniformemente le dita negli arpeggi ad ampio raggio.
Usare una forte rotazione del polso per evitare la rigidità nelle ottave.
🎨 Interpretazione:
Suonate con eroico ottimismo; questa è una trionfale chiamata alle armi.
Usare il rubato con parsimonia; puntare alla fermezza ritmica.
Studio n. 2 in La minore
🎵 Analisi:
Proto-Molto Vivace da S.139.
Ricco di scale rapide, esplosioni di accordi e gesti saltellanti.
🎹 Esercitazione:
Esercitare la coordinazione a due mani; entrambe le mani sono attive e di ampio respiro.
Usare il peso e la rotazione delle braccia per accordi veloci e ripetuti.
🎨 Interpretazione:
Trasmettere turbolenza ed energia giovanile.
Bilanciare l’aggressività con il controllo, evitando il caos.
Studio n. 3 in fa maggiore
🎵 Analisi:
Delicato, lirico; forma iniziale di Paysage.
Ha terzine fluide e armonie serene.
🎹 Esercitazione:
Usare polsi morbidi e rilassati per ottenere terzine uniformi.
Mantenere la melodia al di sopra degli arpeggi: la voce è essenziale.
🎨 Interpretazione:
Pastorale e contemplativa.
Evoca un paesaggio naturale, come i prati o la brezza di una foresta.
Studio n. 4 in re minore – Mazeppa (versione proto)
🎵 Analisi:
I ritmi pesanti, drammatici e galoppanti imitano la leggenda della Mazeppa (uomo legato a un cavallo selvaggio).
La versione proto manca della chiarezza tematica di S.139, ma è piena di ferocia.
🎹 Esercitazione:
Lavorare separatamente con le mani sul ritmo del galoppo.
Padroneggiare il controllo dei salti di mano e dei salti di ottava.
🎨 Interpretazione:
Giocare con una propulsione spietata; movimento in avanti senza sosta.
Guidati dalla narrazione – raccontate la storia con il vostro fraseggio.
Studio n. 5 in Si♭ Maggiore
🎵 Analisi:
Precursore dei Feux Follets.
Leggero, agile, ricco di note di grazia e di esecuzioni cromatiche.
🎹 Esercitazione:
Utilizzare un tocco leggero delle dita, evitando articolazioni pesanti.
Esercitarsi lentamente e in modo uniforme prima di accelerare.
🎨 Interpretazione:
Pensate a luci fiabesche, tremolanti: siate sfuggenti, misteriosi.
Non abbiate fretta: precisione > velocità.
Studio n. 6 in sol minore – Visione (proto-versione)
🎵 Analisi:
Carattere grave e solenne.
Dominano la scrittura accordale e il registro basso.
🎹 Esercitazione:
Concentrarsi sulla conduzione della voce attraverso tessiture pesanti.
Usare il peso delle braccia, non la forza delle dita, per gli accordi profondi.
🎨 Interpretazione:
Pensate all’organo di una cattedrale o a una marcia funebre.
Usate il pedale per amalgamare, ma evitate il fango.
Studio n. 7 in Mi♭ Maggiore – Eroica (versione iniziale)
🎵 Analisi:
Grande, espansivo, ritmico.
I primi gesti dello stile eroico di Liszt.
🎹 Esercitazione:
Controllare i ritmi punteggiati e gli accordi martellati.
Esercitarsi a eseguire lentamente le ottave con precisione.
🎨 Interpretazione:
Suonare come un trionfo beethoveniano, audace e nobile.
Fare attenzione alla dinamica per evitare la monotonia.
Studio n. 8 in Do minore – Wilde Jagd (versione proto)
🎵 Analisi:
Tipo di inseguimento, con salti sbalorditivi, tempo veloce e movimento cromatico.
Energico ma dalla struttura ruvida.
🎹 Esercitazione:
Usare un movimento compatto delle braccia per i salti veloci.
Controllare gli scoppi in fortissimo, senza sbattere.
🎨 Interpretazione:
Pensate alla caccia selvaggia, alla natura indomita.
Lasciate che la spinta ritmica domini, ma mantenete la precisione.
Studio n. 9 in A♭ Maggiore – Ricordanza (proto-versione)
🎵 Analisi:
Molto lirico e sentimentale.
La melodia di una lettera d’amore la fa da padrona.
🎹 Tutorial:
Padroneggiare il voicing nella melodia della mano destra.
Utilizzare la pedalata delle dita e il rubato sottile.
🎨 Interpretazione:
Sognante, nostalgico; suonare con dolcezza poetica.
Fate emergere le linee del bel canto, come un’aria di soprano.
Studio n. 10 in Fa minore – Allegro agitato molto / Appassionata
🎵 Analisi:
Scuro, tempestoso, simile all’Étude Revolutionary di Chopin.
Accordi veloci e ripetuti, passaggi discendenti tempestosi.
🎹 Esercitazione:
Esercitarsi sugli accordi ripetuti con il rimbalzo del polso.
Evitare la tensione: spezzare le sezioni per un’esecuzione rilassata.
🎨 Interpretazione:
Pensate alla tempesta, alla passione, alla ribellione.
Dinamica e intensità ritmica sono fondamentali.
Studio n. 11 in Re♭ Maggiore – Harmonies du soir (proto-versione)
🎵 Analisi:
Colore impressionistico; anticipa Debussy nelle sue armonie lussureggianti.
Lunghi effetti di pedale, trame sognanti.
🎹 Esercitazione:
Lavorare sulla tecnica dei pedali sovrapposti.
Privilegiare gli accordi a voce: la melodia fluttua al di sopra.
🎨 Interpretazione:
Suonate come se steste dipingendo con il suono: bordi sfocati, luce scintillante.
Stato d’animo serale, sereno ma malinconico.
Studio n. 12 in Si♭ Minore – Chasse-Neige (proto-versione)
🎵 Analisi:
Evocativo di una bufera di neve – rapide ripetizioni, tessitura vorticosa.
Uno dei più suggestivi dell’insieme.
🎹 Esercitazione:
Concentrarsi sull’indipendenza delle dita e sull’uniformità nelle tessiture del tremolo.
Esercitate il controllo della mano sinistra: mantenete la bufera vorticosa e non scoppiettante.
🎨 Interpretazione:
Suggerite disperazione e desolazione sotto l’energia di superficie.
Usate i cambiamenti di colore, non solo la dinamica, per evocare il cambiamento del tempo.
🎯 Suggerimenti per lo studio e l’esecuzione finale
Scegliete le vostre battaglie: Alcuni études sono musicalmente poco curati. Concentratevi sui nn. 4, 5, 9, 10 e 12 per un’esecuzione degna di un concerto.
Paletta tonale: Lavorate su ampi contrasti dinamici e sul controllo del pedale per accedere alle tessiture orchestrali di Liszt.
Efficienza fisica: Questi brani richiedono una pratica intelligente: il peso delle braccia, la rotazione e il rilassamento sono fondamentali.
Approfondimento storico: Eseguiteli con l’occhio rivolto a come Liszt avrebbe in seguito perfezionato le stesse idee in S.139: cercate il germe della trasformazione.
Immaginazione romantica: Andare oltre le note. Ogni étude deve sembrare una scena, uno stato d’animo o una storia.
Storia
Certamente. La storia dei 12 Grandes Études, S.137 di Franz Liszt è un’affascinante finestra sull’evoluzione di un giovane genio e dello stesso idioma pianistico romantico. Questi studi, composti tra il 1826 e il 1837, rappresentano il primo e più ambizioso tentativo di Liszt di definirsi come figura trasformativa del pianismo, non solo come esecutore, ma come compositore-innovatore.
Quando Liszt iniziò a scriverle, era ancora un adolescente, appena quindicenne, ma già riconosciuto come un talento prodigioso. Era stato allievo di Carl Czerny e Antonio Salieri, e i suoi primi lavori mostravano una miscela di formazione classica e ambizione romantica. Tuttavia, Liszt fu anche profondamente influenzato dai progressi tecnologici del pianoforte e dalla crescente ondata di virtuosismo che attraversò l’Europa negli anni Venti e Trenta del XIX secolo, in particolare attraverso figure come Paganini e Thalberg.
La prima iterazione di questo set fu pubblicata nel 1826 con il titolo Étude en douze exercices e, sebbene tecnicamente impegnative, queste prime versioni avevano un carattere più meccanico, inteso principalmente come studi per le dita. Ma verso la metà degli anni Trenta del XIX secolo, qualcosa cambiò. Liszt divenne sempre più affascinato dal potenziale espressivo e poetico dell’esposizione tecnica. Iniziò a trasformare questi études in quelli che sarebbero diventati i 12 Grandes Études, ampliandone la portata, la complessità e la musicalità. Queste versioni rivedute, completate intorno al 1837, non erano più semplici esercizi: erano poemi epici per pianoforte, saturi di ethos romantico e di sfolgorante spettacolarità.
I 12 Grandes Études (S.137) furono pubblicati nel 1839 e si imposero come una delle opere pianistiche tecnicamente più impegnative dell’epoca. Tuttavia, sono rimasti relativamente oscuri nelle esecuzioni, in parte a causa delle loro trame dense e del materiale musicale grezzo, brillante ma spesso non rifinito. Persino Liszt riconosceva che si trattava più di un trampolino di lancio che di un prodotto finale.
All’inizio degli anni Cinquanta del XIX secolo, Liszt, ormai maturo e dopo aver subito una trasformazione stilistica e spirituale, rivisitò l’insieme ancora una volta. Nel 1852 li rielaborò nei celebri Études d’exécution transcendante, S.139, smussando le asperità armoniche, migliorando la struttura formale e dando a ogni études un titolo programmatico (ad esempio, Mazeppa, Feux follets, Harmonies du soir). Questa versione finale rimane uno dei vertici della letteratura pianistica.
I 12 Grandes Études, S.137, rappresentano quindi un’opera di transizione cruciale, un collegamento tra la tradizione didattica di Czerny e la trascendenza poetica dello stile maturo di Liszt. Sono allo stesso tempo documenti storici e dichiarazioni artistiche, che mostrano un giovane compositore alle prese con la forma, l’espressione e i limiti della tecnica umana.
In sostanza, questi studi sono i primi schizzi architettonici della vasta cattedrale romantica che Liszt avrebbe costruito in seguito. Rivelano un prodigio in movimento – ancora in fase di perfezionamento, ancora in fase di scoperta – ma che ha già rimodellato il linguaggio stesso della musica per pianoforte.
Cronologia
La cronologia dei 12 Grandes Études di Franz Liszt, S.137, che ripercorre la loro evoluzione creativa, le revisioni e il contesto storico:
1826 – Étude en douze exercices (S.136)
A soli 15 anni Liszt compose la prima versione di questi studi.
Pubblicati come Étude en douze exercices, S.136.
Si trattava di studi puramente tecnici, nella tradizione di Czerny e Clementi.
Il contenuto musicale era minimo; l’obiettivo era quello di costruire la tecnica delle dita.
1837 – Grandes Études (S.137)
A vent’anni Liszt intraprese una revisione radicale degli studi del 1826.
La versione del 1837, intitolata 12 Grandes Études, S.137, non è più un semplice esercizio, ma un’imponente ed espressiva opera da concerto.
Si tratta di una versione estremamente impegnativa, spesso considerata all’epoca inascoltabile dalla maggior parte dei pianisti.
Alcuni di questi lavori iniziarono ad accennare a contenuti programmatici o poetici (ad esempio, l’embrione di Mazeppa o Ricordanza appare qui).
Pubblicato a Parigi nel 1839 da Haslinger.
1852 – Études d’exécution transcendante (S.139)
Liszt revisionò gli studi una seconda volta, ottenendo la forma finale che la maggior parte dei pianisti conosce oggi.
Il titolo è ora Études d’exécution transcendante (Studi trascendentali), S.139.
Questa versione snellisce gli eccessi tecnici, chiarisce le tessiture e dà a ogni studio un titolo programmatico e un’identità emotiva.
Ad esempio:
Il n. 4 diventa Mazeppa
Il n. 5 diventa Feux follets
Il n. 11 diventa Harmonies du soir
Il n. 12 divenne Chasse-neige
Questa versione finale riflette la filosofia artistica matura di Liszt: la virtuosità al servizio della poesia.
Tabella riassuntiva
Anno Versione Catalogo Caratteristiche principali
1826 Étude en douze exercices S.136 Studi semplici, didattici, simili a quelli di Czerny
1837 12 Grandes Études S.137 Studi da concerto virtuosistici, drammatici, non rifiniti
1852 Études d’exécution transcendante S.139 Programmatici, poetici, raffinati e musicalmente trascendenti
Nel contesto
Questi studi tracciano lo sviluppo di Liszt da bambino prodigio a visionario romantico.
I Grandes Études (1837) sono fondamentali e rappresentano il punto di svolta tra il suo stile giovanile e quello maturo.
Oggi, pianisti e studiosi studiano S.137 non solo per l’esecuzione, ma anche per comprendere l’evoluzione della musica pianistica romantica e la crescita personale di Liszt.
Impatto e influenze
I 12 Grandes Études, S.137 di Franz Liszt, sebbene spesso oscurati dalla loro revisione finale del 1852 (Transcendental Études, S.139), hanno avuto un impatto e un’influenza profondi, sia dal punto di vista storico che artistico. Queste opere segnano una trasformazione cruciale nel ruolo dell’étude per pianoforte e la loro esistenza ha segnato un cambiamento in ciò che la musica romantica poteva raggiungere.
Ecco uno sguardo approfondito alla loro influenza e al loro impatto:
🎹 1. Trasformazione del genere dell’étude
Prima di Liszt, gli studi per pianoforte erano principalmente esercitazioni tecniche (come quelle di Czerny, Clementi o Moscheles). I Grandes Études del 1837 furono rivoluzionari in quanto:
Combinavano un virtuosismo estremo con una sostanza musicale drammatica.
Aprirono la strada affinché gli études diventassero repertorio da concerto e non solo materiale pedagogico.
Influenzarono i compositori successivi a trattare gli études come opere d’arte, in particolare:
Chopin (Études, Opp. 10 e 25 – composti un po’ prima, ma Liszt ne era a conoscenza).
Scriabin, Rachmaninoff, Debussy e Ligeti, tutti autori di études poetici.
🔥 2. Il virtuosismo ridefinito
Gli études del 1837 erano considerati all’epoca quasi ingiocabili. Essi:
Ampliarono i confini tecnici del pianoforte più di qualsiasi altra cosa pubblicata in precedenza.
Hanno dimostrato:
Enormi balzi
Passaggi rapidi di ottava
Poliritmi
Complessi incroci di mani
Controllo dinamico sotto sforzo
Ha ispirato una generazione di pianisti a superare i limiti tecnici, tra cui:
Sigismond Thalberg
Hans von Bülow
Ferruccio Busoni
🛠️ 3. Un ponte tra giovinezza e maturità
I 12 Grandes Études rivelano un Liszt in transizione creativa.
Mostrano:
La sua ossessione giovanile per il virtuosismo
La sua voce poetica in evoluzione (alcuni primi segni di Mazeppa, Ricordanza, Feux follets esistono già qui).
Hanno agito come progetti per le sue opere mature:
Studi trascendentali (S.139)
Années de pèlerinage
Sonata in si minore
🎼 4. Innovazione armonica e strutturale
Gli études mostrano Liszt che sperimenta con:
audace cromatismo
progressioni armoniche estese
Frammentazione e ricombinazione delle forme
Questi tratti anticipano la successiva estetica romantica e persino quella del primo modernismo.
Il linguaggio armonico qui anticipa Wagner e Scriabin.
📜 5. Valore storico e pedagogico
Sebbene raramente eseguiti per intero a causa della loro complessità, i Grandes Études offrono:
Un documento storico della visione pianistica di Liszt prima del suo perfezionamento.
Una fonte di studio accademico e comparativo con la versione S.139.
Spunti di riflessione sull’evoluzione del pianismo romantico.
🎯 Influenza in sintesi:
Impatto dell’area
Genere dell’étude Trasformò gli études in opere concertistiche espressive.
Tecnica pianistica Stabilì un nuovo standard di difficoltà e possibilità
Stile compositivo Un ponte tra la forma classica e la libertà romantica
Compositori futuri Influenzò Chopin, Scriabin, Rachmaninoff, Debussy
Pratica esecutiva Incoraggiò i pianisti a diventare sia tecnici che artisti.
Anche se i 12 Grandes Études, S.137 sono spesso considerati un precursore degli ultimi Transcendental Études, la loro cruda ambizione, l’intensità emotiva e l’audacia tecnica lasciarono un segno indelebile sulla musica romantica e sull’identità stessa del pianoforte come strumento solista dalla gamma espressiva e tecnica illimitata.
Popolare pezzo/libro di collezione in quel momento?
I 12 Grandes Études, S.137 di Franz Liszt, pubblicati nel 1839, non ebbero una grande popolarità all’epoca della loro pubblicazione, né nelle esecuzioni, né in termini di vendita di spartiti. In effetti, la loro accoglienza iniziale fu limitata e furono in gran parte considerati troppo difficili e poco pratici per la maggior parte dei pianisti dell’epoca. Ecco perché:
🎹 1. Estrema difficoltà tecnica
All’epoca della loro pubblicazione, i Grandes Études erano considerati pressoché ingiocabili dalla maggior parte dei pianisti, anche professionisti.
Richiedevano un virtuosismo, una resistenza e un controllo tecnico senza precedenti.
Di conseguenza, pochissimi interpreti osavano includerli nei programmi dei concerti.
Liszt stesso era probabilmente l’unico pianista in grado di eseguire l’intera serie così come era stata scritta nel 1837.
📖 2. Vendite di spartiti
Non ci sono prove storiche che gli études originali di S.137 abbiano avuto un successo commerciale in termini di vendite di spartiti.
Gli études erano più ammirati da una ristretta cerchia di pianisti e pedagoghi d’élite, piuttosto che dal più ampio pubblico musicale o dal mercato amatoriale.
A differenza delle raccolte più semplici di Chopin o Czerny, i Grandes Études erano troppo complessi per l’uso domestico, limitando così il loro potenziale di vendita.
🎼 3. Ricezione e influenza della critica
Pur non essendo popolari presso il grande pubblico, gli études impressionarono le élite musicali e influenzarono lo sviluppo dell’étude da concerto.
Vennero considerati da compositori e critici lungimiranti come audaci, rivoluzionari e persino eccessivi.
Tuttavia, questa ammirazione non si tradusse in un’esecuzione o in vendite diffuse.
🔄 4. Sostituzione con la versione del 1852
Nel 1852 Liszt rielaborò l’insieme negli Études d’exécution transcendante (S.139), che divennero molto più popolari.
Queste versioni rivedute
Erano più suonabili (relativamente),
avevano titoli poetici e un carattere chiaro
avevano una maggiore raffinatezza strutturale e un maggiore appeal musicale.
(Questo articolo è stato generato da ChatGPT. È solo un documento di riferimento per scoprire la musica che non conoscete ancora.)
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